Flesh Flashs. Pittura e scultura. Uno spazio sospeso tra utopia trascendente con esseri fantastici e un pastiche postmoderno di slogan trash, tecnica aleatoria subculturale, poesia concreta ed ironia patafisica
Flesh Flashs
Due posizioni artistiche diametralmente opposte che nel classico white cube si creano uno spazio per mettere in scena, a quanto sembra, la scultura classica e la pittura analitica. Uno spazio sospeso tra utopia trascendente con esseri fantastici e un pastiche postmoderno di slogan trash, tecnica aleatoria subculturale, poesia concreta ed ironia patafisica – accenni di pathos e di corrosione proliferante, di utopia e nello stesso tempo di distopia.
GLIB BLIBS – FRESH TRIPS – BLURP GULPS – POING POING POING – SUPA DUPA TECH KICKS – FLESH FLASHS – SLURB BLOPS – BLOP HOPS…
Eppure ci sono canali comunicanti tra i due artisti, anche se a prima vista non sembra: il bramare come ossessione, il corpo come macchina del desiderio di un fiume interminabile hanno un ruolo fondamentale – nell’opera di Hinterhuber è inghiottito dalla superficie, pura, libidinosa e per questo paradossale, fatta di parti bianche e fucsia tenute insieme e assorbite dal nero, nell’opera di Senoner è mascherato e represso da esseri asessuati di provenienza ermafrodita, santi, inattaccabili, “morti e duri”, pulsanti di potenza e pronti a soffermarsi, fermi, rinchiusi dietro le superfici – come la vespa nel suo nido rizomatico di ramificazioni infinite.
L’ermetismo viene rotto soltanto da occhi ed il loro sguardo sinistro. Ma forse questo corpo sigillato potrebbe essere inteso anche come corpo infinitamente poroso, quasi dissolto nel “teatro della crudeltà”, un corpo “senza organi”, incavato, che non è più superficie, ma solo profondità: “Pertanto tutto il corpo è solamente profondità, e trascina con sé tutte le cose in un abisso spalancato che rappresenta una involuzione sostanziale. Tutto è corpo e corporeo. Tutto è mescolanza di corpi e nel corpo, aggrovigliamento, penetrazione” (Gilles Deleuze).
Una simile profondità penetrante emerge dai slogan di Christoph Hinterhuber – come subtesto in “SUP POP”, dal quale ambiguamente affiora PORN TECH, leggibile sia come primo piano sia come sfondo. Anche i suoi quadri sono testo, segnali morse, successioni di tele costruttiviste, immagini che diventano oggetti, “scatole”, appunto. I messaggi della superficie sono affini a quelli della profondità, e riguardo ai dipinti murali, anche qui si sviluppa una spazialità, in quanto il bianco dei quadri si unisce al vuoto della parete. Si estendono nell’infinità, come vettori nello spazio, che rispetto al posarsi scultoreo di “Monomon” sono simbiotici e nello stesso tempo antagonistici.
Christoph Hinterhuber è nato a Innsbruck nel 1969. Dal 1994 al 1998 frequenta l’Accademia di Belle Arti a Vienna. Vive e lavora a Innsbruck.
Peter Senoner è nato a Bolzano nel 1970. Dal 1994 al 2001 frequenta l’Accademia di Belle Arti a Monaco di Baviera. Vive e lavora a Lajon (Bz) e Vienna.
Goethe 2
via Cappuccini 26/a - Bolzano
Orario: lun - ven 10.00 - 12.30 / 15.00 - 19.00 sab 10.00 - 12.30
Ingresso libero