ElleCi Studio - Paola Carlotti
Mostra dedicata ai ritrovamenti effettuati all'interno della necropoli romana di San Lorenzo a Cremona, lungo la via Postumia. La mostra, esposta per la prima volta a Cremona tra il marzo e l’aprile del 2000, si fonda sui ritrovamenti effettuati negli anni 1962 e 1966 nel corso di scavi intorno alle absidi della chiesa di San Lorenzo, che portarono alla scoperta di una necropoli ad incinerazione databile intorno al I secolo a.C.
I letti funerari della necropoli romana di Cremona
Mostra dedicata ai ritrovamenti effettuati all'interno della necropoli romana di San Lorenzo a Cremona, lungo la via Postumia.
La mostra, esposta per la prima volta a Cremona tra il marzo e l’aprile del 2000, si fonda sui ritrovamenti effettuati negli anni 1962 e 1966 nel corso di scavi intorno alle absidi della chiesa di San Lorenzo, che portarono alla scoperta di una necropoli ad incinerazione databile intorno al I secolo a.C.
Diverse centinaia di elementi in osso lavorato e riferibili all’apparato decorativo di rivestimento di letti per la cremazione dei defunti furono riportati alla luce in quelle occasioni. La prima volta, nel 1962, si trattò di un intervento di emergenza, di fatto assistendo ai lavori di sterro di una impresa edile e salvando pochi reperti dalla distruzione. Nel 1966, invece, fu la Soprintendenza alle Antichità della Lombardia a riprendere gli scavi, ma nemmeno in quella occasione fu possibile portare avanti un’indagine approfondita della necropoli. Per questo motivo non è possibile oggi ricostruire i contesti delle tombe cui appartenevano i letti funebri di San Lorenzo.
L’alto livello stilistico delle decorazioni e la raffinatezza degli intagli pongono i letti rinvenuti a Cremona tra gli esemplari più pregiati nel genere. Le parti decorative dei letti raffigurano elementi vegetali, animali e figure maschili e femminili legate al culto dionisiaco e alla sfera funeraria, rivelando aspetti importanti del loro significato ideologico e religioso. Gli esemplari della necropoli sono per lo più frammenti, spesso con evidenti tracce di combustione, tali da provocare in alcuni casi una forte deformazione che ha reso difficile la ricomposizione delle strutture.
Per questa ragione, nella mostra i reperti sono stati divisi sulla base della loro pertinenza alle tre parti principali dei letti: gambe, telaio e fulcra. Sebbene, infatti, alla luce delle analisi tipologiche e stilistiche, si possa affermare che i frammenti si riferiscono al rivestimento di diversi letti funerari, è impossibile risalire alla loro appartenenza originaria e quindi riassemblarli correttamente. Una ricostruzione ipotetica, invece, sulla base del confronto con altri esemplari noti, è stata fatta per due gambe e due fulcra.
L’uso dei letti funerari in avorio e osso conobbe un grande sviluppo nel mondo romano dal II secolo a.C. alla prima età imperiale e mirava a evidenziare l’importanza e il rango sociale del defunto.
Letti funerari in osso sono stati rinvenuti in Italia soprattutto nelle regioni centrali, in particolare nelle Marche, in Umbria, Abruzzo e Lazio. Si è ipotizzato infatti che proprio in queste zone fossero situati i centri per la produzione dei letti, i quali rispondevano alle richieste dei ceti abbienti che avevano adottato il rito della cremazione su kline di origine ellenistica. In Italia settentrionale, invece, letti in osso sono documentati, oltre che a Cremona, ad Aosta, a Pollenzo, ad Aqui Terme, a Mortara e a Brescia. La diffusione dell’uso di questi letti, comunque, riguarda anche altri territori dell’Impero, e la loro presenza è stata riscontrata in Francia, Svizzera, Germania, Austria, Belgio e Spagna. Su di essi il corpo del defunto veniva composto durante le cerimonie funebri; quindi i letti, finemente decorati, venivano riposti nelle tombe o, più frequentemente, bruciati sul rogo prima della sepoltura.
Inaugurazione venerdì 19 ottobre alle ore 18
All’inaugurazione saranno presenti Lynn Passi Pitcher, ispettrice della Soprintendenza Archeologica della Lombardia e responsabile della provincia di Cremona, e l’archeologa Chiara Bianchi, che introdurranno la mostra e condurranno una visita guidata.
La mostra resterà aperta fino al 18 novembre 2001.
Orari: mart./sab. 9.30 /12.30 - 14 /17, dom. 10/13, lunedì chiuso
Biglietti: L. 5.000 intero - L. 2.500 ridotto - L. 2.000 soci Touring - ragazzi fino a 15 anni gratis
Ufficio stampa: ElleCi Studio Como - tel. 031301037 335.7059871 – fax 031 299028
email: ellecistudio@ellecistudio.it
Per informazioni:
Museo Archeologico P. Giovio
P.zza Medaglie d'Oro 1, Como
tel. 031/271343