Un amore. La rassegna 'Lo strabismo di Venere' vede in mostra illustratici italiane emergenti. La mostra ospita tavole originali appartenenti al progetto dedicato al giornalista e scrittore Dino Buzzati.
Un amore
a cura di Ferruccio Giromini
Rassegna Lo strabismo di Venere
Si rinnova l’appuntamento con la giovane arte d’autore alla Galleria Mirada di Ravenna: dopo una breve pausa estiva in chiusura della “personale a tre” dedicata a Squaz, Paper Resistance e sonosolo, anche la stagione espositiva 2007/08 prevede un calendario denso di appuntamenti di grande interesse. Oltre all’ormai tradizionale Festival Komikazen (che quest’anno vedrà coinvolte alcune tra le più importanti sedi istituzionali cittadine) ed alle personali dedicate ai grandi nomi del fumetto nazionale ed internazionale, la galleria ospiterà una accurata selezione di illustratrici italiane emergenti. La rassegna “Lo strabismo di Venere” sarà un filo conduttore per una serie di mostre dedicate allo sguardo “strabico” e affascinante delle illustratrici di talento italiane. Nell’anno 2007 saranno due le artiste invitate: Chiara Dattola (in mostra presso gli spazi della Galleria dal 7 settembre al 7 ottobre al 2007) e Mara Cerri (dal 7 dicembre 2007 al 13 gennaio 2008).
Coetanee, varesina la prima e pesarese la seconda, sono accomunate dal dato anagrafico (classe 1978) e da un’affinità poetica che lascia alla dimensione onirica solo l’introiezione in chiave surreale della realtà. E soprattutto, dalla continua tensione di ricerca, segnata dal tenero amore-odio per il colore, che se conduce Cerri alla semplificazione verso l’essenza in bianco e nero, di contro porta Chiara Dattola a seguire strade diverse e ad approdare ad esiti opposti.
L’occasione le è data da Un amore di Dino Buzzati, autore che l’appassiona fin dall’adolescenza e che segnerà, come racconta lei stessa, una sorta di “vittoria sulla paura del colore” che coincide con la capacità di affrontare il timore di se stessa.
La mostra a Ravenna ospiterà tavole originali appartenenti al progetto dedicato al giornalista e scrittore Dino Buzzati che, a partire dal 2006, nell’anniversario della nascita, è stato commemorato in un ciclo di numerosi eventi espositivi e dibattiti in cui Chiara è stata coinvolta in prima persona. È Un amore a catalizzare la riflessione visionaria dell’artista che disegna una “Laide” (l’equivoca protagonista femminile del racconto) dalle linee asciutte e allo stesso tempo addolcite, seguendo la “duplice e bifronte capacità” con cui la dipinge Giromini, di avere: “(…) da un lato l’immediata felicità comunicativa che rende qualsiasi disegno infantile una piccola magia estetica, e dall’altro una studiata sapienza espressiva che dopo un lungo gioco di togli e aggiungi sforna un prodotto visivo conchiuso e coerente (…)”.
Anche la Milano in cui è ambientato il racconto, e che l’artista ha conosciuto soprattutto in occasione dell’ambita collaborazione con “il Corriere della Sera”, diviene il luogo deputato di riflessioni e proiezioni degli stati d’animo dei protagonisti di cui Chiara indaga le emozioni profonde, forte della comunione empatica con Buzzati di cui ci descrive ammirata “l’accuratezza nell’uso delle parole e quel suo saper raccontare la passione per la vita in un modo tutto particolare”.
“Dapprima mi sono appoggiata alle parole di Buzzati e dopo, abbandonata la sua mano, ho proseguito da sola come un bambino che impara ad andare in bicicletta per la prima volta. E per la prima volta, ho scoperto il colore dentro di me e non ne ho avuto paura.
Questi ritagli di rossi, le pennellate di olio nero, il suo puzzo, i volti accennati fra i giardini di una Milano che quasi non si vede più, quella giovane prostituta camuffata da ballerina, gli androni dei baci rubati, gli angoli pieni di urina, i club privati, le bugie dette, quelle carpite, l'amore impossibile, l'innocenza che se n'è andata, l'appartamento del Corsini…
Gli strappi di colore si intrecciano fra di loro quasi si dissolvono, l'uno nell'altro e non mi tradiscono sulla carta bianca, anzi, mi danno maggiore forza.
L'esperimento è sempre in divenire, anche per questa mostra, porterò tavole nuove, la maggior parte direi, nelle quali, si noterà, mi sono divertita a scandagliare il mondo intimo della Laide prostituta, del piacere a pagamento e delle Signore Ermelina, ma anche, e ancora, degli angoli dispersi di Milano, la notte che si difende dallo stress della giornata appena fuggita”.
Venerdì 7 settembre alle 19, in occasione dell’inaugurazione, Chiara presenterà il libro Il Cammello che sapeva leggere: Favole e racconti popolari del Mediterraneo, da lei illustrato su testi di Anselmo Roveda. Si tratta di un viaggio nella tradizione folclorica del nostro mare, pensato per i più piccoli, ma pieno di sorprese anche per i più grandi. L’incontro è pensato anche come spunto per chi fosse interessato ad intraprendere l’attività di illustratore nel contesto delle iniziative dell’Ufficio Giovani Artisti del Comune di Ravenna.
Chiara Dattola nasce nel 1978 a Varese, dove vive e lavora. Dopo il diploma in Illustrazione all’Istituto Europeo di Design, collabora presto con importanti case editrici (De Vecchi, Bruno Mondadori, Zanichelli), riviste nazionali e straniere (Sole 24 Ore, Il Corriere della Sera, Internazionale, Giudizio Universale), studi di design e agenzie di comunicazione. Partecipa a numerose collettive e tiene personali all’estero e in Italia. Nel 2006 e 2007 ottiene due Award dall’Associazione Illustratori italiana.
Inaugurazione ore 19
Associazione Mirada
Via Mazzini, 83 - Ravenna
Ingresso libero