L'artista si presenta come neo-modernista: riceve le istanze della Pop-art, sceglie supporti che rimandano all'Arte Povera e nel ritrovamento degli elementi compositivi non dimentica le lezioni neo-oggettuali.
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a cura di Pasquale Lettieri
Vito Scandariato dipinge oggetti e soggetti immediatamente riconoscibili.
Attraverso le esperienze più puriste del Novecento l’artista di Trapani è giunto ad una poetica,un opus e una serenità di accoglienza che non sono caratteristiche esclusivamente formali, ma soprattutto uno strumento di democratizzazione dell’arte. Più che post-moderno Scandariato si presenta come neo-modernista: riceve le istanze della Pop-art, sceglie supporti che rimandano all’Arte Povera e nel ritrovamento degli elementi compositivi non dimentica le lezioni neo-oggettuali e neo-concettuali.
Le immagini sono riprodotte meticolosamente, l’approccio alla figurazione quindi è complesso e ricercato malgrado le superfici ruvide: nella preparazione dei sacchi di yuta, Scandariato compie il primo passo alchemico, il suo contatto/rapporto con la materia, l’imprimitura diviene iniziazione di un processo lirico e onirico. Vito Scandariato propone un teatro della concretezza che sottende le linee di una fantasia allusiva, che è tutta da scoprire, nel meccanismo della proiezione così come nella singolarità delle iterazioni.
Accademia di Belle Arti
via S. Maria di Costantinopoli, 107 - Napoli
Ingresso libero