Circolo Culturale Bertolt Brecht
Oggetti recuperati, decontestualizzati e inseriti in inedite strutture sono elementi costitutivi della poetica pittorica dell'artista, secondo cui l'oggetto ritrovato ancora alla terra e alla prosaicita' del quotidiano una ricerca che allude anche all'altrove, al luogo lontano e misterioso. A cura di Lorenzo Argentino.
Alchimia dell'oggetto inutile
A cura di: Lorenzo Argentino
La messinscena teatrale, intesa come momento in cui le cose vengono sostituite con i simboli che le rappresentano, è fondante nella poetica di Luciano Francinetti (Franci). Gli elementi costitutivi del suo linguaggio sono oggetti recuperati, decontestualizzati e inseriti in inedite strutture. L’oggetto ritrovato ancora alla terra e alla prosaicità del quotidiano una ricerca che allude anche all’altrove, al luogo lontano e misterioso. Così, la materia pittorica rugosa e aspra disegna superfici altre, calpestii spaziali, pianeti pronti ad accogliere, come fossero un palcoscenico siderale, la recita distillata e distante di ciò che avviene nel mondo.
Il riferimento è quindi all’attualità e alla cronaca, con incursioni nello scarto semantico tra parola, significato e oggetto. I titoli sono pertanto significativi e chiariscono il soggetto: la clonazione come rischio prossimo anche per l’uomo (Non solo Dolly), l’infanzia privata e negata, drammaticamente urlata da una bambola fatta a pezzi (Maneggiare con cura), la silenziosa e inappellabile combustione che racconta di stragi e di strade (Gioventù bruciata). Accanto a queste opere dal tono civile e morale, ce ne sono altre più astratte, allusive di una matericità primordiale e sulfurea. Sono opere più liriche, lontane dai toni di denuncia e che tuttavia non rinunciano a porre domande essenziali e a stimolare riflessioni e pensieri, affidando ancora una volta l’intenzione alla chiarezza discorsiva del titolo (Perché, Tra la perduta gente, Le vie dei mondi).
La vocazione teatrica di Francinetti e insieme la tensione verso una drammaturgia risolutiva è ciò che permea infine il ciclo della Via Crucis: l’artista ha operato un aggiornamento iconografico delle stazioni della passione di Cristo, rimanendo nel solco dei suoi abituali elementi di lavoro. La scena è stata ridotta a una griglia modulare, e la croce già regge un chiodo, con una convergenza metonimica tra strumento e azione. E nel ribadire l’attualità di quel cammino, Francinetti sottolinea la mancata redenzione e l’universalità, ancora e purtroppo, del martirio e della sofferenza.
(Cinzia Bollino Bossi)
Circolo Culturale Bertolt Brecht. Spazio 2
Via Giovanola, 21/c - Milano
Orari: lunedi', mercoledi', giovedi' e venerdi' dalle 17 alle 19
Ingresso gratuito