Senza ragione. Il titolo prende spunto da una delle installazioni in mostra in cui sono disposti sul pavimento sette elmetti militari utilizzati come vasi. In sei degli elmetti-vasi sono state piantate delle piante grasse mentre nel settimo e' stata collocata una scritta al neon recante la frase "senza ragione".
Senza ragione
a cura di Giovanni Iovane
Il titolo della mostra personale di Filippo Leonardi nella Galleria Gianluca Collica a Catania è Senza Ragione.
Il titolo prende spunto da una delle installazioni in mostra in cui sono disposti sul pavimento sette elmetti militari utilizzati come vasi. In sei degli elmetti-vasi sono state piantate delle piante grasse mentre nel settimo è stata collocata una scritta al neon recante la frase “senza ragione”.
La scelta dell’elmetto – vaso e la frase riconfigurano in chiave contemporanea una tradizione iconografica che ha in Goya uno dei modelli più alti: la denuncia dell’insensatezza, dell’assenza di razionalità di ogni violenza estrema. Tuttavia l’utilizzo nelle altre installazioni, concepite tutte per questa esposizione, di elementi botanici come cactus, piante grasse, patate americane e una rosa di Jerico testimoniano una ricerca, non solo etica ma essenzialmente estetica sui rapporti arte e natura.
Arte e Natura è stato uno dei temi dominanti dell’arte del 900. Anche recentemente diversi artisti contemporanei hanno affrontato questo tema sia in chiave documentaria che psicologica ( basti pensare ai “Paradisi” di Thomas Struth).
Tuttavia l’utilizzo di elementi naturali nelle opere di Filippo Leonardi avviene, per così dire, in via strumentale. La sua è una indagine sulla natura dell’arte e dei suoi procedimenti, sulla scia delle immagini e degli insegnamenti di Paul Klee. La natura e la dinamica dell’arte sono un processo generativo (al pari e in questo caso non solo simile ma addirittura identico, visto che il protagonista dell’opera è una vera pianta).
Sintomatica al riguardo è l’opera intitolata “Rosa”. In un casco da parrucchiere è stata posta una selaginenelle lepidophylla, denominata Rosa di Jerico; si tratta di un’epifite simile ad una felce che solitamente cresce e sopravvive nelle zone calde o addirittura desertiche – tropici e deserti.
La Rosa è chiamata anche pianta della Resurrezione. In assenza d’acqua arriccia le sue foglie e si secca completamente con il perdurare della siccità, essa prende la forma di una vera e propria palla marrone scuro e in questa forma, staccandosi dal suo supporto, può rotolare in cerca d’acqua. Una volta che ha trovato l’acqua, essa pianta le sue radici nel terreno e si riapre diventando così nuovamente verde.
L’ artista la ripresenta in un contesto paradossale: la pone all’interno del casco in un recipiente con pochi centimetri di acqua. La rosa si presenta quindi al visitatore aperta e di colore verde, ma col passare dei giorni la lampada accesa all’interno del casco sviluppando calore favorisce l’evaporazione dell’acqua, nell’arco di qualche settimana la pianta si richiude in se stessa e ricade nel suo stato di letargo.
Verrà inoltre presentato il catalogo della mostra a cura di Lorenzo Bruni e Giovanni Iovane
Inaugurazione 29 settembre 2007
Galleria Gianluca Collica
Via A. di Sangiuliano - Catania
orario: 10-13- 17-20
ingresso libero