Riflessi dalla galleria, della nuova coppia artistica composta da Arta Ngucaj e Arben Beqiraj ha l'intento di creare un dialogo fra l'antico edificio sede del Mambo, con il palazzo anni '40 dove risiedono che si trova di fronte. L'idea e' utilizzare l'architettura civile come location per esposizioni alternative in sintonia al programma espositivo del museo.
Riflessi dalla galleria
“Fra ironia, nostalgia, orgoglio e provocazione, con la determinazione di voler essere presenze di questa città e di questa nazione”
Testo critico di presentazione: Isabella Falbo
Mentre l’architettura di ricerca si proietta nel futuro dando luogo a nuove esperienze abitative, l’architettura storica bolognese diviene input attorno al quale si sviluppa il progetto Riflessi dalla galleria, della nuova coppia artistica Scafisti Scafati, composta da Arta Ngucaj e Arben Beqiraj.
L’intento del loro progetto è quello di creare un dialogo, mettere in comunicazione, l’antico edificio “Ex forno del pane” sede del Mambo, con uno spazio comune della città il palazzo anni ’40 dove risiedono, che si trova esattamente di fronte e si riflette nelle vetrate del Museo d’Arte Moderna di Bologna.
Arta Ngucaj e Arben Beqiraj con Riflessi dalla galleria, realizzano un’operazione simbolica di benvenuto in occasione dell’inaugurazione del Mambo, in piena armonia con ciò che rappresenta il museo: sperimentazione, attenzione ai giovani artisti, ospite di nuove relazioni sul territorio. Con la loro iniziativa, gli Scafisti Scafati sono tra i primi artisti a supportare la nuova valenza della zona, loro obbiettivo è quello di carattezzare l'architettura civile come location per esposizioni alternative, in sintonia al programma espositivo del museo.
Attraverso un intervento in piena coerenza con la tendenza “cross over” dei generi, sulla scia dei Diesel Walls o dei 'truisms' di Jenny Holzer proiettati sui palazzi, Arta Ngucaj e Arben Beqiraj in Riflessi dalla galleria uniscono l’architettura alla pittura su tela, esponendo le loro opere pittoriche fuori dalle finestre e donando così una nuova identità al palazzo “vestito ad arte”.
La nuova prospettiva di fruizione dell’opera dal basso all’alto, o frontale se lo spettarore si trova all’interno degli spazi museali, pone in secondo piano la percezione propria delle tele che acquistano in tal modo una dimensione “pubblica” e, attraverso la disposizione scenografica, orientano lo spettatore alla condivisione collettiva nella creazione di una situazione emotivamente forte.
La poetica alla base di questa operazione rimanda alle processioni cattoliche che vedono il concludersi della celebrazione con la stesura di panni rossi alle finestre: Colte dagli artisti dal punto di vista scenografico ed emozionale, Riflessi dalla galleria condivide con questi riti religiosi l’intento di “professione di fede”.
La pittura ricopre una importanza tale per gli Scafisti Scafati da essere assunta a religione, concepita come una radice che non deve andare persa, unica via nella ricerca di sè stessi.
24 le opere “stese” fuori dalle finestre, 12 tele dalla serie Viaggio destinazione io di Arta Ngucaj ed altrettante dalla serie Percussioni di incontri di Arben Beqiraj. “Pittura esistenziale” senza tempo e senza luogo che racchiude forti valenze antropologiche, culturali e sociali. Colori forti come pulsazioni, immagini composte su registri binari tra surrealismo e realtá, interiorità ed esteriorità, una forma che dal realismo socialista come retaggio culturale arriva a citare importanti esempi della storia dell’arte occidentale.
Inaugurazione: sabato 5 maggio 2007, alle ore 17.00
via Don Minzoni 13, Bologna