Quello che non so dire. Con tecnica ritrattistica l'artista spinge la sua ricerca al limite della rappresentazione dell'essenza interiore. Diversi simboli della cultura pop dalle pose languide e dalle vesti curate sembrano citare Lewis Carrol e Antonello Da Messina.
Quello che non so dire
Con la sua mostra intitolata “Quello che non so dire”, Saul Zanolari è di scena a Milano, ospitato dalla galleria d’arte contemporanea Luciano Inga-Pin dal 26 aprile al 2 giugno 2007.
Il titolo evocativo della ricerca intimistica e dei limiti del linguaggio verbale, ben descrive il percorso dei pezzi in mostra alla galleria Inga-Pin e offre una chiave di lettura per un approccio al lavoro dell’artista.
Saul Zanolari spinge infatti la sua ricerca al limite della rappresentazione dell’essenza interiore legata alla tecnica ritrattistica. Le sue creature sembrano uscite dalla penna di Lewis Carrol che rimbalzano contro ogni oscuro spigolo della superficie, mentre rincorrono le ambigue suggestioni e gli impenetrabili sorrisi delle opere di Antonello Da Messina. Lo spettatore è solo davanti a volti silenti che nel loro incessante fissarlo invitano ad un muto dialogo di pulsioni emotive. Irrazionali. Volti inquieti che si cullano in una insperata concretezza esaltata dal colore che invade lo spazio irrorandolo di luce.
L’intero schema compositivo è immerso in un movimento che sembra essere un eterno elogio alla fervida fantasia dei maestri fiamminghi. Il passato è quindi decisivo punto di partenza per l’arte di Saul Zanolari, un passato che fortemente si congiunge al presente nei metodi rappresentativi e nella scelta dei soggetti principali.
Attrici famose (in mostra tra le altre Audrey Hepburn), drag queens (come Amanda Le Pore), cantanti (quali Madonna, i Duran Duran, Miss Kittin) ed altri simboli della cultura pop dalle pose languide e dalle vesti curate e mondane che nel loro preciso panneggio fan da cornice a volti di adulti-bambini imbronciati e misteriosi, sicuri del fatto che il loro silenzio è più importante di ciò che potrebbero dire.
La fotografia è la tecnica, il mezzo prescelto da Saul Zanolari. Ogni immagine si estende al di là dei suoi stessi confini e solletica la bidimensionalità coprendola di lustrini colorati in un vero e proprio turbinio che mostra una visione fotografica corteggiatrice della pittura.
Saul Zanolari è un collezionista di simboli intimi, i suoi ritratti eccessivi sino alla caricatura della caricatura sono lo scheletro, l'unicità interiore del soggetto rappresentato.
Egli mediante sapienti elaborazioni fotografiche raggiunge il raro compiacimento di uno stile perfetto e personale.
Il lavoro artistico di Saul Zanolari è già stato esposto e visto in molte parti del mondo tra le quali Miami, New York, Londra, Parigi, Basilea e già Milano.
Nei prossimi mesi l’artista si vedrà impegnato nel confronto (o scontro?) con l’Oriente: l’Estremo Oriente.
Oltre alle mostre in programma nelle gallerie che lo rappresentano stabilmente ed in modo continuativo, il suo lavoro sarà infatti in mostra a Pechino (F2 Gallery), Shanghai (1918 ArtSpace) e Hong Kong (Artbeatus) tra settembre 2007 e Febbraio 2008. Approderà infine sull’isola a metà del 2008 e sarà la volta del Giappone.
Il Nuovo Oriente così moderno eppur così fondamentalmente vincolato alle sue tradizioni troverà questo lavoro artistico piacevolmente disturbante (così come lo vede l’Occidente), esteticamente bello oppure sconveniente?
Probabilmente saranno tutti e tre questi sentimenti che si fonderanno anche nell’animo dello spettatore orientale, a supporto della convinzione che, indipendentemente dalla veste estetica, i grossi temi dell’esistenza e della vita coinvolgono chiunque voglia definirsi uomo.
Luciano Inga-Pin
via Pontaccio 12/A -Milano
Ingresso libero