Antologia. "Quest'anno mi occupo ancora della figura di Frankenstein, icona doppia, se' e il contrario di se', creatura antologica per antonomasia nella forma e nella sostanza, che sento piu' che mai affamata di novita' linguistiche, di strategie operative, di richiami letterari..." G. Sicula.
Antologia
Ho pensato di mettere in piedi una mostra antologica che andasse dalla primavera inoltrata all’inizio dell’estate. Che abbracciasse quindi due periodi, in questa sede sovrapposti e paralleli: uno dilatato e metaforico, che ha inizio nel 1972 e termina nel 2007, e uno, relativamente corto e reale, uguale alla durata dell’esposizione. Mi è sembrato un pensiero opportuno, la cosa più giusta da farsi. Perché? Ma perché in estate lavoro meglio, l’estate è il mio tempo; io, che sono un gatto-rettile a sangue freddo, ho bisogno di caldo. Adesso tiro le fila con rinnovato interesse del lavoro di un bel po’ di anni, poi vedrò il da farsi.
C’è da dire però che quest’anno, rispetto agli anni scorsi, qualcosa è cambiato; l’allungamento, sia delle giornate che delle ondate di polline, non è riuscito a portar via l’interesse più recente che in altri tempi avrei considerato già vecchio e da archiviare; c’è ancora Frankenstein ben saldo davanti a me che, interrogandomi, continua a scrutarmi, e non essendo ancora sazio di pittura, sbarra imperterrito la strada a qualsiasi nuova avventura proveniente da ognuno dei quattro punti cardinali. Quindi, in linea di massima, niente sorprese.
Quest’anno mi occuperò ancora della sua figura, icona doppia, sé e il contrario di sé, creatura antologica per antonomasia nella forma e nella sostanza, che sento più che mai affamata di novità linguistiche, di strategie operative, di richiami letterari, di colori e supporti che non ho ancora usato. Frankenstein è fermamente deciso a non lasciare campo ad altro. Egli vuole conoscere il mondo coi mezzi che più gli sono congeniali: la chiarificatrice e inoppugnabile sentenza dell’arte di apprendere e di fare, le novità reali della pittura, e vuole riuscirci uccidendo il mio continuo bisogno di conquista,
l’imprescindibile slittamento dell’orizzonte pittorico. Cosa ci sarà mai al di là dell’orizzonte che ogni volta si viene a creare?
Come fare per eliminarlo una volta per tutte? Perciò so già come andrà a finire: dopo un’antologia di dipinti, che per dirla giusta presupporrebbe spazi di una certa dimensione, che in questo caso si svolge, ed è compressa, in uno spazio ridotto, ma proprio per questo motivo – a mio avviso – assai pregna e più stimolante, l’estate inizierà con Frankenstein, finirà con Frankenstein, straborderà in autunno, imbibirà l’inverno, coinvolgerà il prossimo anno, senza sosta, con questo deciso e irrefrenabile passo ormai senza soluzione di continuità. Il bello è che in tutto ciò c’è coerenza. Frankenstein è un’antologia di pezzi, memoria di tante cose, di tante vite; Frankenstein è vita (lo spazio in cui questa gli venne data certamente non era immenso) e vive di variegata memoria rinvigorita, ritornata in auge.
Ora, addirittura, Frankenstein c’è anche quando non c’è; è presente anche quando è apparentemente assente. Egli è onnipresente. Anche questa breve presentazione ne è la prova, volevo scrivere dei lavori che espongo, invece non ho fatto altro che parlare di Frankenstein.
G.S.
Inaugurazione giovedì 15 maggio 2006 dalle ore 17,30 alle 20,30
Ferpack
Via del Torchio, 10 - Milano
Orari: Dal lunedì al venerdì ore 16,30/19 oppure su appuntamento
Ingresso libero