Per la sua prima personale in un museo italiano l'artista realizza appositamente dieci nuovi lavori, tra cui alcuni dedicati alla citta' di Milano, affiancati da una selezione mirata delle sue opere piu' importanti degli ultimi due decenni. Accanto alle Coppie di Ballerini provenienti dal Museo d'Arte Moderna di Francoforte, ai Calciatori provenienti dalla collezione FIFA ed al grande Icaro in bronzo messo a disposizione dalla Galleria Ropac di Salisburgo, e' esposta l'ultima produzione dello scultore tedesco, particolarmente interessato a dare una personale interpretazione dell'arte astratta e del rapporto tra opera e spettatore.
Personale
a cura di Maurizio Sciaccaluga
Artista capace di coniugare come pochi tradizione e attualità, in grado di mettere d’accordo fautori della figurazione e filosofi del concettuale, appassionati delle tecniche classiche e teorici delle iconografie del nuovo millennio, Stephan Balkenhol presenta al PAC la sua prima importante personale in un museo italiano. Per l’appuntamento milanese l’artista realizzerà appositamente dieci nuovi lavori, tra cui alcuni dedicati alla città di Milano, affiancati in mostra da una selezione mirata delle sue opere più importanti degli ultimi due decenni. Accanto alle Coppie di Ballerini provenienti dal Museo d’Arte Moderna di Francoforte, ai Calciatori provenienti dalla collezione FIFA di Zurigo ed al grande Icaro in bronzo messo a disposizione dalla Galleria Ropac di Salisburgo - tutti capolavori mai presentati prima in Italia - sarà così possibile vedere l’ultimissima produzione dello scultore tedesco, di recente particolarmente interessato a dare una personalissima interpretazione dell’arte astratta e del rapporto tra opera e spettatore.
Le sculture di legno di Balkenhol si confrontano da oltre vent’anni con l’uomo e la donna di tutti i giorni, scostandosi dai classici ideali di bellezza. Quella proposta dall’artista è infatti una realtà smitizzata, fatta di eroi assolutamente “normali”, sempre però sovra o sotto dimensionati – o magari posti su alti piedistalli che ne alterano lo status – quasi a dimostrare l’impossibilità effettiva di tale normalità o comunque la straordinarietà del non essere fuori dalle righe. Scolpite in un unico tronco di legno e poi dipinte, le sue figure recuperano una pratica già utilizzata nel Medioevo ma, nonostante l’uso di questo storico metodo e di una particolare tecnica di intaglio adottata anche dall’espressionismo tedesco, la mimica dei volti è priva di qualsiasi espressione, non lascia trapelare emozioni.
Quasi a volersi distanziare dalla passione e da ogni partecipazione, Balkenhol evita ai suoi personaggi qualsiasi gesto, pone le sue statue nella più assoluta immobilità e le distacca decisamente dalla tradizione. A fronte di una normalità evidente, fatta di vestiti banali e di un’apparente indifferenza per i particolari – ogni figura indossa sempre la “divisa” dell’uomo comune, che l’autore osserva e fotografa per le strade – sono le superfici ruvide e scavate, la forza espressiva del materiale utilizzato a conferire movimento e potere evocativo alle opere. Nel tempo dell’installazione e della provocazione, si tratta di scultura nel senso più tradizionale del termine, ma affrontata con un approccio totalmente personale e rivestita dal sottile velo dell’ironia.
Come di consueto è previsto un programma di attività didattiche per bambini, ragazzi, singoli visitatori e scolaresche, organizzate da MARTE snc con il contributo di Gruppo COOP Lombardia. La mostra è accompagnata da un ricco catalogo edito da Federico Motta Editore.
Padiglione d'Arte Contemporanea - PAC
via Palestro, 14 - Milano
Orario: 9.30 – 19.30 tutti i giorni. Giovedì fino alle 22.30. Lunedì 14.30 – 19.30
Biglietti: Intero euro 5 - ridotto euro 3 – scolaresche euro 2