Possibilismo. Nell'ultimo dei suoi progetti espositivi Sossella propone pareti, interni di abitazioni, luoghi espositivi marcati visivamente per l'assenza di opere, di cui non rimane che l'ombra. A cura di Enrico Pedrini.
Possibilismo
a cura di Enrico Pedrini
Giovedi 10 Maggio 2007 La Galleria Depardieu di Nizza inaugura la seconda personale di Ivano Sossella.
L'artista nato nel 1963, sviluppa sin dal 1987 il suo discorso artistico all'interno del Movimento Arte (Dissipazione),sperimentando i nuovi linguaggi legati alla "pratica dissipativa". E' presente nel 1992 a Documenta IX con un lavoro in comune con Marco Formento. Realizza per tale occasione un "Supplemento" al catalogo, su invito del commissario italiano. Sarà nel 1993 alla XIV edizione della Biennale di Venezia. Negli anni '90 partecipa, sempre con Formento, alla registrazione di otto siparietti mandati in onda durante il programma televisivo "Blob".
Attualmente Sossella vive e lavora in Germania. I primi lavori di Ivano Sossella visualizzano l'esigenza di affinare la nostra sensibilità ad espandere il nostro punto di vista: dallo spazio in cui siamo ai "luoghi che i sensi tecnicamente estesi" ci consentono di raggiungere. L'artista ricerca e propone un nuovo statuto nell'interazione delle funzioni degli oggetti - una radio modifica il proprio suono a causa di un phon acceso posto accanto. Il suono della radio viene così modificato e relazionato con il rumore del phon e ne condivide il momento. Una catena semantica che potrebbe e può procedere oltre. Così l'opera, attraverso lo smarrimento dei luoghi dell'arte, diventa occasione per sottrarsi al dominio delle "scontatezze che la comandano" e trova forza e persuasione proprio nell'esplosione assoluta di ogni precisazione di senso.
Siamo di fronte ad una perdita di "certezze date" che diventa funzionale e interna al lavoro dell'autore stesso. Si è parlato in passato, a proposito di questo artista, di "Dissipazione dell'oggetto esposto": l'opera, che si presenta come agglomerato di azioni e significati, si rivela infatti nel suo momento massimo di dispersione. I "lavori in distribuzione", a partire dal 1987, sviluppano ulteriormente l'occasione dissipativa dell'opera: ogni lavoro si mostra come un contenitore di una grande quantità di volantini e depliants. Le dimensioni fisiche e significative della galleria vengono così superate attraverso questa evenienza, che è in grado di far assumere all'opera una "prassi attiva".
Nel precedente progetto per la galleria Depardieu, del 2005, Ivano Sossella coinvolge tutto lo spazio con disegni a parete a tema fisso. Nella mostra l'ossessiva presenza su tutti i muri della galleria di immagini di banconote, se da un lato afferma la finalità dell'arte a diventare sempre più oggetto di investimento finanziario e fonte di guadagno rapido, dall'altro evidenzia la pulsione inconscia al possesso come desiderio erotizzante e appagante di ogni individuo. Il mondo sotterraneo della fantasia e gli impulsi dell'inconscio umano divengono, in questa esposizione, rappresentazione esplicita e programmata. L'accumulo dei beni espressi dalle banconote diventa non tanto semplice raffigurazione di oggetti, ma piuttosto strumento che contribuisce a facilitare la rappresentazione di vere e proprie esperienze. I beni monetari, rappresentati nel disegno, acquisiscono la dimensione del materiale scenico che ha perso la propria importanza materiale per diventare al contrario prettamente simbolico.
L'autore, disegnando una dopo l'altra sempre la stessa immagine, riesce ad accumulare una ricchezza di intenzioni e di azioni sempre presunta, ma solo (sempre) ironicamente raggiungibile. Nell'ultimo dei suoi progetti espositivi (usw) Sossella propone pareti, interni di abitazioni, luoghi espositivi marcati visivamente per l'assenza di opere. Di queste rimane l'ombra, il tratto della loro assenza dalle pareti, come avviene quando si toglie un quadro dopo anni da una parete. Il non darsi del punto artistico finisce con l'evocare una dimensione dell'arte che trae presenza e realtà proprio nell'estrema dissipazione della propria riconoscibilità. L´Arte (Dissipazione) ritorna in fondo alla superficie del quadro e svela l'assenza di una profonditá, o se vuoi, di veritá: "I concettuali avevano una veritá, noi no. L'arte è un atto insensato e distributivo, una correzione costante del senso proposto ed esibito. E´ ancora una tentazione sospetta".
Inaugurazione 10 maggio 2007
Galerie Depardieu
64, bd Risso - Nice
Ingresso libero