Isola Art Center c/o AssabOne
Milano
via Assab, 1
339 6057111
WEB
Made In
dal 27/5/2007 al 27/6/2007
martedi' - venerdi' 15-19 e su appuntamento

Segnalato da

Isola Art Center




 
calendario eventi  :: 




27/5/2007

Made In

Isola Art Center c/o AssabOne, Milano

Isola Art Center sta perdendo gli spazi dove lavora dal 2003 senza disporre di un'alternativa adeguata; temporaneamente e' ospitata da AssabOne. Per questa mostra Katia Anguelova ha invitato gli artisti Daniela Kostova e Plamen Dejanoff che realizzano 2 progetti diversi con un comune punto di partenza: la Bulgaria. Il primo esplora le relazioni fra il sistema dell'arte e quello dell'economia, la seconda parte dal suo video-documentario 'Body-without-organs': una serie di attraversamenti di ambienti sociali.


comunicato stampa

---english below

New Works, Plamen Dejanoff
Body-Without-Organs, Daniela Kostova

a cura di Katia Anguelova

presso
Assab One (piano terra)
Via Assab, 1 20132 Milano

Isola Art Center sta perdendo gli spazi dove lavora dal 2003, senza disporre di uno spazio adeguato dove continuare la propria attività.
Temporaneamente Isola Art Center è ospitata da AssabOne che produce e promuove progetti culturali e artistici.
Isola Art Center è un laboratorio che offre all'arte contemporanea una piattaforma di sperimentazione in una logica interdisciplinare ed internazionale, radicata nel territorio locale e sociale. Lo spazio di Isola Art Center ospitava opere di artisti internazionali come Marjetica Potrc, Tania Brughiera, Seamus Farrell e di artisti italiani come Michelangelo Pistoletto, Stefano Arienti, Luca Pancrazzi, Massimo Bartolini, Gabriele Di Matteo, Vedovamazzei, Loris Cecchini e Bernardo Giorni inserite nell'architettura dell’edificio della Stecca degli artigiani.

Per questo appuntamento Katia Anguelova ha invitato a lavorare Daniela Kostova e Plamen Dejanoff, residenti rispettivamente a Troy, NY, USA e Vienna. I due artisti condividono la realizzazione di due progetti che seppur diversi, hanno un comune punto di partenza, la Bulgaria, il loro paese d’origine.

Il progetto di Plamen Dejanoff (1970, Sofia, Bulgaria, vive fra Vienna e Berlino) nasce dalla relazione fra arte, cultura ed economia, temi che l’artista indaga da anni.
Con Planets of Comparison Plamen Dejanoff continua ad esplorare le relazioni fra il sistema dell’arte e quello dell’economia, vestendo contemporaneamente i panni dell’artista, architetto, designer, manager e collezionista.
Negli anni 90 Plamen Dejanoff acquista sette case in una città nel centro della Bulgaria (Veliko Tarnovo) affinché vengano ristrutturate in collaborazione con una seria di studi di architettura (Kühn/Malvezzi, Vienna, Berlin, Grüntuch & Ernst Berlin, Gruppo A12 Milano, Cocktail Lyon) ed in seguito utilizzati da istituzioni, gallerie, musei, accademie per attività culturali.
Il progetto cominciato con MUMOK, Museum of Modern Art Ludwig Foundation di Vienna, dove è stata esposta nella primavera del 2006 una scultura in bronzo, modello di una delle case, realizzata da Dejanoff con gli architetti austriaci Wiederin/Konzett.
Per il suo intervento milanese Plamen Dejanoff ha scelto di illustrare le prime fasi del progetto sulla seconda casa a Veliko Tarnovo in cui lavora insieme agli architetti viennesi Erich Hubmann & Andreas Vass, presentando una serie di disegni, maquette, così come una light glass installation con il marchio “dejanoff”, costruita dai artigiani bulgari e prodotta “made in Bulgaria”, parte del progetto New Works realizzati e pensati per il suo intervento all’Isola Art Center.
Con questo progetto allo stesso tempo ludico ed economicamente rilevante, l’artista trasforma l'esperienza esistenziale in una sorta di joint venture tipica dell'economia reale, tra arte e impresa.

Daniela Kostova (1972, Sofia, Bulgaria. Vive e lavora a Troy, NY, USA), invece, parte dal suo video-documentario Body-without-organs, utilizzandolo come materiale grezzo la sua istallazione pensata inizialmente per gli spazi di Isola Art Center e composta da una serie di attraversamenti di “ambienti sociali”.
Il passaggio attraverso l’istallazione invita gli spettatori a riflettere su emigrazione e viaggio utilizzando la musica come punto di integrazione.
Il nome del lavoro prende in prestito il concetto di “corpo senza organi” da Gilles Deleuze. Si tratta di pensare il corpo senza ridurlo ad una forma organica, non un corpo privato dagli organi, ma piuttosto un corpo in via di differenziazione. Il corpo senza organi è dunque la vita in-organica, dunque una potenza d’individualizzazione non ancora divenuta organismo.
Il momento espositivo diventa una situazione di dialogo culturale e di confronto tra luoghi geografici diversi, ma affini.
Ispirata alla musica ethno-mesh e alla gypsy-punk della scena musicale new- yorkese, l’istallazione racconta il Bar Bulgaro di New York attraverso gli occhi dei recenti emigranti. Il Bar Bulgaro non è un “centro culturale”, come è ironicamente definito all’entrata, ma piuttosto un immaginario culturale e una zona di convergenza di tendenze opposte: da una parte la rappresentazione istituzionale dell’idea di identità con il Centro Culturale Nazionale e dall’altra parte l’essenza del sentimento nomade espresso attraverso la musica gipsy-punk.
Danzare nel Bulgarian Bar comporta un superamento della usuale funzionalità del corpo, la cui organicità è superata da nuovi possibili significati forniti dalla fusione orgasmica con la musica.
L’esperienza nel Bulgarian Bar diventa così una metafora antropologica che mostra come la cultura sia plurale. Una ricerca di se stessi nella comunità umana dove i valori sono conseguenza dell’avventura collettiva (non a caso dj Boro dice a proposito della musica gipsy “l’idea gypsy lavora molto bene, perché loro non hanno uno stato, sono permanentemente nomadi”).
In breve, il party e l’incontro dipendono dalla gente e dalle loro capacità di dimenticare se stessi.

Si ringrazia Elena Quarestani e AssabOne per l’ospitalità.

La mostra è realizzata grazie a: European Cultural foundation

Con il patrocinio e il contributo di: Provincia di Milano

Immagine: Daniela Kostova, Body Without Organs

Inaugurazione 28 maggio 2007 dalle ore 19

Isola Art Center http://www.isolartcenter.org ospitata da AssabOne via Assab, 1 20132 Milano
dal martedì a venerdì dalle 15 alle 19 e su appuntamento

contemporaneamente al primo e secondo piano:
Chiara Camoni con Luca Bertolo / Adele Prosdocimi
due progetti a cura di Francesca Pasini

---english

Made In

New Works, Plamen Dejanoff
in collaboration with Hubmann&Vass architects Vienna

Body-Without-Organs, Daniela Kostova
with Dj Joro Boro

Curated by Katia Anguelova

Isola Art Center runs the risk of losing the spaces in which it has operated since 2003, and no suitable alternative space in which to continue its activity has been proposed.
Temporary Isola Art Center is hosted by AssabOne, an exhibition space founded by Elena Quarestani that produces and promotes cultural and art projects. Isola Art Center has worked with 1500 square meters of exhibition space on the second floor of the industrial building known as the "Stecca degli Artigiani", owned by the city. The space contains a permanent collection of artworks inserted in the architecture of the building by international artists like Marjetica Potrc, Tania Brughiera, Seamus Farrell and Italian artists like Michelangelo Pistoletto, Stefano Arienti, Luca Pancrazzi, Massimo Bartolini, Gabriele Di Matteo, Vedovamazzei, Loris Cecchini and Bernardo Giorgi.

For this event Katia Anguelova has invited Daniela Kostova and Plamen Dejanoff –residents of NY, USA and Vienna, Austria respectively. The two artists share a common Bulgarian origin that also acts as a starting point for their projects.

Plamen Dejanoff’s project originates from the relationships between art, culture and economy, issues that the artist has been investigating for some years now. In Planets of Comparison Dejanoff explores the relations between the systems of art and of economy. Here he acts simultaneously as artist, manager and collector.
In the nineties Dejanoff bought seven houses in Veliko Tarnovo (a city in the centre of Bulgaria) to be restructured by Plamen Dejanoff in collaboration with a number of architecture studies (Kühn/Malvezzi, Vienna, Berlin, Grüntuch & Ernst Berlin, Gruppo A12 Milano, Cocktail Lyon) and afterwards used by institutions, galleries and museums for cultures activities. The project started with MUMOK, the Museum of Modern Art Ludwig Foundation Vienna, where a bronze statue representing a part of the first realised house was exhibited in the spring of 2006 (the project was realised by Plamen Dejanoff with the Austian architects Wiederin/Konzett and Hubmann &Vass). The project will then move to Veliko Tarnovo where MUMOK will be establishing a space in the Balkans for the next years.
Plamen combines strategies of art and business in a similar way to how Andy Warhol combined Pop and Conceptual Art.
For this exhibition Plamen Dejanoff presents a new phases of the project on MUMOK house in Veliko Tarnovo, designed together with architects Erich Hubmann & Andreas Vass from Vienna, featuring drawings, maquettes, and a new objects branded ‘dejanoff’ that are actually realised in collaboration with bulgarian craftmens and “made in Bulgaria”.
This project, playful and economically rewarding at the same time, transforms the existential experience into a sort of joint venture which is typical in the real economy, thus continuing his investigation into art and economy.

Daniela Kostova uses her documentary video, Body-Without-Organs, as raw material for an installation, especially designed originally for Isola Art Centre, composed of a series of ‘social environments’. The passage through the installation invites viewers to reflect on the issues of emigration, travelling and music as a point of integration.

The title of the work borrows the concept of “body-without-organs” from Gilles Deleuze. The expression “le corps sans organs” may seem obscure, but its definition is quite clear. It means conceptualizing the body without reducing it to an organic form, not a body deprived of the organs, instead a body on its way to differentiation. The body without organs is therefore in-organic life and, as such, a power of individualization not yet turned into an organism.
The exhibition becomes a means for cultural dialogue and confrontation between geographical places that are different yet near. Inspired by the New York music scene of ethno-mesh and gypsy-punk the installation describes the Bulgarian Bar ironically named the Bulgarian Cultural Centre in New York City seen through the eyes of those recently emigrated there.
Bulgarian Bar is not a “cultural center” but rather a cultural imaginary and an area of converging opposite tendencies: on one hand the institutional representation of the National Cultural Center and on the other the essence of the nomad spirit expressed through the gypsy-punk music.
Dancing in the Bulgarian Bar transcends the usual bodily function, overiding it with new possible meanings provided by the orgasmic fusion with music.
The experience in the Bulgarian Bar becomes an anthropological metaphor that shows plurality of culture. The work of Daniela Kostova becomes the search of one’s self in the human community, where spiritual values are the consequence of collective adventures. It is not by chance that DJ Boro says of gypsy music – “the gypsy idea works very well, because they don’t have a state. They are continuously nomadic”.
In short, the party depends on the people’s possibilities and on their capacity to forget their own identities.

For further information please contact the curator of the exhibition, Katia Anguelova, zebonski@fastwebnet.it

Thanks to Elena Quarestani and Assab One

Supporting body: European Cultural foundation

The project is supported by: Provincia di Milano

Opening– Monday, 28th May 2007, 7pm

Isola Art Center to Assab One
Via Assab, 1 20132 Milano
from Tuesday-Fryday -3pm-7pm

IN ARCHIVIO [2]
Giovanni Hanninen
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