Sogni. E' davvero raro in un'acquarellista far convivere il fantastico, l'immaginario e il quotidiano, ma l'artista nelle sue opere ci riesce con successo, sfruttando la forza del colore e l'irruzione di elementi esterni.
Sogni
Movimento arte contemporanea presenta la personale di Antonella Orlandini. Nata nel 1956 a Genova, dove tuttora risiede, si laurea in Medicina specializzandosi in Allergologia. Frequenta negli anni corsi di disegno che le permettono di affinare la sua tecnica e di acquisire competenza. Sotto la guida del maestro birmano Kofa affronta un corso quadriennale di acquerello, trovando in questo ormai desueta tecnica artistica il suo ideale mezzo espressivo.
È davvero raro in un’acquarellista far convivere il fantastico, l’immaginario e il quotidiano, ma Antonella Orlandini nelle sue opere ci riesce con successo, sfruttando la forza del colore e l’irruzione di elementi esterni. Sui suoi delicati acquerelli, costruiti secondo la geometrica precisione del suo universo emozionale, lascia cadere piccole schegge di realtà. Frammenti di carte sottratte all’oblio, minuscoli ritagli di giornale e fantastiche rappresentazioni visive di mondi lontani che si fondono, e confondono, con le liquide traiettorie dei colori.
I colori sono quelli della sua Liguria: le calde tonalità della terra mescolate a tutte le sfumature del mare che ne lambisce le coste. Colori che diventano impalpabili al tocco del pennello, che si dissolvono in macchie espanse, in trasparenze assolute, in fini picchiettature e sottili sfumature, frutto di molti anni di pratica e di esperienza. L’artista dipinge un microcosmo di segni diluiti, di liquefatte e aeree atmosfere che si infrangono sui bordi frastagliati dei frammenti di giornale che si posano su di essi.
Le proprietà parzialmente assorbenti della carta dei quotidiani favoriscono questa compenetrazione di due mondi: il sogno e la realtà, l’effimero e il tangibile, l’inarrivabile segreto della propria interiorità e la conoscenza continua di tutto ciò che ci circonda, anche a migliaia di chilometri di distanza. L’utilizzo di inserti di stampa estera, che riportano spesso parole ai più incomprensibili, dal cirillico al giapponese, dall’arabo al cinese, vuole richiamare l’attenzione sull’estraneo da rispettare, sul diverso da proteggere e sull’intruso da valorizzare. Inserendo frammenti di testi che non siamo in grado di capire l’artista ci costringe a ricercarne altre possibili interpretazioni oltre a quelle di significato, per cui quello che potrebbe anche essere un annuncio mortuario giapponese finisce per essere per noi solo un insieme di bellissimi ideogrammi che si compenetrano al liquido estendersi dei colori.
Movimento Arte Contemporanea
C.so Magenta 96 - Milano
Ingresso libero