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Elisa Mariateresa Littera
dal 15/5/2007 al 31/5/2007

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Elisa Mariateresa Littera



 
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15/5/2007

Elisa Mariateresa Littera

Studio di Anna Virando, Torino

Come le bambole. "L'artista traccia sulla tela col lapis ed il fusain volti di bimba, dai grandi occhi sgranati. A volte li colora, con tinte opache e delicate..." Gianfranco Schialvino.


comunicato stampa

Come le bambole

Presentazione in catalogo: Dott. Gianfranco Schialvino

"…Elisa Mariateresa Littera si circonda di memorie, quando dipinge. Le trasforma in sensazioni, in impulsi emotivi, in racconti, in immagini. Ricostruisce un teatro di volti amati, di momenti felici, di situazioni particolari. Si ritrova bambina, mentre gioca con le amichette a fare la signora, mentre disegna i vestitini per le sue bambole. Traccia sulla tela col lapis ed il fusain graziosissimi volti di bimba, dai grandi occhi sgranati. A volte li colora, con tinte opache e delicate, accostandosi al quadro come dovevano di certo fare i pittori di corte medievale intenti a dipingere in affresco i visi delle damigelle di palazzo. Spesso lascia i profili appena delineati, tracciandoli come a sinòpia, quasi per impedire al tempo di toccarli e farli sfiorire.

Poi veste le sue bimbe con gli abiti più fantasiosi: tulle e perline, frammenti di madreperla e pezzetti di conchiglia, plastiche d’argento e d’oro, bambagie gessose e celluloidi flessuose. Mette loro in mano i giochi d’antan, lo yo-yo di lana, una biglia, una farfalla; oppure soltanto l’illusione di poter stringere nel pugno chiuso, insieme alla manina dell’amica del cuore, il mondo intero.

Poche sillabe per una poesia del cuore, intense e leggere come un haiku che in tre righe racchiude il cielo. Per un effetto dolce insieme e raffinato, gentile e squisito, elegante e delicato. Nei toni, nelle atmosfere, nelle intenzioni di trasmettere stupore ed emozione, tenerezza e femminilità. Tanto da lasciar celato il pur attento lavoro di cesello che nobilita il quadro, quella manualità preziosa che spesso l’idea nasconde e prevarica.

È la malinconia, che sprigiona lenta ed ineffabile dalla scatola dei ricordi di Elisa. ……”

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