Giuseppe Armenia
Domenico Borrelli
Giovanni Fioccardi
Paolo Grassino
Enrico Iuliano
Gioberto Noro
Fabrizio Parachini
Anna D'Agostino
In mostra opere di Giuseppe Armenia, Domenico Borrelli, Giovanni Fioccardi, Paolo Grassino, Enrico Iuliano, Gioberto Noro e Fabrizio Parachini. Lavori morfologicamente diversi come installazioni, fotografie, video, sculture, interventi cromatici e grafici entrano in relazione tra loro e con lo spazio che le ospita.
Il filtro dell'immagine
a cura di Anna D'Agostino
Mercoledì 6 giugno 2007 alle ore 18,30 presso il PalaFuksas, in piazza
della Repubblica 25, Torino, si inaugura la mostra "Sguardo consapevole.
Il filtro dell'immagine", concept di Fabrizio Parachini.
La mostra raccoglie opere di Giuseppe Armenia, Domenico Borrelli, Giovanni
Fioccardi, Paolo Grassino, Enrico Iuliano, Gioberto Noro, Fabrizio
Parachini. Lavori morfologicamente diversi come installazioni, fotografie,
video, sculture, interventi cromatici e grafici entrano in relazione tra
loro e con lo spazio che le ospita, evidenziando le affinità profonde che
le attraversano e le differenze che ne esaltano le specificità, e, in
alcuni casi, gettando un ponte verso il contesto urbano e sociale. La sede
espositiva si trova, infatti, in un punto nevralgico, "problematico",
multiculturale, e centrale della città.
Il titolo dichiara esplicitamente che le opere presentate sono il frutto
di una visione lucidamente complessa sulle cose e sul mondo, disposta però
a confrontarsi con gli sguardi altrettanto complessi e curiosi di coloro
che sapranno prestar loro attenzione.
Il sottotitolo, "Il filtro dell'immagine", si pone come un elemento
connotativo e vero e proprio filo conduttore. La proposizione sta a
indicare il riconoscimento, e l'accettazione implicita, che tutto ciò che
noi vediamo, e quindi anche un'opera d'arte, è il risultato di
stratificazioni complesse fatte di pensieri, ricordi, immagini immediate e
remote, oggettualità e fantasie evanescenti. La visione incontra numerosi
"filtri" nel suo percorso dalla mente all'opera e viceversa, mai così
tanti come in questa contemporaneità, il loro riconoscimento e il loro uso
da parte degli artisti può diventare elemento creativo qualificante
proprio in quanto esperienza del "sentire" più profondo.
Dal testo in catalogo:
Lo spazio è vissuto come Agorà da Paolo Grassino ed Enrico Iuliano.
Diventa il simbolo di crocevia ed incontro di popoli. Grassino crea
un'installazione usando la grande ghiacciaia antica. Questa diventa il
cuore stesso del luogo che prende vita, e si illumina di luce verde. La
musica, composta da Stefano Danusso, proviene dall'interno, dove, immagina
l'artista, vi è qualcuno che suona il flauto, come avviene in Turchia alla
morte di un saggio. Nel PalaFuksas c'è un mistico che suona, e la sua luce
è talmente intensa che irradia ovunque. Vuol arrivar fin fuori, ad
accompagnare chi monta e smonta il mercato tutti i giorni.
Il "venirsi incontro" è anche il tema principale delle opere di Enrico
Iuliano; installazioni del genere di Composizione per vetri su vespa sono
costruzioni dinamiche. L'acqua rossa torna sempre su se stessa, evocando
un clima gioviale, mentre il pennino diventa l'emblema stesso della
comunicazione. L'artista pensa a tutti i viaggiatori e alle esperienze in
continua evoluzione. Lo spazio è come un labirinto per Domenico Borrelli e
Giuseppe Armenia. Le figure di Borrelli provengono da universi altri. La
fanciulla in gesso, di Cover, è un'entità leggerache, con un movimento
della mano, sembra trascinare via con sé l'intera stanza, rivelando così
un'imprevista morbidezza, straniando, e aprendo una dimensione surreale in
cui anche lo spettatore rimane coinvolto. Arianna appare in un labirinto,
non riconoscibile, tutto bianco, a portare via con un gesto la memoria del
luogo, a ricordarci il mito. Lungo le direzioni di un altro Labirinto,
quello di Giuseppe Armenia, puoi anche perderti, dato che, secondo
l'artista, il mondo globale rischia di smarrire la connessione conla
tradizione, con la storia. L'Ignoto che guarda il tramonto è una figura di
spalle, che sta andando via. Di fronte all'ossessione delle immagini del
contemporaneo, Armenia mostra presenze che continuamente si negano. Lo
spazio contiene altri spazi per Giovanni Fioccardi e Gioberto Noro.
Di
fronte alla confusione urbana, Fioccardi cerca di cogliere la dimensione
estetica di qualsiasispazio da lui percorso. Da piazze rumorose e
affollate ottiene particolari silenziosi, ben strutturati, bilanciati e
armonici nelle forme e nei toni. La città di Fioccardi appare in linea con
la tendenza di molta arte contemporanea che, all'opposto di quella
futurista, vede rappresentato lo spazio urbano nei particolari, e in spazi
sempre più vuoti. In An elder with no name, di Gioberto Noro, un sambuco,
albero che veniva posto accanto all'abitazioni a protezione, è affiancato
da una parete di cemento nello spazio dall'apparenza desolante. La pianta
viene trovata in un luogo difficilmente raggiungibile. Gli artisti ne
percepiscono le vibrazioni, generate da stati di disagio e sofferenza. Ci
sono luoghi in cui l'energia è forte, diventa tangibile, e nel tentativo
di "raccogliere l'urlo di dolore della terra", diventano i tramiti delle
istanze comunicate dall'oggetto. Fabrizio Parachini interpreta lo spazio
come puro spazio. Al suo interno compone i suoi dittici e trittici e il
più piccolo Aleph, quadrato nero, che rappresenta la forma primache genera
le altre. L'artista sente la tensione con principi archetipici ed
originari, si riferisce all'elementare-complesso, guarda la sua Purezza.
In un ipotetico percorso, costruisce un codice binario che alterna
immagini di una realtà debordante, della città-labirinto, con le pause
monocromate dei suoi lavori. Anna D'Agostino
Un ringraziamento speciale ad Anselmo Basso.
Sponsor: Fabrizio Musso; Pastis; Il Consorzio di Bra; Edibas.
Si ringrazia: vinologo.it; Il Progetto Portapalazzo The Gate; Attittudine
forma; Associazione di Quadrilatero; Associazione culturale Azimut;
Associazione culturale Migma; Alpini della Protezione Civile; l'Amiat.
Inaugurazione: Mercoledì 6 giugno 2007 alle ore 18,30. Preview per i giornalisti alle 17.30
Alle ore 20.00 performance di Flamenco Contemporaneo della compagnia "El
Contrabando", con Diana Regano e Anet Froehlicher.
PalaFuksas
Piazza della Repubblica, 25 - Torino