In mostra un'ampia raccolta delle sculturein acciaio di piccole e medie dimensioni, oltre a una ventina di studi e disegni, anch'essi opere d'arte autonome, ottenuti attraverso la scelta di carta speciale su cui l'artista lavora con gessetti, carboncino e colori acrilici.
La forza e la luce
Venti disegni, dodici sculture ed alcune microfusioni ripercorrono le tappe fondamentali del cammino estetico di Carlo Mo, lo scultore pavese che ha disseminato le proprie sculture monumentali in acciaio in molte piazze della Lombardia e del mondo (Danimarca, Madagascar, Stati Uniti, ecc.).
Organizzata da Progetto Voghera, ormai da anni punto di riferimento per le importanti manifestazioni artistiche e culturali nell’Oltrepò Pavese, con la preziosa collaborazione del Comune di Voghera e il patrocinio della Provincia di Pavia, l’esposizione (la prima mostra significativa dalla scomparsa dell’artista nel 2004) fornisce al visitatore un’ampia ed esauriente raccolta delle opere di piccole e medie dimensioni del Maestro, dall’espressiva Testa di cavallo del 1953, al Guerriero del 1965, alle più recenti Cavallo di filo (1997) ed Evoluzione (2002).
A fornire informazioni sul lavoro creativo di Carlo Mo serviranno i venti disegni e studi di sculture, comunque essi stessi opere d’arte autonome con le loro vibrazioni di luce, ottenute attraverso la scelta di carta speciale su cui l’artista lavora con gessetti, carboncino e colori acrilici.
Come dice il critico Luca Beatrice, nel suo saggio introduttivo al catalogo: "La scelta di Mo di realizzare in acciaio tutte le sue sculture risponde a precise esigenze innovative linguistiche e costruttive. L’acciaio inox, infatti, è un materiale "scoperto" dall’industria a partire dal secondo dopoguerra: le sue qualità fisiche, come la proprietà di non arrugginire grazie all’alta presenza di cromo, ne permettono una migliore conservazione, rendendolo particolarmente adatto a interventi da collocare all’aperto. Sulla pelle nuda e specchiante non rimangono le impronte dell’artista, è la luce naturale a disegnarne sulle superfici fredde ed eleganti sfumature che rimandano persino a elementi pittorici".
Ed ancora: "I suoi disegni, seppur concepiti in buona parte quali bozzetti preparatori delle scultoree, mantengono una loro autonomia linguistica e un’indipendenza concettuale. Successione di segni e forme come caratteri calligrafici, le sue carte sono tracce preziose di pensieri e sensazioni, idee e appunti utili a chiarire la creatività attenta e preveggente di uno dei più interessanti e vivaci scultori del nostro secondo novecento."
Sala Luisa Pagano
Piazza Cesare Battisti - Voghera
Orari: feriali 17–19, sabato e festivi 10–12 e 16–19
Ingresso gratuito