La sua pittura si caratterizza per una sintesi sempre maggiore tra segno, gesto e colore, tra pensiero ed emozionalita'. La sua ricerca si muove a partire dall'informale verso una poetica piu' personale, in cui il caos delle pulsioni espressive si struttura in armoniose composizioni spaziali.
Personale
Luigi Boille, uno dei maggiori pittori italiani contemporanei, presenta alla Galleria Marchetti sedici lavori: un lavoro storico di riferimento e quindici recentissimi, che rendono bene il senso dell’evoluzione della sua ricerca verso una sintesi sempre più perfetta tra segno, gesto e colore, tra pensiero ed emozionalità.
Nato a Pordenone nel 1926, Boille si diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma nel ’49. L’anno successivo si laurea in architettura, e subito dopo si trasferisce a Parigi. Già nel ’53 la sua pittura rivela una matura e originale assimilazione dell’Informale, e ciò lo avvicina al gruppo della Jeune Ecole de Paris, con cui espone in numerose collettive, tra cui: Jeune Peinture, Galleria Paul Facchetti, Parigi (1954), Das Junge Franckreich, Europaisches Forum Alpach, Austria, Junge Europäische Malerei, Hochschule für Bildene Künste, Berlino (1955), Pittori italiani e americani, Brooklyn Museum, Phases de l’Art Contemporain, Galleria Kléber, Parigi, Salon de Mai, Parigi, Micro-salon, Galleria Iris Clert, Parigi (1956), Artisti Contemporanei, Rome-New York Art Foundation, Roma, Salon de Mai, Salon des Réalités Nouvelles, Parigi, Ouverture sur le Futur, a cura di P. Restany, Galleria Kamer, Parigi, Phasen, a cura di Edouard Jaguer, Stedelijk Museum, Amsterdam (1957), Arte Nuova, Circolo degli Artisti, Palazzo Granieri, Torino, 15 Malerei im Paris, Kölnischer Kunstverein, Colonia (1959).
Dopo le prime personali alla Galleria Lucien Durand a Parigi nel 1955 e ’56, espone alla Selecta di Roma e al Naviglio di Milano nel 1957. Conosce il critico Michel Tapié, che lo inserisce nelle sue ricerche sull’Art autre e coglie nella sua pittura “elementi barocchi”, anche se nel lavoro di Boille il dinamismo e l’“irrazionalismo” riconducibili al barocco saranno sempre equilibrati da un senso “classico” di misura e di rigore formale. Lo confermano due personali nel 1960 alla Galleria Schmela di Düsseldorf e alla Galleria Stadler di Parigi. Conosce anche Giulio Carlo Argan che visita il suo studio a Parigi e lo introduce nelle rassegne nazionali italiane.
Organizzate da Tapié si succedono numerose mostre internazionali tra cui: nel 1958, Nuove tendenze dell’arte italiana, presentata da Lionello Venturi, Rome-New York Art Foundation a Roma e il Festival International di Osaka e Tokio; nel 1960, Neue Malerei alla Städische Galerie, di Monaco di Baviera, Ensemble 1960 presso l’International Center of Aesthetic Research di Torino e l’International Sky Festival di Osaka; nel 1962, Strutture e Stile al Civico Museo d’Arte Moderna di Torino; nel 1963, Strukture und Stile alla Städtisches Kunstgalerie di Bochum e D’un Style Baroque alla Galleria Stadler di Parigi. Nel 1964 Luigi Boille rappresenta l’Italia insieme a Capogrossi, Castellani e Fontana alla Guggenheim International Award di New York. Nel ’65, tornato a Roma, partecipa alla Quadriennale, e l’anno dopo è invitato alla Biennale di Venezia del 1966.
Ininterrotto l’itinerario delle mostre personali e collettive. Tra le più importanti, le personali alla Galleria Stadler di Parigi (1967-1969), al Naviglio di Milano e alla Galleria Qui Arte Contemporanea di Roma (1974), alla Galleria Parametro di Roma (1977), alla Grafica dei Greci, Roma (1979), alla Galleria Spatia, Bolzano (1980), al Palazzo dei Diamanti di Ferrara (antologica) (1984), alla Galleria Giulia di Roma (1986), alla Galleria Roubaud (1991) e all’Istituto Italiano di Cultura (1992) di Monaco di Baviera, alla Galleria L’Isola di Roma (1993), allo Studio Simonis e Galleria Stadler a Parigi (1997), alla Galleria Edieuropa di Roma (1998), alla Galleria Marchetti a Roma (1999-2001), allo Studio Gariboldi e in contemporanea alla Galleria Spaziotemporaneo di Milano (2001), alla Galleria Marchetti e alla Galleria Il Bulino di Roma (2002), e tre mostre duali alla Galleria “Arte e Pensieri” di Roma con Achille Pace (2002), con Achille Perilli (2005) e con Carlo Lorenzetti (2006), e alla Galleria Il Salice a Locarno (2005).
Per le collettive, citiamo: L’Informale in italia, Galleria d’Arte Moderna di Bologna (1982), Geografie oltre l’Informale, Permanente di Milano (1987), Tapié et l’art informel, Galerie 16, Parigi (1989), L’Ecole de Paris 1945-1975, Palais de l'Unesco, Parigi, Segno e segno, a cura di Antonio Pinelli, Biblioteca Casanatense, Roma (1996), Tapié un art autre, Torino, Parigi, New York, Osaka, Galleria Civica d'Arte Moderna, Torino e Espace d'Art Moderne et Contemporain de Toulouse et Midi-Pyrénées, Tolosa (1997), Cinque Maestri dell'astrattismo italiano del dopoguerra: Boille, Bonalumi, Castellani, Pace, Perilli, a cura di Claudio Strinati, Galleria Civica d’Arte Contemporanea, Termoli (2003), Omaggio a Vlado Gotovac, Galleria Klovicevi dvori, Zagabria, Nel segno dell’amicizia Boille Lorenzetti Uncini Verna, Galleria, Edieuropa, Roma (2004).
La ricerca di Luigi Boille si muove dall’informale verso una poetica sempre più personale, in cui il caos delle pulsioni espressive va sempre più strutturandosi in armoniose composizioni spaziali. Dalla disseminazione della materia-colore e dei segni, o dal loro assemblarsi fittamente nello spazio in una sorta di horror vacui, Boille si spinge fino alla rarefazione, al libero fluttuare del segno nel colore, o nel bianco, senza tuttavia perdere mai la sua straordinaria ricchezza pittorica. Il segno in Boille è l’elemento di coesione tra pensiero e gesto, tra spazio e colore, e attraverso l’interazione di tutti questi componenti l’artista difende il ruolo centrale ed essenziale del linguaggio della pittura, come scriveva Argan nel 1973: “pittura, soltanto pittura, la pittura più pura possibile”.
Inaugurazione, giovedì 10 maggio ore 18:30
Galleria d’arte Marchetti
Via margutta 32 - Roma
Ingresso libero