La mostra comprende 2 sculture in alluminio aventi origine da gusci vegetali e con una patina luminescente. I "violinisti" sono invece fusioni in bronzo da 5 custodie di violino e hanno anch'essi una patina tale da renderle confondibili con gli originali in legno. A cura di Bruno Cora'.
Two Fruits of Passion and the Five Violinists
A cura di: Bruno Cora'
La galleria Michela Rizzo è lieta di annunciare la presentazione di "Two Fruits of Passion and the Five Violinists", una personale di Giovanni Rizzoli, curata da Bruno Corà, che si terrà nello spazio di Norbert Salenbauch a Venezia sito in Calle Larga XXII Marzo, San Marco 2382/A, 30124 Venezia, Italia, con l'entrata dalla Calle Sartor da Veste, primo piano.
La mostra intitolata "Two Fruits of Passion and the Five Violinists" consiste di due sculture in alluminio e di una scultura in bronzo di cinque elementi. Le due fusioni in alluminio hanno origine da gusci vegetali e hanno una patina particolarissima luminescente. Su queste forme l'artista lavora dai primi anni novanta. I ‘cinque violinisti' sono fusioni in bronzo da cinque custodie di violino, e hanno una patina tale da renderle confondibili con gli originali in legno.
Come dice il filosofo Giuseppe Russo in un testo di riflessione su queste opere e sull'arte contemporanea oggi: "L'arte oggi si concepisce come una pratica estatica accessibile a tutti, un'esposizione dell'immediato trapasso della potenza in atto, dello choc, dell'avvento del terribile… L'intera arte contemporanea è una rappresentazione apocalittica, una messa in scena della fine dei tempi in cui irrompe l'indifferenza del divino, il Caos."
"L'arte che oggi espone custodie va controcorrente. Non cerca lo choc, l'avvento del terribile, ma il silenzio e la maestria, non l'informe indifferenza del divino ma il suo volto mondano." "Benjamin era rapito dalle custodie. In Infanzia berlinese dice addirittura di aver scoperto che «forma e contenuto, custodia e custodito sono la stessa cosa»." La custodia del violino è la residenza del violino, ciò che impedisce che tutta la sua potenza trapassi in atto e, insieme, è il violino stesso." "La custodia e l'astuccio costituiscono, insomma, il silenzio in cui l'infinita potenza degli oggetti che contengono è preservata come tale e non dilegua nella fugacità del presente."
Giovanni Rizzoli, da un'affermazione ripresa da uno scritto della danzatrice e coreografa Laura Moro, così sintetizza l'approcio che suggerisce per la visione delle sue opere in questa esposizione: "Io vi chiedo di guardarmi come si guarda una montagna, come si guarda un fiume che non racchiudono in sé la responsabilità per ciò che sembrano".
Giovanni Rizzoli ha partecipato a numerose mostre personali e collettive tra le quali la Klein Skulpturen Triennale Stuttgart 1998 a cura di Werner Meyer, la 48° Biennale di Venezia 1999 a cura di Harald Szeeman, "Futurama" Museo Pecci Prato 2000 a cura di Bruno Corà, Marco Meneguzzo, "Caos" Museo di Arte Contemporanea di Villa Croce Genova 2001 a cura di Sandra Solimano, " Zeichnung" Villa Frank Ludwisburg Kunstverein 2002 a cura di Agnés Kohlmeyer, la Biennale di Scultura di Carrara 2006 a cura di Bruno Corà.
Inaugurazione: venerdì 8 giugno 2007 alle 18,30
Spazio Norbert Salenbauch
Calle Larga XXII Marzo - Venezia
Orari: 9 e 10 giugno dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 19, per altri orari su appuntamento; dall'11 giugno dalle 16 alle 19 o su appuntamento; agosto chiuso
Ingresso libero