Questa seconda edizione del festival e' dedicata al tema dell'Immaginario. "L'Arte e', in estrema sintesi, la creazione e l'affermazione di uno stile unico ed irripetibile e per questo motivo privo d'origine. L'arte, pertanto, non ha un inizio perche' e' da sempre in perenne trasformazione." A cura di Luca Bonaffini.
L'immaginario
a cura di Luca Bonaffini
Presentare un nuovo Festival, nell’epoca dei festival, non è cosa semplice. VoltArte nasce, dunque, necessariamente come una manifestazione che ha bisogno di un profilo concettuale ben definito. Arte, nell’epoca contemporanea, è concetto quanto mai problematico (ma nel corso della storia tutta la grande arte è sempre stata dalla parte del problema, e mai delle risposte) se ci atteniamo solo alle definizioni più comuni con cui siamo soliti descrivere la nostra epoca. L’Arte rischia – quotidianamente – di cedere alla provocazione e, allo stesso modo, di abbandonarsi all’auto celebrazione di sé.
L’Arte, in ogni sua manifestazione, è espressione della volontà, del pensiero, della civiltà e dello spirito di un’epoca. Nell’epoca contemporanea la forma (il minimo comune denominatore di ogni espressione artistica) non è più una ‘semplice’ essenza da rimembrare, contemplare e riprodurre nelle svariate modulazioni della produzione artistica. La contemporaneità ci insegna che la forma è potente solo quando è in grado di esprimere l’identità – e cioè il suo essere una forma – e la sua genesi come continuo mutare per divenire esclusivamente quella forma. Le forme artistiche, dunque, non sono rivoluzionarie (in astronomia il movimento di rivoluzione è quello che permette ai pianeti di ritornare esattamente nel punto di partenza), ma metamorfiche e in perenne trasformazione.
L’arte è rivoluzionaria, dunque, non quando riproduce clichè, ma quando si affida alla pro-vocazione. È una questione di lasciar esprimere – lasciar parlare, pro-vocare – le forme senza ridurle ad altro da ciò che sono: e cioè colore, linea, parola, suono, armonia ecc... È un problema di creazione e non di riproduzione di un modello dato; è una questione di stile. L’Arte è, in estrema sintesi, la creazione e l’affermazione di uno stile unico ed irripetibile e per questo motivo privo d’origine. L’Arte, pertanto, non ha un inizio perchè è da sempre in perenne trasformazione. Scrive, a tal proposito, il filosofo francese Maurice Merleau-Ponty: “Se nessuna pittura particolare porta a compimento la pittura, se nessuna opera d’arte è pienamente compiuta, allora ogni creazione cambia, altera, chiarisce, approfondisce, conferma, esalta, ricrea o crea in anticipo tutte le altre. Se le creazioni non sono un dato acquisito, non è solo perché passano, come tutte le cose, ma perché hanno pressoché tutta la loro vita dinnanzi a sé”.
Questa seconda edizione di VoltArte, dedicata al tema dell’Immaginario (declinato in tutte le sue forme) nasce da una base concettuale potente (secondo la precisa definizione fornita da Spinoza nell’Etica). Il senso – la verità, in termini classici – non è mai da trovare o ricercare, ma da costruire e lasciar esprime. La scelta, dunque, di non prediligere la gerarchia – un evento principale che caratterizzi VoltArte e che ne detti il senso principale – ma di affidarsi al valore costituente della differenza è una chiara e precisa scelta consapevole e voluta dallo staff che ha curato, pensato e gestito VoltArte.
Ogni frammento, ogni singolo evento di VoltArte è tutto VoltArte da quel punto di vista. Si partecipa, dunque, a VoltArte anche solo frequentando un singolo evento, incontrando un singolo intervento nella quotidianità dei propri movimenti. Tutto il senso di VoltArte si esprime in un singolo evento, e ogni singolo evento esprime tutto il senso e la potenza di VoltArte. Per questo motivo ogni evento declina ed esprime l’immaginario. Come afferma Gilles Deleuze “Quando il fondo sale alla superficie, il volto umano si scompone in questo specchio in cui l’indeterminato come le determinazioni vengono a confondersi in una sola determinazione che fa la differenza. Molto meglio far emergere il fondo dissolvendo la forma”… e sappiamo, da Nietzsche, che gli antichi Greci erano profondi proprio perché “superficiali”…
Inaugurazione: domenica 3 giugno ore 17
Casa del Giardiniere - Palazzo Gonzaga
Volta Mantovana (MN)