La mostra e' uno statement iniziatico dell'indagine dell'artista sulle relazioni tra se' e il mondo. Emerge con forza l'inquietudine costante delle possibilita', una condizione personale e collettiva. La preoccupazione si interrompe nella struttura serrata degli elementi nello spazio, che si articolano secondo un apparente rigore geometrico. A cura di Elisa Del Prete.
The Future in Flashback and Math
A cura di: Elisa Del Prete
Federico Spadoni (Bologna, 1979) si presenta, o, meglio, si ri-presenta, al pubblico italiano con The Future in Flashback and Math. Ancora meglio: Federico Spadoni più che al pubblico si presenta a se stesso, mettendo in atto una durata spazio-temporale del proprio pensiero e del pensiero su se stesso.
Prima personale italiana, la short show alla Neon di Milano è uno statement iniziatico dell'indagine dell'artista sulle relazioni tra sé e il mondo. Ciò che emerge con forza dal lavoro di Spadoni è l'inquietudine costante delle possibilità, una condizione personale e collettiva. La preoccupazione si interrompe nella struttura serrata degli elementi nello spazio, che si articolano secondo un apparente rigore geometrico.
Attraverso la messa in atto di tre momenti e tre luoghi di un percorso di vita che non rimane distinto da quello creativo, la mostra solleva un sentimento di incertezza rispetto ad un futuro all'insegna della casualità, a cui domandare senza probabilità di risposta e certezza. Un'incertezza che si acuisce rispetto all'opera stessa, in quanto esito di una tensione mai risolta, in quanto immagine di un pensiero indicibile ma al tempo stesso rappresentato, in quanto realtà effimera.
In questo senso il presente perde ogni valore e si riduce al compimento di un meccanismo che, però, non può che implicare una paradossale inettitudine e insensatezza nel suo stesso funzionamento. I congegni che l'artista costruisce svelano la tensione che si cela dietro una soluzione formale fittizia, sempre in fieri, in bilico, irrisolvibile. L'unica certezza davvero afferrabile: il passato. Un passato bloccato nella memoria di una foto e di una bacheca che ha il sapore di un sarcofago.
I due supporti artificiali con cui è rievocato il passato generano lo scarto rispetto all'elemento naturale che completa il lavoro insieme alla forza di un motore che diventa metafora del tempo futuro, ma anche della forza stessa della creazione artistica come della natura. Il movimento incontrollabile di una polvere è come il flusso della lotta che genera l'opera d'arte, è come la natura stessa, i cui elementi, sole, terra, vento, originano effetti dal conflitto di energie incontrollabili.
Inaugurazione: giovedi' 17 maggio 2007 alle 18.30
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Via Procaccini 4 - Milano
Orari: da martedi' a venerdi' 16-19 e su appuntamento
Ingresso gratuito