Anime d'artisti. L'artista presenta due studi della grande tela 'Mandala' dedicata al Tibet, alla sua cultura e alla sua gente, tela che fa parte del grande progetto la 'Strage degli innocenti'.
Anime D'artisti
Giovanni Carlo Rocca sarà presente con due lavori, due studi della grande tela ‘’Mandala’’ dedicata al Tibet, alla sua cultura e alla sua gente, tela che fa parte del grande progetto la ‘’Strage degli innocenti’’, per non dimenticare la sofferenza di chi è in esilio, per non dimenticare che ognuno di noi ‘’può fare la differenza’’!!
Mandala di corpi, mandala di anime alla ricerca dell’Essenza, Mandala di un Occidente frenetico che si inerpica nei sentieri di Oriente, Mandala di vite che si rincorrono lentamente nella danza del destino, Mandala…sempre e infinitamente Mandala. Come all’entrata di uno spazio sacro, la nuova opera di Giovanni Carlo Rocca, ci attende, silente, conducendoci dolcemente in questa meditazione sul nostro tempo con tutta la drammaticità e la forza che il colore, danzando sulla tela, ci trasmette.
Il Tempo si dipana nelle pieghe delle vesti, nelle linee immobili dei volti, nelle nervature dei corpi segnati dal Suo scorrere attraverso i sentieri delle emozioni, delle gioie, dei dolori e degli affetti che ancorano ciascuno, con tutta la tragicità dell’effimero, alla propria storia. La spirale dei momenti vissuti e respirati fino all’ebbrezza si posano, come battiti d’ali, sui volti che la storia ha dipinto e che l’artista ha voluto fermare nell’attimo del quotidiano, del sogno e della preghiera.
Monaci e laici, uomini della strada e potenti, vittime e carnefici, tutti insieme legati dalla catena del destino che, come diagramma cosmico, si delinea nell’architettura del dipinto dell’artista.
Il senso del mandala fatto di sabbia che accompagna la meditazione dei monaci sta nelle mani di coloro che lo creano e, attraverso la creazione “entrano” nel mandala fino ad arrivare al suo centro, bindu, all’essenza del vivere, fatto di sabbia sottile, impalpabile come lo scorrere dei minuti. Il mandala è fatto di sabbia perché risiede nella grandiosità della sua bellezza estetica e simbolica, il suo essere, alla fine, una volta realizzato, “soffiato via” da chi l’ha compiuto.
Di qui il senso della grande opera della vita che cresce attraverso l’agire delle nostre mani e nello stesso tempo scorre via tra le fessure delle dita che, nella persona del Dalai Lama, si collocano al centro del dipinto e danno vita al movimento roteante di vite di corpi. La sabbia e la vita, la violenza e la morte, i soprusi e il perdono, la tolleranza e il progresso, la dignità e l’esilio…tutto scorre tra le dita di un destino cosmico che dipende dall’agire e dall’operare individuale e collettivo. Di qui la presenza sulla tela del “sutra del cuore” preghiera che è memento costante per colui che guarda e pensa e si emoziona di fronte all’opera dell’artista dello spirito sottile che dà vita a questa novella anima mundi.
L’uomo scorre inesorabile in questo fluire di istanti, estatica creatura che magnifica e horrifica il creato con la sua presenza fatta di sabbia che vorrebbe per sempre fermare nell’attimo dell’esaltazione del nulla, del “fare” senza sosta, del distruggere ciò che una cultura antica ha creato. Questa la storia di un popolo innocente che ha dovuto abbandonare la sua terra, un lucchetto di memorie sapientemente posizionato dall’artista tra i capelli bianchi di un vecchio monaco, stretto da una giovane mano di cui non si vede il volto a ripercorrere quel legame tra passato e presente, unito nel ferro grigio della materia per custodire, per non dimenticare.
L’Arte non giudica, la penna scrive e il pennello scorre per Testimoniare ciò che non deve essere dimenticato. Questa l’essenza, ancora una volta, della “Strage degli Innocenti”, progetto di frontiera, spirito caparbio che naviga tra i flutti del mare di un quotidiano “globalizzato”, imbevuto di frettolose conversazioni, di ragioni di profitto dove la linfa benefica del cuore ha perso il suo battere vitale.
Chi ha l’ardire di “etichettare”, di credere che questa sia pittura “politicamente schierata”, si fermi davanti al Tempio dell’Arte che è bene per tutti da sempre.
Sia questo il monito oggi e sempre per quanti guarderanno queste figure fissate sulla tela, ed emozionandosi o rabbrividendo o addirittura voltandosi sentiranno incessante l’eco di un Tibet prigioniero, di uomini uccisi sulle frontiere, di sorrisi che, anche se hanno perso la propria patria, percorrono quotidianamente la strada della pace. La ruota del tempo, Mandala, continua lenta il suo moto perpetuo perché la tragedia abbia fine, perché il cerchio si chiuda e torni a “girare” nelle sapienti note di una cultura millenaria, testimonianza indelebile di una cultura di pace, libertà e rispetto per ogni Essere che il Creato ospita. Tania Re.
Inaugurazione ore 18.30
Galleria Biotos
Via XII Gennaio 2 - Palermo
Orario: Lun. – Ven. 10.00 /12.30 – 17.00/19.00
Ingresso libero