Diari dell'infinito. "In ciascun passo di pittura, tra cirri e blu di velluto, l'artista, tenacemente ricerca l'indicibile. Questo interminabile raccoglimento diviene discesa nella profondita' del se' che si racconta sulla tela." (Luca Verrini)
Diari dell'infinito
a cura di Giovanni Gardini
La scoperta del sé nell’ineffabile
Sulle tele di Takako il colore carezza appena la superficie pittorica. Di vaghi contorni, il firmamento appare mutevole, in veste celeste, cerulea e cobalto. Ogni brano d’azzurro dell’artista invita ad ascoltare, ad indulgere alla sua penetrante spiritualità. Takako dilata la percezione sensoriale per carpire la natura del silenzio. In ciascun passo di pittura, tra cirri e blu di velluto, l’artista, tenacemente ricerca l’indicibile. Questo interminabile raccoglimento diviene discesa nella profondità del sé che si racconta sulla tela.
Così nel continuo rinnovarsi della volta celeste si specchia la mutevolezza dell’essere, mentre la minuzia del corpo umano si svela nell’enormità dell’empireo. La superficie pittorica è dunque pervasa d’uno slancio mistico che s’incarna nelle numerose gradazioni cromatiche in cui il blu appare. Le zone grigio-scure paiono invece la denuncia d’una greve materialità, gravosa da governare, che adombra i limpidi silenzi, rallentando così il processo di conoscenza dell’ineffabile.
Luca Verrini
Inaugurazione 3 agosto 2007
White Corner
Milano Marittima (RA)