La mostra mette in risalto la collaborazione tra il fotografo e l'artista: la caparbieta' di Ken Damy aggiunta a quella di Guglielmo Achille Cavellini formano una miscela esplosiva. L'artista progetta ed il fotografo scatta. Un'esposizione fotografica che ruota attorno all'elemento scultoreo.
Personale di Fotografia
La caparbietà di Ken Damy aggiunta a quella di Guglielmo Achille
Cavellini formano una miscela esplosiva. La detonazione che nel 1991
ha dato origine a questo count down verso il 2014 non si arresta di
fronte a nulla. Sembra di rivivere la stessa frenesia messa in campo
durante la sua vita d’artista dall’autore del centenario. Ci tocca
chiamarlo così visto che con geniale previsione post mortem ci
costringe piacevolmente all’attesa di un lavoro che continua
inesorabilmente anche dopo la sua esistenza terrena.
La diciassettesima tappa più di altre mette proprio in campo la
collaborazione tra il fotografo e l’artista, che a partire dal 1974 è
stata intensa e produttrice delle immagini più esplicite della
funambolica autostoricizzazione con trasformazioni e travestimenti
che ora ci paiono come stupefacenti anticipazioni di una cultura che
si sarebbe poi diffusa a partire dagli anni Novanta.
L’artista progetta ed il fotografo scatta. Quanta partecipazione ci
sia da parte dell’esecutore diventa forse ora questione secondaria,
ma le reciproche storie personali fanno pensare che probabilmente la
miccia si fosse accesa fin da allora. D’altronde è proprio dalle
scelte di collaborazione azzeccate che prende luce un pensiero già
chiaro di per sé.
Nel 1973 GAC forma la propria auto-storia come pagina
dell’enciclopedia e questa paginetta che ha radici nella realtà ed un
finale trasformista si traduce in un fiume di scrittura che dilaga
anch’esso oltre il reale.
L’oggetto di questo avanzamento verso il centenario considera gli
aspetti dinamici di questa azione-reazione, entra nei particolari
ripresi da Ken Damy in scena e fuori scena.
Un’esposizione fotografica dunque dei vintage più espliciti stampati
per GAC che ruota attorno ad un elemento scultoreo che
dell’autostoricizzazione è l’attrezzo emblematico: i due manichini
scritti, ricoperti della propria storia.
Piero Cavellini
Inaugurazione: sabato 15 settembre 2007 alle 19
Museo Ken Damy
Loggia delle mercanzie, piano terra
corsetto sant’agata 22, Brescia
Ingresso libero