Complesso Museale di Santa Chiara
Napoli
via S. Chiara, 49/c (Monastero di S. Chiara)
081 5521597, 081 5523298
WEB
Alviero e Mauro Vaccai
dal 24/5/2007 al 14/7/2007
Feriali dalle 9.30 alle 17.30, Festivi dalle 9.30 alle 14

Segnalato da

Associazione Oltre il Chiostro




 
calendario eventi  :: 




24/5/2007

Alviero e Mauro Vaccai

Complesso Museale di Santa Chiara, Napoli

La Vita tra Eros e Agape. Il tema delle passioni, dei miti e degli eroi. I due scultori fanno della manualita' e del rapporto viscerale con la materia una ragione di vita. Mostra a cura di Giampaolo Trotta e Maurizio Vanni.


comunicato stampa

La Vita tra Eros e Agape

Mostra a cura di Giampaolo Trotta e Maurizio Vanni

In occasione dell’inaugurazione della mostra verrà presentato il libro
La vita tra invenzione e senso. Per una teoresi della bioetica
a cura di Paolo Becchi e Pasquale Giustiniani - editrice Graf Universitaria

Due artisti toscani, Aviero e Vaccai, si sono misurati sul tema delle passioni, dei miti e degli eroi. Dal loro incontro sono nate sculture proiettate in dimensioni oniriche, ma con precisi riferimenti alla realtà. Sculture di forme e materiali diversi, adesso raccolte nella mostra La Vita tra Eros e Agape, organizzata nel Complesso Museale di Santa Chiara, a Napoli, dall’Associazione Oltre il Chiostro, in collaborazione con la Galleria MOdenArte. Inoltre, scritti a quattro mani dai due curatori - Giampaolo Trotta e Maurizio Vanni - sono nati anche due libri, che narrano, insieme alla storie delle opere, il racconto dell’uomo-artista che si mette a nudo attraverso il proprio lavoro.

Il tema conduttore della vita e dell’etica ad essa correlata rappresenterà il file rouge per la presentazione, nel corso dell’inaugurazione, del libro La vita tra invenzione e senso. Per una teoresi della bioetica a cura di Paolo Becchi e Pasquale Giustiniani. Interverranno alla presentazione Antimo Cesaro docente di Scienze e Filosofia politica, Pasquale Giustiniani docente di Filosofia teoretica, Giuseppe Limone docente di Filosofia del diritto e della politica e Giuseppe Reale Presidente dell’Associazione Oltre il Chiostro.

La Mostra
I due scultori fanno della manualità e del rapporto viscerale con la materia una ragione di vita. La passione accomuna entrambi in quanto artisti sanguigni, che non concedono quasi nulla al solo dato estetico, ma cercano un rapporto diretto con il mondo sensibile.

La passione, in quanto sofferenza interiore, collegata ai disagi provati da persone sensibili di fronte alle ingiustizie dell’umanità, è un altro elemento che caratterizza entrambi: in molte loro opere è come se la materia prendesse forma sotto la spinta di una forza interiore in atto ad esorcizzare un malessere profondo. In alcuni casi l’amore per l’arte e per la vita trasforma la passione in emozione e in forza comunicativa.
Anche il mito unisce entrambi gli artisti: Vaccai è partito dalla conoscenza mitologica, dallo studio dei miti della Grecia classica fino ad arrivare ad annullare il dato fenomenico per raccontare una verità, talvolta, più reale della stessa realtà.

“… E’ su questo crinale di potenziale conflitto, di corti circuiti tra la ragionevolezza e la fantasia, che avanza la forza immaginifica ed evocativa del mito, la sua capacità di rappresentare senza escludere idee e concetti, unendo così la profondità delle intuizioni con la dimensione mimetica delle figure e delle storie di vita...”(G. Reale).Aviero si è concentrato sugli stati d’animo, sulle emozioni, sulle paure e sui sentimenti che caratterizzano l’uomo del terzo millennio: ne sono scaturiti lavori che si offrono come un’apertura fantastica sul mondo in grado di far riflettere e meditare.

“…La materia si rende elastica nel suo stesso divenire, si protende nell’universo delle sollecitazioni, si offre non con la fiera fissità di uno sguardo, ma nella struggente torsione di labbra che accennano a prolungarsi forse in un grido o in un sorriso appena pronunciato…” (G. Reale). Gli eroi sono i personaggi che sostengono i loro racconti: per Vaccai sono i guerrieri senza macchia e senza paura che rientrano dopo la battaglia. Per Aviero sono gli uomini che hanno il coraggio di vivere senza maschera. Eroi, però, sono anche gli stessi artisti che manifestano apertamente il loro pensiero, che hanno la forza di picchiare nel marmo e nel legno, che hanno l’ardire di confidare ancora nell’amore vero e che hanno il coraggio di credere nella vita e nel futuro.

Aviero: la vita
Aviero Bargagli, in arte Aviero, nasce ad Arcidosso, nel grossetano, nel 1941. Affascinato sin da giovane al legno, comincia a scolpire all’età di vent’anni. La prima opera realizzata è ispirata al tema della maternità, un’icona cara all’artista che ricorrerà spesso nei suoi lavori. La scultura – una professione alla quale si è accostato come autodidatta e che ha sempre amato per il puro piacere della creazione – è per Aviero un mezzo espressivo privilegiato che ha bisogno di tempi lunghi e di meditazione. È per questo che per un certo periodo si dedica solo alla realizzazione di studi grafici e opere a tuttotondo senza però mai preoccuparsi di esporle. Le sue prime apparizioni pubbliche risalgono, infatti, alla fine degli anni Settanta e da quel momento verrà invitato a partecipare con continuità a eventi e mostre.

Negli ultimi quindici anni Aviero ha raggiunto quella piena maturità artistica che gli ha permesso di produrre le opere più significative utilizzando, oltre al legno, anche altri materiali come il bronzo e la pietra. Gli apprezzamenti del pubblico e della critica non si sono fatti attendere: l’artista ha ricevuto il “Premio Italia” della Galleria comunale “Boccaccio” di Certaldo (1989) ed il “Premio Italia per le Arti Visive” (1990), il “Premio Internazionale Prometheus” (1993) e il “Premio Ambiente Arte” (1993). Nel 1998 viene insignito a Roma con la medaglia d’oro del “Foyer des Artistes” – premio istituito dal Centro Internazionale di Cultura, Arte, Scienza, Impegno sociale – presso l’Aula Magna dell’Università “La Sapienza” di Roma. Nel 1999 è tra i fondatori, insieme ad altri scultori, della “Libera Fonderia Artistica Follonica”, un’associazione culturale nata per rilanciare la tradizione artistica metallurgica del Golfo di Follonica. Alcune sue opere fanno parte di importanti collezioni private e pubbliche, altre sono state selezionate per pubblicizzare prodotti di Alta moda. Attualmente Aviero vive e lavora a Follonica.

Mauro Vaccai: la vita
Mauro Vaccai nasce nel 1954 a Pitecchio, in provincia di Pistoia, dove attualmente vive e lavora. Prende il diploma di geometra e si iscrive alla Facoltà di Agraria a Firenze senza però arrivare alla laurea. A distogliere la sua attenzione dagli studi è l’amore per l’arte. Scultore, pittore e disegnatore, si dedica a rappresentazioni religiose, ma anche a soggetti profani.

Nel 2001, in occasione della cerimonia di premiazione per i vincitori degli “Scudi di San Martino”, presenta l’opera in pietra serena “S. Martino”, raffigurante il Santo a cavallo,nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, a Firenze. L’anno seguente realizza, sempre sullo stesso tema, una scultura in marmo bianco di Carrara che l’Istituto fiorentino “Scudi di San Martino” dona alla “Columbia Association”, l’organizzazione che riunisce i Vigili del Fuoco newyorkesi di origine italiana. La scultura, simbolo di altruismo e solidarietà, è stata collocata con una solenne cerimonia nel Museo Garibaldi Meucci di New York, nell’ala che il “Fire Department” ha allestito per conservare i riconoscimenti pervenuti da tutto il mondo dopo la tragedia dell’11 settembre 2001. Nell’estate del 2005 è invitato ad esporre dal Lions Club Firenze Michelangelo nell’ambito della rassegna “L’arte dei cinque sensi. I cinque sensi nell’arte”.

Il 2006 si apre con la partecipazione alla rassegna “Il sole, la luna e la teoria degli opposti” che viene allestita dapprima al M’ARS Contemporary Art Museum di Mosca e in seguito nella Chiesa di San Francesco a Castelfiorentino. La scorsa estate ha esposto alla Strozzina di Palazzo Strozzi, a Firenze, in occasione dell’esposizione “Rifiuti preziosi” per celebrare i cinquant’anni dell’azienda Quadrifoglio S.p.A. Tra luglio e agosto ha esposto una sua opera nella Sala Mitoraj del Comune di Pietrasanta nell’ambito della mostra “Artisti per l’Unicef”.

Il Libro
Il libro La vita tra invenzione e senso. Per una teoresi della bioetica - a cura di Paolo Becchi e Pasquale Giustiniani - sarà presentato nel Complesso Museale di Santa Chiara alle ore 17.30 presso la Sala dei Marmi. Interverranno Antimo Cesaro docente di Scienze e Filosofia politica, Pasquale Giustiniani docente di Filosofia teoretica, Giuseppe Limone docente di Filosofia del diritto e della politica e Giuseppe Reale Presidente dell’Associazione Oltre il Chiostro.Di quali valori etici e giuridici parliamo quando ci occupiamo della vita e del bios nella prospettiva della bioetica?

Rispetto alla contrapposizione fra le cosiddette “etiche laiche” e le “etiche religiose”, fra le etiche che insistono sulla “qualità” della vita e quelle che ne ribadiscono la “sacralità”, gli Autori di questo volume, inserendosi in quella specie di vuoto generato dalla insecuritas della riflessione bioetica contemporanea, esplorano differenti vie d’uscita. Oltre il nichilismo e l’utilitarismo, oltre il fondamentalismo e il convenzionalismo, può forse intravedersi un altro pensiero, in grado di ripensare la bioetica per fronteggiare in termini alti l’esigenza di una trasvalutazione dei valori, senza mai tralasciare il confronto critico con credenze, orientamenti, stili di fedi e, soprattutto, con la dignitas della persona umana.

Paolo Becchi insegna filosofia nella Facoltà di Giurisprudenza delle Università di Genova e di Lucerna. Pasquale Giustiniani insegna Filosofia teoretica nella Facoltà di Teologia dell’Italia Meridionale e Filosofia della religione nella Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Suor Orsola Benincasa – Napoli.

Inaugurazione: 25 maggio 2007 - ore 17.30

Complesso Museale di Santa Chiara
via S. Chiara, 49/c -Napoli
Orario: Feriali dalle 9.30 alle 17.30, Festivi dalle 9.30 alle 14
Ingresso con biglietto del museo

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