La pittura dell'artista e' colta e spontanea, ragionata e seducente. L'utilizzo del colore e' mimesi della materia, la mano ripercorre e ricostruisce la realta' con particolare sensibilita' cinestesica.
Nessun oggetto
L’opera di Valentina Caruso si guarda e si riguarda e talvolta ti senti guardato e osservato con la stessa intensità con cui un suono ti attraversa, un odore ti rapisce e ti disorienta. La pittura parte dal profondo dell’anima per esprimersi nella travagliata tenerezza e forza dei colori e dei segni. E’ una pittura forte e gentile, è pittura di donna senza essere femminea, è lo sguardo di una sensibilità che è potente e feconda al contempo. I toni contrastano con le memorie del proprio vissuto per trovare forma e coerenza in una danza pacificatoria e appagante. I quadri di Valentina Caruso sono testimonianza di un percorso che ricerca la rinascita della forma-vita in una sorta di continua partenogenesi dell’armonia contraddittoria della vita. In questo binomio si ribaltano i segni e i significati di una forma che dà vita e dell’energia vitale che dà forma. Questi contrasti che sono riverberi di un’etnicità archetipicamente mediterranea, fatta di scorci di Partendone, di liriche saffiche e soffritto di cipolle, di madri coraggiose e di padri pescatori, di sofisticati pensatori e di pietre bianche polverose, di nobili proprietari e di scalpellini.
La pittura di Valentina Caruso è colta e spontanea, ragionata e seducente. L’utilizzo del colore è mimesi della materia, la mano ripercorre e ricostruisce la realtà con particolare sensibilità cinestesica. La terra dei “vasi rossi”, più rossi del cotto senese, profuma di torba e il bianco di alcune nuvole è palpabile sia per il tatto che per l’anima. Oggetti palesi e metafore dell’esistenza, corpi materici e al contempo simbolici, espressioni di una natura che declina dalla certezza all’incognito e si risolvono in una sorta di sospesa nullità. Nessun oggetto sembra poter esistere se non attraverso la percezione di un vissuto di umane passioni. Soltanto la sospensione sulla tela ne ridefinisce contorni e limiti, gli oggetti rappresentano l’accesso che consente di guardare nelle cose attraverso il filtro dell’eco esistenziale.
I colori sono giustapposti alle emozioni, ai sentimenti veri che l’artista ha la fortuna di cogliere attraverso le forme dell’esistenza e di rielaborare per sé e per gli altri. E’ una pittura personale e altruista, non certo esibizione di sé o per sé, e questo aspetto di purezza la rende profondamente spirituale, quasi animistica, tanto è forte la potenza evocativa.
Raffaello Fortebraccio
Centro Culturale Zerologico
via Augusto Anfossi, 8 - Milano
Orario: dal martedì al sabato 16.00 - 19.30
Ingresso libero