Settanta! La mostra presenta un percorso che parte da opere del 1959, prima e durante il Gruppo N, a cui si affiancano opere scelte per la loro aticipita', procedendo fino ai recenti assemblaggi in tela grezza e alle sculture di acciaio.
Settanta!
Non è una mostra delle opere di Biasi maggiormente conosciute, quelle per le quali Alberto Biasi viene sempre e comunque identificato come autore dell'arte programmata, dell'arte ghestaltica e dell'ottico-dinamica. Di“Settanta!” rimarrà soprattutto il ricordo di una festa, una festa in cui Biasi, dopo quasi cinquant'anni di esperienza artistica, si presenta per quello che è, un artista a volte scontroso e riluttante ad apparire oppure, al contrario, espansivo e presenzialista, sempre inquieto e poliedrico, spesso metamorfico come la sua pittura, a volte spiazzante, ma sempre imprevedibilmente coerente, uno che come artista ha vissuto due vite: la prima come membro del Gruppo N, la seconda come “solista”, un artista che appartiene al Novecento, ma che ha saputo oltrepassare il millennio rinnovandosi con straordinaria vitalità. In realtà e in sostanza “Settanta!” presenta un percorso bizzarro: ad una raccolta di opere, a partire dal 1959, prima e durante il Gruppo N, si affiancano opere scelte per la loro aticipità, procedendo per salti fino ai recenti assemblaggi in tela grezza e alle sculture di acciaio. Fra le prime opere compaiono alcune “trame”, ma anche“spazio elastico” e “oculare sull'infinito”, queste ultime esposte nella mostra “sculture da trasporto”, inaugurata a Roma nel 1960, in occasione delle Olimpiadi.
Poi, dopo la formazione del Gruppo N: “La mostra chiusa”, di chiara ispirazione neodada, che all'epoca suscitò clamore e sorpresa, in quanto gli invitati restarono fuori dalla porta d'ingresso, come recitava il sottotitolo, “nessuno è invitato a intervenire”. Di questa mostra Biasi ripropone la porta sbarrata; “La mostra del pane” come omaggio a un oggetto feticcio, emblema “contro il culto della personalità e contro il mito della creazione artistica”. Inaugurata il 18 marzo 1961, si concluse la stessa sera “per esigenze di conservazione”.Il cartoncino d'invito recitava: “…Queste opere possono essere considerate artistiche: la loro concretizzazione non è determinata dall'idea estetizzante del bello, nasce da una intrinseca necessità di un perfezionamento qualitativo; [...]. Non esprimono nessun personalistico mondo interiore, assolvono una funzione sociale... gruppo enne”.
L'attività del Gruppo N, nei primi anni Sessanta, si caratterizzò, nel corso di alcune manifestazioni pubbliche, attraverso una serie di opere totalmente dipinte di nero. Da menzionare, tra queste, “un metro quadro di pittura nera e un metro quadro di pittura nera in scala 1:10” che fu presentata alla Biennale d'Arte Triveneta . In questa mostra Biasi ripresenta la versione “tre quadri neri”, opera inviata al Premio Marche nell'agosto 1961. Ed infine, del periodo delle dinamiche visive, non vi saranno le torsioni ma piuttosto i nudi come “Passe-partout” e le “Grazie multietniche”, oppure opere meno note come “Hiroshima-LittleBoy” e “FatMan-Nagasaki” . E ancora gli autoritratti come “io sono” e “autopercezione”, a testimonianza del periodo degli ottico cinetici e del ciclo dei politìpi. Fino a concludere con gli assemblaggi e con le recenti sculture, ma questa è storia del 2000.
Villa Pisani
Via Pisani, 7 - Stra' (VE)
Ingresso libero