Una grande cella con orizzonte alto qualche ora prima del tramonto. L'artista ha scelto di realizzare un'unica grande opera, una cella, e di collocarla nella Sala dei Bronzi, uno spazio assai ampio, ritmato come una basilica, in tre navate, dal lento svolgersi di due lunghe serie di archi a tutto sesto. Sono esposti anche i disegni e le gouaches eseguite per l'elaborazione del progetto.
Una grande cella con orizzonte alto qualche ora prima del tramonto
Nell’ambito del progetto “Il Viaggio –un viaggio lungo un anno” promosso dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Giovanili del Comune di Perugia, con il patrocinio della Regione Umbria, l’Associazione per l’Arte Contemporanea “Trebisonda” promuove la seconda iniziativa espositiva del ciclo curato da Antonio Pazzaglia “E del Viaggio e dell’Esilio”.
In diverse occasioni, già fin dalla prima importante mostra negli spazi di “OPERA” (1989), Vittorio Messina, artista di fama internazionale, ha testimoniato il proprio legame con la città di Perugia. In questa circostanza viene offerta all’artista la rara opportunità di collocare il proprio intervento negli spazi dello splendido Museo Archeologico della città.
In particolare l’artista ha scelto di realizzare un’unica grande opera, una “cella”, e di collocarla nella Sala dei Bronzi, uno spazio assai ampio, ritmato come una basilica, in tre navate, dal lento svolgersi di due lunghe serie di archi a tutto sesto. Saranno esposti anche i disegni e le gouaches eseguite per l’elaborazione del progetto.
Già nel titolo “Una grande cella con orizzonte alto qualche ora prima del tramonto” l’artista segnala, con l’indeterminativo iniziale –che è anche il primo numero dell’infinita serie, l’individualità specifica di questo intervento. Non si tratta di una semplice indicazione iconografica (ricordiamo infatti che Messina ha sviluppato nel tempo un’opera imponente sulla tipologia della “cella”, ma di una sorta di “accadimento” dotato di una complessità molteplice come sembrano suggerire quell’ ”orizzonte alto” e allo scoccare di un momento vagamente determinato, per non dire volutamente incerto: “qualche ora prima del tramonto”. Un tempo e uno spazio inestricabilmente connessi, qualcosa di prossimo all’esperienza vitale e alla sua indeterminatezza ontologica.
Com’è noto, Vittorio Messina realizza le sue “celle” con i materiali dell’edilizia abitativa, pannelli prefabbricati, sanitari, lampade al neon di uso industriale, un universo speculare all’immagine della città contemporanea, delle periferie metropolitane, dove il consumo e l’abuso affiorano in alternanza all’umano, come presupposto di una circolarità del fare, della sua incompiutezza, della sua ossessiva ripetizione.
Nello spazio diafano dell’ “Archeologico” la grande cella di Messina si eleva come una cattedrale del futuro, splendida di luce e di energia, e nello stesso tempo povera. Uno stimolo forse a riflettere sul senso della conservazione e sull’attitudine del “regardeur”, dentro e fuori la creazione, ad attraversare la calma infernale dell’indicibile.
Inaugurazione ore 18
Museo Archeologico Nazionale dell'Umbria
Piazza G. Bruno, 10 (ex Convento di S. Domenico) - Perugia
Orario: dal martedì alla domenica, ore 8.30 - 19.30; lunedì, ore 10,00 – 19,30