Galleria L'Occhio
Venezia
via Dorsoduro 181
041 5226550 FAX 041 5226550
WEB
Tobia Rava'
dal 2/6/2007 al 29/7/2007
tutti i giorni dalle 10.30 alle 18

Segnalato da

Cartec




 
calendario eventi  :: 




2/6/2007

Tobia Rava'

Galleria L'Occhio, Venezia

Pittura. Opere inedite a tema naturalistico, alcune delle quali a soggetto marino, legate ad un discorso matematico sviluppato attraverso la sequenza di Fibonacci, la ricostruzione del numero di Eulero e la decodificazione del Pi greco.


comunicato stampa

Computi inauditi

a cura di Maria Luisa Trevisan

Parlare di numeri, in un’opera d’arte, può sembrare un paradosso, ma la creatività si è anche espressa attraverso proporzioni, logiche geometriche e sequenze matematiche. Con Tobia Ravà veniamo condotti ad esplorare la logica alfa-numerica che si basa sulle regole del codice binario, inteso come una doppia lettura della realtà, attraverso numeri e lettere antiche dell’alfabeto ebraico. E’ un gioco a due, “binario”, tra l’autore che propone l’arcano e lo spettatore che lo deve scoprire, decodificare. La mostra Computi inauditi avrà come sottotitolo Paesaggi trascendentali, in quanto vi saranno alcune opere inedite a tema naturalistico, alcune delle quali a soggetto marino, legate come di consuetudine per l’artista ad un discorso matematico sviluppato attraverso la ghematrizzazione della sequenza di Fibonacci, la ricostruzione del numero di Eulero e la decodificazione del Pi greco

Tobia Ravà, dopo aver sperimentato molti percorsi creativi inerenti al rapporto arte e scienza, dal 1998 ha avviato una ricerca legata alle correnti mistiche dell’ebraismo: dalla kabbalah al chassidismo, proponendo un nuovo approccio simbolico attraverso le infinite possibilità combinatorie dei numeri. La logica letterale e matematica, che sottende le opere di Ravà, è intesa come codice genetico e raccoglie elementi sia filosofici sia linguistici che vanno a costituire una sorta di magma pittorico fatto di lettere e numeri, che si cristallizzano sulla superficie “grandangolata” delle inquadrature. Le sue opere riportano elementi archetipali della cultura ebraica e si sviluppano attraverso sequenze numeriche riferite ad un linguaggio cosmologico universale, poiché attraverso i concetti base della kabbalah (“tradizione” e anche “ricezione”, indica la tradizione mistica del pensiero ebraico), si può arrivare ad un percorso etico-filosofico, legato al pensiero di Itzachq Luria, al contempo antichissimo e moderno.

Sia le composizioni architettoniche, sia quelle a soggetto naturalistico, sono costituite per lo più da un punto di vista centrale o laterale, apparentemente costruito sull'impianto prospettico rinascimentale, come nella serie dei boschetti, formati dai filari di pioppi ordinati con la stessa logica dei dipinti a soggetto architettonico, ma le lunghe prospettive invece di formare profondi coni visivi danno luogo ad una visone allargata, “ad imbuto” per effetto del grandangolo.

Se gli artisti rinascimentali cercavano la bellezza ideale nelle geometrie attraverso i rapporti numerici per raggiungere equilibrio ed armonia, misura e ordine, Tobia Ravà sviluppa un percorso simbolico a rebus costruito su piani di lettura diversi attraverso la ghematrià (“gimatreya”, criterio di permutazione delle lettere in numeri in uso fin dall’antichità nell’alfabeto ebraico), secondo cui ad ogni lettera corrisponde un numero, così ogni successione alfabetica può considerarsi una somma aritmetica. L’artista ricrea i luoghi del reale servendosi di un linguaggio codificato riferito ai numeri relativi alla traslitterazione ghematrica delle 22 lettere che compongono l’alfabeto ebraico, che hanno appunto un significato etico, spirituale e numerologico, metafora di una disgregazione attraverso le scintille di un Big Bang ancestrale.

Le sue opere raffiguranti soggetti decontestualizzati da una fitta texture cromatico-segnica, mostrano sempre una spiritualità laica e un’umanità fatte di modelli ad un tempo concreti e astratti, di luci e colori che sono la negazione di ogni conflitto, di ogni costruzione ideologica, e rappresentano una sintesi di ciò che ha incontrato lungo il suo cammino, segno e simbolo di un’umanità riconciliata.

Tobia Ravà (1959), lavora a Venezia, ha frequentato la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia ed Urbino. Si è laureato in semiologia delle arti all’Università di Bologna, dove è stato allievo di Umberto Eco, Renato Barilli, Omar Calabrese e Flavio Caroli. Espone dal 1977. E' presente in collezioni sia private che pubbliche, in Europa, Stati Uniti, America Latina, e in Estremo Oriente. Nel 1983 è tra i fondatori del gruppo AlcArte, attivo all'Università di Bologna (DAMS), con l'intento di coniugare il fare arte all'epistemologia. Dal 1988 si occupa di iconografia ebraica. Nel 1993 è il promotore del gruppo Triplani, che, partendo dalla semiologia biplanare, prende il nome dall’ipotesi di un terzo livello percettivo derivato dall’aura simbolica, accanto a quelli del significato e del significante.
Nel 1998 è tra i soci fondatori di Concerto d’Arte Contemporanea, associazione culturale che si propone di riunire artisti con le stesse affinità per riqualificare l’uomo ponendolo in sintonia con l’ambiente e rendere l’arte contemporanea conscia dei suoi rapporti con la storia e la storia dell’arte, anche interagendo espositivamente con parchi, ville, edifici storici e piazze di città d’arte. Dal 1999 ha avviato un ciclo di conferenze, invitato da università e istituti superiori d'arte, sulla sua attività nel contesto della cultura ebraica, della logica matematica e dell'arte contemporanea. Nel 2004 con Maria Luisa Trevisan ha dato vita a PaRDeS Laboratorio di Ricerca d’Arte Contemporanea a Mirano dove artisti di generazioni e culture diverse si confrontano su temi naturalistici e scientifici. www.tobiarava.com.

Inaugurazione ore 17

Galleria L'Occhio
via Dorsoduro 181 - Venezia
Orario: tutti i giorni dalle 10.30 alle 18
Ingresso libero

IN ARCHIVIO [16]
Tobia Rava'
dal 20/6/2015 al 30/7/2015

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede