Volume. Serreli e' interessato a riflettere su tutte le possibili tracce concrete di un'azione, anche le piu' nascoste: lavora seduto di fronte ad un tavolo con forbice e cartoncino e ad opera conclusa capisce che non puo' che tenere in considerazione anche quello che e' accaduto sotto il tavolo, ovvero la costituzione spontanea di un'architettura effimera di strisce di carta colorata.
Volume
a cura di Marco Tagliafierro
Felice Serreli, nel caso di questa installazione, parte dalla presa
di coscienza che le azioni che compiamo hanno molteplici effetti
sullo spazio fisico e mentale all’interno del quale ci troviamo ad
operare. Il nostro fare produce dei risultati che non sempre teniamo
in considerazione o che, in molti casi, non sappiamo neppure
valutare. Questo perché ci concentriamo su una sola conseguenza del
nostro agire, quella che ci sembra più importante e per la quale
abbiamo lavorato.Chi pigia il piede sull’acceleratore di
un’automobile è abituato a ponderare l’esito di questo atto
osservando il contachilometri e non il tubo di scappamento dal quale
fuoriescono il risultato fisico dell’attività in corso. Così, chi
sta lavorando al computer non presta attenzione ai segni che descrive
col mouse sul pad ma bada solo al monitor.
Serreli è interessato a
riflettere su tutte le possibili tracce concrete di un’azione, anche
le più nascoste: lavora seduto di fronte ad un tavolo con forbice e
cartoncino e ad opera conclusa capisce che non può che tenere in
considerazione anche quello che è accaduto sotto il tavolo, ovvero la
costituzione spontanea di un’architettura effimera di strisce di
carta colorata. Si tratta di una composizione in divenire che segue
il ritmo dell’attività in opera al di sopra della scrivania: se la
prima cessa anche la seconda viene meno. Dalle sue installazioni si
percepisce il senso del movimento, infatti Serreli ama la musica e,
come altri artisti visivi che vivono questa passione, predilige la
trasformazione alla staticità. Per questa ragione i suoi interventi
si prestano ad infinite mutazioni. La musica è presente nel suo
lavoro, trasposta sinesteticamente in forma visiva. Una soluzione da
intendersi come rappresentazione dell’azione stessa della musica
sulla realtà oggettuale.
Quindi possiamo affermare che oltre agli
effetti delle manifestazioni comportamentali e alle tracce di un
agito, Felice Serrelli focalizza la sua indagine estetica anche sulle
impronte lasciate dai fenomeni fisici, chimici e quindi atmosferici,
ambientali che intervengono nella realtà contingente. Lo scopriamo,
pertanto, fotografare delle pozzanghere in un giorno di sole
splendente su un cielo blu intenso tale da rendere azzurra la piccola
pozza, quasi fosse stata colorata o rielaborata con Photoshop. La
scelta rende giustizia ai colori e il lavoro sembra dipendere da uno
sguardo visionario attivato sulla realtà naturale, in grado di
reinterpretarla. Ma non è così! Infatti è da considerarsi come la
documentazione di un detective che rivela le orme di un accadimento
misterioso e tangibile al tempo stesso ma senz’altro di indubbia
forza immaginifica.
Inaugurazione 2 maggio 2007
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via Procaccini 4, Milano
orari di apertura: mar-ven 16-19 e su appuntamento
Ingresso libero