Studio medico Banica
Palestrina (RM)
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Giacomo Bagnaia
dal 13/9/2007 al 13/11/2007

Segnalato da

Marta Volterra



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Giacomo Bagnaia



 
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13/9/2007

Giacomo Bagnaia

Studio medico Banica, Palestrina (RM)

Ferro dell'altro mondo. Una mostra di sculture nate dal recupero di vecchi oggetti del passato, pezzi di attrezzi agricoli e utensili in disuso che l'artista trasforma liberandoli dalla ruggine del tempo.


comunicato stampa

Personale

"Ferro dell'altro mondo". La mostra di Giacomo Bagnaia

Una mostra di sculture assai originale: Giacomo Bagnaia recupera vecchi oggetti del passato, pezzi di attrezzi agricoli, utensili in disuso e dà loro nuova vita, liberandoli dalla ruggine del tempo: ecco allora che una vecchia vanga diventa il volto di un gendarme, le pale di una motozappa si trasformano in piume d'uccello, doghe di botte impersonano una flessuosa ed affascinante rappresentazione della maternità.

Un mondo fantastico nato dal genio creativo di Giacomo Bagnaia, che ha scoperto questo suo dono in età matura, interpretando la scultura non solo come libero sfogo della fantasia, ma anche come percorso della memoria. Un mezzo per conoscere, acquisire nuovi spazi per andare oltre nell'avventura della vita: un senso dell'avventura che Bagnaia, paracadutista, ha trasmesso ai suoi tre figli, anch'essi paracadutisti come lui.

Da paracadutista ad artista originale, come è avvenuto il passaggio? Con un colpo d'ala!.. c'è un filo conduttore che unisce la passione per il paracadutismo e il manifestarsi dell'artista: è lo spirito di avventura, è lo spirito di ricerca. La ricerca di altro, di nuovo, di diverso. E' il manifestarsi dell'Io più profondo, lo spingersi oltre, il vedere al di là del quotidiano. Librarsi nell'aria o nella creazione artistica appagano compiutamente il mio spirito. Non v'è quindi scissione nella mia personalità d'uomo come non c'era in Dedalo quando costruì le prime ali, come non c'era in Leonardo quando sognava il volo..

Vecchi attrezzi agricoli danno vita a figure zoomorfe e antropomorfe, da dove nasce l'idea? Da quella stessa fantasia che spinge il vergine animo del bambino a realizzare nelle nuvole le figure della sua mente. C'è la materia grezza che sembra non avere anima e c'è l'intuizione dell'artista che da essa la restituisce in diversa forma. I meccanismi interni che guidano la mano che ri-crea sono ignoti all'artista stesso.

Oltre la ruggine, un ferro che scopre nuove forme d'arte e d'essere, una sorta di recupero della memoria…da dove provengono i pezzi? Ha un legame affettivo di ricordo? A me sembra talvolta che il vecchio ferro, nella sua semplice forma, nel suo diverso uso, nella sua stessa consunzione abbia in sé un po' d'anima di chi lo ha usato. E' come se il continuo e costante contatto con l'essere umano nel ciclico ricorso di giorni, anni e stagioni abbia segretamente carpito la vitalità dell'uomo. Questo rapporto durato per lungo tempo pur essendosi ad un certo punto interrotto, non ha sottratto all'attrezzo l'energia che ha assorbito. Per questo preferisco i pezzi usurati, che mostrano il loro uso nel tempo. Sono pezzi che trovo dispersi in giro per le campagne abbandonati come ruderi di monumenti antichi. Con essi ed in essi c'è la memoria collettiva delle genti, delle generazioni, di quanti mi hanno preceduto nel loro uso.

E' solo un fatto estetico o in questo suo lavoro esiste una volontà di andare oltre la "semplice" statua? La forma che i diversi pezzi da me assemblati assumono, risponde a criteri estetici e non potrebbe essere altrimenti, ma non tutto si ferma lì; non può arrestarsi la mia opera alla linea che soddisfa l'occhio..ciò che esce al termine del mio intervento sulla materia ha un'anima, quell'anima che come ho già detto vibra di per se stessa in ogni singolo pezzo. E' così che io per primo, e gli altri poi, "vedono" fors'anche a livello inconscio, quel qualcosa che è oltre e che celato fuoriesce poi nell'opera compiuta.

Come descriverebbe le sue opere? Frammenti dell'anima universale che tutto unisce, terra, minerali, piante, manufatti, esseri umani.

Inaugurazione: venerdi 14 settembre 2007

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Via Don Minzoni 2, Palestrina
Ingresso libero

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