Il tempo e la memoria. Le sculture presenti in mostra rappresentano tematiche "archeologiche": Schegge, Stele e Bassorilievi che caratterizzano il percorso dell'artista dagli anni 60 in poi. A cura di Enzo Santese.
Il tempo e la memoria. Sculture
a cura di Enzo Santese
Giorgio Celiberti nasce a Udine nel 1929. Comincia giovanissimo a
dipingere, appena diciannovenne partecipa alla Biennale di Venezia. A
Venezia frequenta il liceo artistico e poi lo studio di Emilio Vedova.
Nella città lagunare divide con Tancredi la camera-studio; intense le
frequentazioni con Carlo Ciussi, Marco Fantoni, e Romano Parmeggiani, che
negli stessi anni vivono a Venezia un periodo di formazione. Sulle orme
dello zio Modotto, agli inizi degli anni Cinquanta si trasferisce a
Parigi, dove entra in contatto con i maggiori rappresentanti della
cultura figurativa d’oltralpe. Inizia così una serie di viaggi che
rimarranno fondamentali per la sua formazione: nel ’56 è a Bruxelles con
una borsa di studio del Ministero della Pubblica Istruzione; tra ’57 e
’58 a Londra: poi negli USA , in Messico, a Cuba, in Venezuela. Al
rientro in Italia si trasferisce per un lungo e fruttuoso periodo a Roma,
dove frequenta gli artisti di punta del panorama italiano.
Torna a Udine alla metà degli anni Sessanta ed accade subito un fatto
destinato a modificare in senso radicale la sua arte: nel 1956 visita il
lager di Terezin vicino a Praga dove migliaia di bambini avevano lasciato
testimonianze della loro tragedia: graffiti, disegni, poesie. Nel 1975 i
Muri antropomorfici scaturiscono dalla riflessione sui reperti della
necropoli di Porto, presso Fiumicino, della Roma paleocristiana, di
Aquileia romana e di Cividale longobarda.
A partire dagli anni Sessanta si dedica specificatamente alla scultura.
Le prime opere in bronzo, in pietra e in ceramica sono dedicate ai temi
monumentali dei Cavalli e cavalieri, seguiti da un originale galleria
faunistica: Gatti, Uccelli, Capre. In affinità con le tematiche
“archeologiche” della pittura, nascono le Schegge, le Stele, i
Bassorilievi.
Ha partecipato alle più significative manifestazioni d’arte in Italia e
all’estero: alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma, al
Premio Esso, al Premio Burano, Marzotto, Michetti, La Spezia, San Marino,
Autostrada del Sole, al Premio Internazionale del Fiorino, alla mostra
della Nuova Pittura italiana in Giappone.
L’ambito internazionale lo vede esporre a Parigi (1953 e 1982); Londra
(1956); Dallas (1963); NewYork (1963); Toronto (1976); Vienna (1978);
Amsterdam (1979); Nova Gorica (1982); Novo Mesto (1983); Giaffa,
Gerusalemme e Tel Aviv (1983); Bruxelles e Strasburgo (1987); Salisburgo
Los Angeles (1989); Londra, Dusseldorf, Barcellona (1990); Madrid e
Parigi (1992); Millstat, Gent (1993); Chicago (1995); Museo di Zagabria
(1998).
Nel 1991 Celiberti ha eseguito anche due prestigiose realizzazioni
pubbliche: il Mosaico dell’amicizia nell’atrio dell’Università di Lubiana
e l’affresco di oltre 800 metri quadrati di superficie sulla volta
dell’hotel Kawajyu di Shirama, in Giappone. Nel 2003 vince il premio
Sulmona e nel 2004 la sua città natale, Udine, gli dedica un’antologica
al teatro “Giovanni da Udine”. Nell’autunno del 2005, il Principe
Emanuele Filiberto di Savoia dona al MART di Trento e Rovereto un grande
dipinto di Celiberti, che viene inserito nella collezione permanente del
Museo.
Inaugurazione: sabato 15 settembre ore 18,30
Palazzo Frisacco
Via del Din 7, Tolmezzo (UD)
Ingresso libero