Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Miguel Calderon
Douglas Gordon
Marine Hugonnier
Amar Kanwar
Babette Mangolte
Olaf Metzel
Philippe Parreno
Catherine Sullivan
Clemens von Wedemeyer
Jordan Wolfson
Francesco Bonami
Nuovi Video della Collezione Sandretto Re Rebaudengo. Una scelta centrata sul movimento e sullo spazio, da quelli mentali di Zinedine Zidane nel video di Douglas Gordon e Philippe Parreno, a quelli creati dal corpo della danzatrice Trincia Brown nell'ipnotico film di Babette Mangolte. Una sezione speciale e' dedicata alla trilogia di viaggio di Marine Hugonnier. I video esposti sono stati prodotti dalla fine degli Anni 90 ai giorni nostri. A cura di Francesco Bonami.
Nuovi Video della Collezione Sandretto Re Rebaudengo
a cura di Francesco Bonami
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo rafforza il suo impegno ad aprire le porte di una importante
collezione internazionale presentando dal 23 ottobre 2007 al 6 gennaio 2008 nella sede di Via Modane 16
a Torino: STOP & GO. Nuovi Video della Collezione Sandretto Re Rebaudengo, le più recenti acquisizioni
di video provenienti dalla Collezione Sandretto Re Rebaudengo. Dopo l’esposizione nel 2005 di una parte considerevole della Collezione per celebrare i dieci anni della
Fondazione, la nuova rassegna di video è l’occasione per mostrare come la Collezione si stia
sviluppando, in che direzione stia andando e per aggiornare il pubblico su quale sia il ruolo del video in
questi ultimi anni all’interno di un significativo corpus di opere, considerato ormai una traccia
fondamentale della storia dell’arte contemporanea. In STOP & GO. Nuovi Video della Collezione Sandretto Re Rebaudengo, a cura di Francesco Bonami, la Fondazione invita a scoprire una selezione di opere di artisti italiani e stranieri, tra i più interessanti della
scena del momento.
Una scelta centrata sul movimento e sullo spazio, da quelli mentali di Zinedine Zidane nel video di
Douglas Gordon e Philippe Parreno a quelli creati dal corpo della danzatrice Trincia Brown nell’ipnotico
film di Babette Mangolte. Una sezione speciale è dedicata alla trilogia di viaggio di Marine Hugonnier
coprodotta dal Philadelphia Museum of Art (dove è stata presentata da aprile a luglio 2007), dalla
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e dalla Kunsthalle di Berna (dove verrà presentata da ottobre a
dicembre 2007).
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ha sempre guardato con interesse al video come mezzo di
indagine, acquisendo in anticipo sui tempi opere video di artisti giovani che sono diventati i nuovi
protagonisti della scena contemporanea. In questa mostra propone non i soliti sospetti, ma i nomi che con
grande probabilità riconosceremo nei prossimi anni tra gli artisti più significativi.
“Mostrare oggi parte dei video della Collezione, significa rivelare il senso di un progetto a lungo termine,
di cui si sono visti fino ad ora alcuni stralci, significa mostrare le evoluzioni, i cambiamenti, la storia di una
Collezione di Arte Contemporanea, facendo il punto su quanto è già stato fatto e anticipando quanto si
farà.“ afferma Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente della Fondazione che porta il suo nome.
Le opere scelte affrontano diverse modalità tecniche e di narrazione, tra cui l’animazione, il tema
dell’identità, le nuove tecnologie, le relazioni interpersonali, le problematiche di attualità e le icone della
nostra società.
I video in mostra sono stati prodotti dalla fine degli Anni Novanta ai giorni nostri. Saranno presentate le
opere di: Douglas Gordon, Philippe Parreno, Marine Hugonnier, Olaf Metzel, Jordan Wolfson, Clemens
Von Wedemeyer, Catherine Sullivan, Amar Kanwar, Babette Mangolte, Miguel Calderòn. In particolare
sarà esposta per la prima volta in Italia la trilogia di Marine Hugonnier, un’importante installazione di Olaf
Metzl e l’opera video su Zidane (di cui era stato presentato il film nel 2006) di Gordon e Parreno
coprodotta dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo dedica una mostra al video, indagando questa forma
d’arte come sperimentazione, come ricerca che si apre spesso a realizzazioni di tipo ambientale e
installativa. La video arte, come linguaggio e come terreno d’indagine, è una declinazione dell’arte
contemporanea relativamente giovane e sempre più presente nelle mostre. La Fondazione vuole
focalizzare l’attenzione su questa modalità artistica, di cui le prime sperimentazioni nascono negli
Anni Sessanta, ma che dagli Anni Novanta si diffonde in maniera consistente e diventata un mezzo
di espressione privilegiato rispetto alle tecniche tradizionali come la pittura, la scultura e anche la
fotografia.
Una linea di ricerca specifica che emerge dai video in mostra è l’approccio narrativo che mescola e
complica il rapporto tra realismo e finzione. Molti lavori partono da fatti oggettivi, eventi della storia o
dell’attualità, dinamiche sociali o politiche, identità di luoghi e persone, per farne l’oggetto di una
rappresentazione non documentaristica.
Catherine Sullivan prende spunto da un tragico fatto di cronaca, l’assalto dei terroristi ceceni al teatro
di Mosca nel 2002, ma dirige il proprio sguardo verso il palcoscenico, re-inscenando lo spettacolo cui
gli sfortunati spettatori avrebbero dovuto assistere quella notte. Il filmmaker indiano Amar Kanwar
racconta il passato e il presente del proprio paese tramite le voci di poeti e cantori di strada, e il suo
stesso linguaggio fonde mirabilmente documentario e invenzione poetica.
Jordan Wolfson riproduce il discorso finale del Grande Dittatore di Chaplin, un momento significativo
della nostra storia culturale in cui l’impegno politico di Chaplin entrò nello spazio della finzione
cinematografica, per uscirne nuovamente con amare conseguenze nella vita del cineasta.
Altri artisti usano il mezzo documentario col fine di indagare il rapporto tra corpo, spazio e gli
strumenti di registrazione della realtà, come nei video-ritratti di danza di Clemens Von Wedemeyer e
di Babette Mangolte. La questione del ritratto, come forma tradizionale di rappresentazione e
celebrazione dell’individuo, è al centro del film su Zidane di Douglas Gordon e Philippe Parreno e
della videoinstallazione di Olaf Metzel dedicata a un altro mito del calcio, George Best.
Al di là dei singoli temi affrontati, le opere in mostra indagano così le possibilità e i limiti di un
racconto obiettivo del vero tramite il mezzo filmico, che per sua stessa natura opera una
trasposizione del reale nello spazio del virtuale, nell’inconsistenza dell’immagine proiettata.
Inaugurazione 23 ottobre 2007
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
via Modane, 16 - Torino
Orario: mar/dom, 12/20, gio 12/23. Lunedì chiuso
Biglietti: euro 5, Gruppi euro 4, Ridotto euro 3