Marena Rooms Gallery Contemporary Art
Torino
via dei Mille, 40a
011 8128101
WEB
Musica per occhi
dal 9/7/2007 al 9/10/2007
15,30-19,30

Segnalato da

Marena Rooms Gallery




 
calendario eventi  :: 




9/7/2007

Musica per occhi

Marena Rooms Gallery Contemporary Art, Torino

Guido Alfs, Paolo Maggis, Moritz Schleime. Una mostra collettiva interamente dedicata alla pittura di ultima generazione con tre artisti in qualche modo legati a Berlino, per nascita o per scelta. In concomitanza con l'apertura di Traffic Torino Free Festival. A cura di Claudia Praderio.


comunicato stampa

Guido Alfs, Paolo Maggis, Moritz Schleime

a cura di Claudia Praderio

In concomitanza con l’apertura di Traffic Torino Free Festival (11-14 luglio), uno degli appuntamenti con la musica nazionale e internazionale più attesi dell’estate torinese, dedicato simbolicamente quest’anno alla città di Berlino, la galleria Marena Rooms Gallery di Torino ha il piacere di presentare Musica per occhi, una mostra collettiva interamente dedicata alla pittura di ultima generazione e ad alcuni dei numerosi talenti artistici che a Berlino sono nati e cresciuti o vi si sono trasferiti per conoscerla, lavorarci e viverci. Contemporaneamente inaugureranno, nell’ambito della stessa iniziativa, le gallerie torinesi: Alberto Peola, Maze, Franco Noero, In Arco e Francosoffiantino.

Guido Alfs (Berlino,1971), Paolo Maggis (Milano,1978) e Moritz Schleime (Berlino,1978) vivono e lavorano a Berlino, la città del Muro, la patria della musica elettronica europea, la fucina artistica che insieme a Dresda e Lipsia ha sfornato in Germania, in anni recenti, un numero formidabile di pittori a dir poco talentuosi che ha raggiunto in breve tempo fama e successo internazionali. Se è vero che i tedeschi Matthias Weischer, Martin Eder, Erik Schmidt, Thomas Scheibitz (solo per citarne alcuni al massimo quarantenni) sono oggi considerati tra i migliori pittori del vecchio continente e hanno ormai raggiunto quotazioni di mercato di tutto rispetto, è altresì vero che una nuova ondata di seconda e terza generazione sta egregiamente crescendo, riscuotendo un buon successo di critica e di pubblico. La vitalità attuale della scena artistica tedesca di cui anche Guido Alfs e Moritz Schleime fanno parte, riconferma l’assoluta centralità della pittura, intesa come linguaggio privilegiato in grado di raccogliere stimoli esterni e di leggere la realtà contemporanea.

La nuova ricerca è senza dubbio figlia di un inarrestabile processo di ibridazione e contaminazione fra cultura alta e bassa, fra citazioni colte provenienti dalla storia dell’arte e riferimenti al mondo dei saperi giovanili (fumetto, letteratura e cinema mainstream, musica). Sono tutte strategie e direzioni che portano a volte a risultati estremamente sofisticati e raffinati, dove la scelta di aderire al filone astratto o figurativo si rivela semplicemente un escamotage stilistico e narrativo per costruire nuove e più efficaci iconografie capaci di raccontare il mondo intorno a noi. Guido Alfs ha scelto la via di una figurazione enigmatica, simbolica e ipertrofica. Atmosfere cupe, allucinate, vagamente surreali e apocalittiche, incorniciano lividamente gesti e figure simili a manichini che con la realtà intrattengono ormai solo un debole rapporto. La follia, come tratto distintivo e comune a tutte le opere, viene declinata da Alfs nelle forme dell’alienazione quotidiana, dello straniamento, dello sdoppiamento psichico, della trasfigurazione dei corpi inanimati.

Sospese fra realismo psicologico e allucinazione fantastica, segnate da massicce dosi di grottesco, le pitture di Alfs sono metafore visive di un presente buio e disturbato, segnato dalla solitudine e dalla violenza cieca. Moritz Schleime, originario dell’ex Germania dell’Est, utilizza una tavolozza di colori acidi e lisergici per inscenare situazioni ironiche e assurde popolate da antieroi alla deriva. Piccoli incubi realistici venati di romanticismo decadente di cui sono protagonisti personaggi al limite del fiabesco, pupazzi da fumetto, giovani rockettare più ridicole che seducenti, dark lady psicotiche, individui confusi o megalomani che probabilmente non vedranno l’alba del giorno dopo. La pittura di Schleime si nutre di riferimenti alla cultura giovanile (fumetto, videoclip, letteratura e cinema splatter, graffito urbano) ormai diventati generi di culto, lasciando però intravedere citazioni colte tratte dalla storia dell’arte.

Il milanese Paolo Maggis si è da qualche tempo trasferito a Berlino, dove vive e lavora. È uno dei giovani protagonisti della “Renaissance” della pittura figurativa in Italia. Una pittura che parte dall’interno, che non mira a descrivere bensì a creare una nuova realtà attraverso una riflessione che appare prima di tutto linguistica e solo in seconda battuta contenutistica. Pennellate robuste e vigorose quasi “selvagge”, colori accesi e innaturali alternati a stesure scure e piatte su cui campeggia in primo piano la figura umana appena riconoscibile, tutta sintetizzata nello sguardo perso, fisso, profondo e vacuo dei giovani protagonisti. Con Maggis va in scena sulla tela una sorta di danza macabra dell’esistenza, scandita da ritmi e gesti quotidiani al limite dello svotamento di senso.

Testo in catalogo di Gabriella Serusi

Inaugurazione: Martedì 10 Luglio dalle 18,30 alle 21,30

Marena Rooms Gallery Contemporary Art
Via dei Mille, 38 - Torino
Orari: 15,30 – 19,30; Aperture Speciali: da Mercoledì 11 a Sabato 14 Luglio tutti i giorni dalle 15,00 alle 21
Ingresso libero

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