A due anni di distanza dalla sua prima esposizione bolognese, la Galleria Stefano Forni ripropone una personale di Alberto Cottignoli composta dalle ultime opere realizzate dall'artista. Inaugurazione alle ore 17.
A due anni di distanza dalla sua prima esposizione bolognese, la
Galleria Stefano Forni ripropone una sua personale composta dalle ultime opere
realizzate dall'artista.
Alberto Cottignoli nasce il 5 febbraio 1948 a Ravenna, città dove vive e lavora.
Si laurea nel 1974 in filosofia all'Università di Bologna. La sua formazione
artistica avviene nel corso di diversi anni impiegati a studiare le tecniche
rinascimentali e per ciò che riguarda l'attività letteraria si cimenta
esclusivamente in ricerche personali di carattere filosofico-psicologico.
Scoperto, durante la personale di Roma (1989), da Kiyoshi Tamenaga, proprietario
di una delle più grandi catene mondiali che trattano arte figurativa
(Tokyo-Osaka-New York-Parigi), stipula con quest'ultimo un contratto di
produzione. L'ultimo importante contributo di critica è di quest'anno e porta la
firma di James Beck, docente di storia dell'arte presso la Columbia University
di New York e presidente fondatore di ArtWatch International.
"Conosco Alberto Cottignoli da poco tempo, se vogliamo considerare il modo
normale in cui di solito il tempo si misura, ma i nostri vivaci incontri sono lo
stesso dominati dalla sua energia senza fine, dal suo temperamento esuberante,
dalla sua passione profonda. Alberto è un pozzo infinito di idee e tutte
convergono nel tentativo di risolvere quei problemi massimamente complessi ed
intricati che ritroviamo non solo nell'arte ma anche nella natura.
Quella che Alberto dimostra è un'intelligenza da artista che niente ha a che
fare, grazie a Dio, con quella professionale o, peggio, professionalistica;
anzi, è l'opposto.
Nel caso suo si può certamente parlare di mera intuizione, di cui è estremamente
dotato, perché il suo modo di ragionare è caratterizzato da una salutare e
dominante sicurezza quando egli fonde il mondo delle immagini con quello degli
oggetti e della natura. Su un certo piano il suo modo di pensare tende
all'astratto, al concettuale, ma come pittore egli non è per niente un
astrattista o un concettualista. Al contrario.
Senza dubbio Cottignoli, che io interpreto come un artista che aborre la
casualità accidentale come la peste, è totalmente direzionato verso una
intenzionalità totale ed è convinto che la mente umana deve imporsi sopra il
mondo dell'arte ma anche fuori dall'arte.
Nelle sue pitture non troviamo quelle cadute "accidentali" di colori ben
maneggiate e neanche quei trucchi dadaistici dove lo spettatore possa decidere
da che parte è girato il quadro oppure assumersi il compito di decidere egli
stesso il significato dell'opera e tradurla secondo le sue proprie esigenze ed
il suo pensiero. Ci sono le parti che stanno sotto e quelle che stanno sopra,
come quelle di sinistra e di destra per questo artista di Ravenna, i cui dipinti
sono profondamente modulati, meditati e misurati. Non c'è mai coincidenza, se di
coincidenza si può parlare, che egli è profondamente impressionato dall'arte di
Piero della Francesca, uno dei pittori in cui riconosciamo l'intenzionalità più
determinata all'interno del Rinascimento, epoca che Cottignoli ammira senza
confini. "
James Beck, Alberto Cottignoli. Grandi finestre opache e sogni trasparenti,
2001.
Inaugurazione sabato 8 settembre 2001 ore 17
Orari: 10.30-12.3016.00-19.30 tutti i giorni chiuso lunedì e martedì mattina, domenica aperti
Galleria Stefano Forni
P.Cavour 2, Bologna
Tel.Fax. 051.225679