Un intervento itinerante. Un'installazione composta da una serie di elementi normalmente privi di mobilita' e che, anzi, vista la loro natura 'casalinga', si configurano come oggetti familiari, rassicuranti, come simboli di stasi, di immobilita'. A cura di Emanuela Nobile Mino.
In-stability
a cura di Emanuela Nobile Mino
Sabato 19 maggio 2007 alle ore 18,30 presso la Galleria Civica di Arte Contemporanea – Montevergini di Siracusa si inaugura, alla presenza del Sindaco Giambattista Bufardeci e dell’Assessore ai Beni Culturali Fabio Granata, la mostra IN-Stability dell’artista Giuseppe Pietroniro. La mostra è realizzata in collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti di Roma e la National Gallery of Art Zacheta di Varsavia, e con il sostegno di Ines Musumeci Greco e della Galleria Maze di Torino.
«E’ un piacere per la nostra Galleria Civica ospitare un progetto artistico che contribuisca a sviluppare la collaborazione e il dialogo tra la città di Siracusa e altre Istituzioni nazionali ed internazionali di prestigio, come la Fondazione Adriano Olivetti di Roma e la Galleria Nazionale d’Arte Zacheta di Varsavia. A conferma di come un luogo dall’eredità storica importante come la nostra città possa divenire un nevralgico polo di scambio culturale e nodo di incontro strategico tra l’Europa e il Mediterraneo» ha commentato l’Assessore Granata.
IN-Stability è un progetto concepito da Giuseppe Pietroniro come intervento itinerante: esposto per la prima volta a Roma presso la Fondazione Adriano Olivetti (17 ottobre 2006), approda ora a Siracusa presso la Galleria Civica di Montevergini. In ottobre il lavoro dell’artista sarà presentato a Varsavia presso la National Gallery of Art Zacheta - Narodowa Galeria Sztuki in occasione della sua mostra personale.
Il progetto, che prende ispirazione da “Il sistema degli oggetti” di Jean Baudrillard, è costituito da un’installazione composta da una serie di elementi normalmente privi di mobilità e che, anzi, vista la loro natura “casalinga”, si configurano come oggetti familiari, rassicuranti, come simboli di stasi, di immobilità. Una parete, una porta, uno specchio, riprodotti in scala 1:1, decontestualizzati e dotati di basi a dondolo (a renderli unità basculanti), determinano all’interno dello spazio espositivo una nuova configurazione strutturale e alterano, mettendole in discussione, le consuete norme di percezione. La struttura degli elementi appare scollata e indipendente sia dall’originario corpo cui idealmente e istintivamente si ricollega (la casa), che da quello dello spazio espositivo che di volta in volta li ospita, e rispetto al quale sembra entrare in conflitto, opponendosi alle naturali leggi di staticità che esso materialmente continua ad incarnare e a difendere.
L’intento del lavoro è, infatti, quello di produrre interrogazioni sui meccanismi dello sguardo, sul modo di esperire i limiti dimensionali di un luogo, come anche quello di ribaltare la nozione di spazio privato come hortus conclusus e di aprirlo all’intuizione, rendendolo dimensione dinamica e differentemente praticabile. Lo spettatore, trovandosi fisicamente di fronte ad elementi che si configurano come immagini consuete ma allo stesso tempo fittizie, prende coscienza del fatto che a volte la duplicazione della realtà può apparire più vera della realtà stessa, perché potenzialmente atta a fornire visioni degeneranti, interrogativi inediti e stimoli percettivi nuovi e a volte più convincenti.
L’alterazione della percezione che l’opera produce si basa, quindi, sul cortocircuito che l’artista provoca tra la riconoscibilità immediata degli elementi presentati (e l’inedito annullamento delle loro usuali funzioni, in virtù di un nuovo valore formale) e la loro posizione nello spazio. Tale aggregazione di componenti dà vita a una rinnovata logica compositiva di cui lo spazio espositivo diviene il campo di assemblaggio definito, ma mai definitivo. La perdita dei riferimenti visivi primari genera una nuova scala dei rapporti dimensionali e dei valori compositivi della realtà, portando lo spettatore a dover rintracciare nello spazio nuove coordinate, quindi nuove prassi di orientamento, sia fisico che sensoriale.
Giuseppe Pietroniro. Nato a Toronto, Canada, nel 1968. Vive e lavora a Roma.
La ricerca di Pietroniro si fonda su un costante monitoraggio della realtà quotidiana volto a desumere dettagli, scorci o visioni dalla dimensione intima di certi luoghi e dalla loro epidermide architettonica. Tali frammenti visivi, una volta estrapolati, raddoppiati o manipolati, nell’incarnare una serie di possibili divagazioni tautologiche del reale, portano alla luce la vitalità propria di determinati oggetti o la potenzialità dinamica di certi ambienti. La finalità del lavoro - che si esprime principalmente attraverso la fotografia e l’installazione – è quella di riuscire a delineare l’essenza della realtà oggettiva, portando sul piano della rappresentazione nuove ipotesi di visione, spostando appena le consuete traiettorie della percezione e impostando su inconsueti parametri architettonici la struttura dell’immagine.
“Principali mostre personali: Welcome (2001 - Galleria Eventi, Roma), Giuseppe Pietroniro in.... (2000 – intervento in casa di Ludovico Pratesi). Principali mostre collettive: Roomates/Coinquilini (2004 – Roma, Minofamily B&B); Storytelling – Fuoriuso (2004 – Pescara), Anrufung des grossen Bären/Invocazione all’Orsa Maggiore (2004- Roma, Istituto Austriaco di Cultura), Retentiva (2004 - Padiglione Italia, Venezia), 3D (2003 - Galleria Pack, Milano), Doppiavu’ (2002 - Palazzo delle Papesse, Siena), Exit (2002- Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino), Prototipi. 01 (2002 - Fond. Adriano Olivetti, Roma), Oltre Bernini (2000 - 7 Artisti per l’Arte ContempORANEA, Istituto G. L. Bernini, Roma), Materiamorfosi (2000- Galleria Comunale d’Arte moderna e contemporanea, Roma), Crossover (1998 - Kunstraum alter Wichrebahnhof, Freiburg), La Ville, Le Giardin, La Memoire (1998 - progetti per L’Accademia di Francia a Roma-Villa Medici, Roma), XII Quadriennale D’Arte Roma/I giochi del senso e/o non senso (1996 - Palazzo delle Esposizioni, Roma).
Il progetto è realizzato in collaborazione con
Ines Musumeci Greco | Galleria Maze, Torino
Inaugurazione ore 18.30
Galleria Civica d'Arte Contemporanea Montevergini
via S. Lucia alla Badia 1 - Siracusa
Orario: martedì - domenica ore 9.00 – 13.00 / 16.00 – 20.00
Ingresso libero