Giovanni Cerri
Gabriele Poli
Marina Falco
Christian Evallini
Daniele Cazzato
Franco Colnaghi
Gaetano Orazio
Antonio D'Amico
Dialoghi intorno all'arte marchigiana. Omaggio a Sergio Graziosi. Collettiva. In mostra dipinti di: Giovanni Cerri, Gabriele Poli, Marina Falco, Christian Evallini, Daniele Cazzato, Franco Colnaghi e Gaetano Orazio. A cura di Antonio D'Amico.
Dialoghi intorno all'arte marchigiana. Omaggio a Sergio Graziosi
a cura di Antonio D'Amico
Giovanni Cerri, Gabriele Poli, Marina Falco, Christian Evallini, Daniele Cazzato, Franco Colnaghi e Gaetano Orazio
Con questa esposizione si inaugura a Montecosaro un progetto itinerante
che tenta di captare la radice delle esperienze pittoriche di alcuni giovani
artisti che con lo sguardo vigile alla vita tangono, sul supporto pittorico,
esiti figurativi per poi raggiungere linguaggi visivi "Ri-Tratti dalla
Memoria". È questo il titolo della rassegna che ha origine nella concreta
esigenza di individuare un tracciato di ricerca sull'arte contemporanea che
trova e verifica il suo fondamento nel valore del confronto con la storia
pittorica dei grandi maestri che nei secoli hanno vissuto appieno il loro
tempo, scandendo specifici linguaggi territoriali. Il risultato visivo è una
continuità rinnovata e aggiornata nelle tecniche e nelle forme, pur
mantenendo saldo lo stile che identifica ciascun artista chiamato a
misurarsi con un'affascinante eredità iconografica che, per questa mostra, è
tutta marchigiana. Indi per cui, pittori quali i fratelli Salimbeni, El
Greco, Simone de Magistris, Federico Barocci, Lorenzo Lotto rivivono
idealmente nelle opere di questi giovani artisti come in una lente
d'ingrandimento deformante. Emergono così i "Dialoghi intorno all'arte
marchigiana", con i quali i sette artisti invitati a questa mostra, che ha
poi tutta l'aria di una "sfida", si sono misurati. Le sale dei prestigiosi
spazi del Complesso Agostiniano di Montecosaro, si presenteranno agli
spettatori come otto stanze della memoria, in cui tutti siamo invitati ad
entrare, ciascuna caratterizzata da evocazioni e reminiscenze che scorrono e
affiorano sul supporto dipinto. Saranno volti, gesti, posture di figure
umane, oppure scenari, prospettive e spazialità che provengono
dall'osservazione e dal "sentire" affine quei maestri lontani nel tempo e
dalla nostra realtà, ma densi di una rinnovata vitalità.
Tutti questi elementi che arricchiscono l'evento, visitabile fino al 30
settembre, sono esaminati dal punto di vista critico nel catalogo della
mostra, edito da "Bocca Editore", che fra le altre cose presenta un
interessante affondo storico di Sara Fontana, storica dell'arte le cui
recenti indagini pongono attenzione alle arti visive dagli anni Cinquanta
del Novecento a oggi. Le ragioni di questa mostra, poi, si intercettano da
subito nella prefazione del curatore.
«[…] Tempi e attese che regolano la storia dell'arte e che nella nostra
contemporaneità assumono modalità ed equilibri tutti da riordinare. Laddove
c'è stato un tempo dove si ambiva all'esecuzione dei grandi cantieri ad
affresco, soffitti e volte, oppure a sontuose pale d'altare che raccontavano
storie e immagini di santi, miracoli, simboli, parabole, martiri, supplizi e
divine apparizioni. Un tempo in cui il pittore aveva un ruolo e un "mestiere
" pubblico, sociale, laico o ecclesiastico, al servizio della Chiesa, di un
re o di una Signoria. Mondi "celesti "e mondi di potenti sovrani,
rappresentazioni sacre e profane, "ultime cene", "natività ", "adorazioni
dei magi, madonne con Bambino, crocifissioni "e "deposizioni, re "e" regine,
papi e cardinali, battaglie "e" trionfi."
Qui e ora, "le nostre" figurazioni, più lacerate e sofferte nella forma,
raccontano di "cenacoli nei campi nomadi" , "venerazioni profane ", "stadi
d'assedio psicologici", "capi di stato" e "gente comune", "sogni", "speranze
di pace"; paesaggi reali e immaginari dove vivono dannati e penitenti con lo
sgretolarsi dei loro destini, ritratti dalla memoria con la sensibilità
espressiva di chi vigila sulla nostra storia».
La storia, maestra di vita, dimostra, a Montecosaro, come ogni esperienza
figurativa contemporanea non può e non deve trascendere dal ricco bagaglio
filologico e culturale che l'arte di ogni tempo ci ha lasciato e che per
questi giovani artisti è un patrimonio inestimabile da cui ripartire per
altre entusiasmanti avventure artistiche. È lo stesso sentimento che fece
proprio Sergio Graziosi a cui questa mostra dedica la sezione conclusiva,
rendendo omaggio all'estro di un maceratese-lombardo che scelse negli ultimi
anni della sua vita di ritornare a vivere fra le meravigliose colline di
Montecosaro per assaporare l'incanto dei monti sibillini.
Catalogo: Bocca Editore Milano
Inaugurazione, sabato 28 luglio ore 18,30
Complesso Agostiniano - Montecosaro
Orari: 10.30-12.30 e 17-20, chiuso lunedi'.