Fotografie stampate su tela che riproducono ingrandimenti modellati di minuscoli fazzolettini o di piattini di modernariato. Le opere realizzano l'espressione di una dimensione domestica, ma surreale, capace addirittura di ingrandire fino a due metri un dato minuscolo.
Close-up. Personale
a cura di Maria Paola Mosca
Amste riapre la stagione espositiva con la personale di Adriano Persiani. Le nuove
creazioni dell’artista bolognese in mostra rappresentano la necessaria evoluzione del suo percorso
artistico, risultato di un cammino continuo di messa in discussione e aggiornamento dell’operare
creativo. Persiani arriva attraverso i lavori esposti ad una rappresentazione essenziale e
spregiudicatamente onesta di quello che lui stesso definisce “un universo domestico alternativo”.
In questa personale l’artista dimostra la continuità dello sforzo di affermazione della sua
“ossessione delle piccole cose” tradotta in opera attraverso un “ripiegamento – come spiega - su
entità morbide, non aggressive, a volte anche tragiche. Ma in maniera quasi di farsa”.
Nelle sale di Amste si alternano sculture – linguaggio fino ad ora quasi esclusivo per l’artista – e
fotografie di grandi dimensioni che immortalano quell’universo dalla dimensione casalinga a lui
tanto caro. Sulle superfici dei mobili (strutture di plastica fatte a mano e ricoperte da asciugamani
di spugna arabescati) sono innestate suppellettili di ceramica. Le fotografie stampate su tela –
particolare tipo di realizzazione dell’opera che sottolinea la continuità e omogeneità con le
realizzazioni precedenti – riproducono ingrandimenti modellati di minuscoli fazzolettini o di piattini
di modernariato. Il complesso offre allo spettatore un percorso attraverso equilibri all’apparenza
precari eppure assolutamente logici: le opere realizzano, infatti, l’espressione di una dimensione
domestica, ma surreale, capace addirittura di ingrandire fino a due metri un dato minuscolo.
Questi lavori possiedono certo un che di malinconico: i mobili non hanno una collocazione
e una funzione propria; le statuine e gli utensili da cucina in ceramica praticamente fusi nei piani
dei pezzi d’arredamento sono inutilizzabili; i piatti sono in certi casi riempiti di ossicini. Eppure
conservano “carica ironica, leggerezza e forse anche sarcasmo – secondo Persiani - che calibrano
il tutto e che danno al messaggio toni quasi da commedia”. Infatti fotografie e sculture risultano
all’occhio delicate, gentili, sofisticate e, poiché misurano in sé le contraddizioni (piccolo/enorme,
commedia/malinconia, preziosità/sciatteria) trovano nell’esecuzione perfetta un loro punto di forza.
Davanti alle vecchie stoviglie recuperate e innalzate ad opera d’arte, agli ossicini che riempiono
piatti vintage, agli stracci di spugna usati per decorare mobili di stile antico, ci troviamo in uno
spazio casalingo irrazionale eppure coerente. In fondo, insistendo sul suo “universo domestico
alternativo” Persiani offre possibilità d’interpretazione che superano la logica tradizionale: i suoi
lavori ci permettono una accezione della realtà più ampia del solito che comprende la farsa e la
tragedia, la leggerezza delle piccole cose e la precisione degli ingrandimenti, la fragilità del
materiale grezzo ormai fissato nella fotografia e quindi impossibilitato per sempre a diventare
prodotto finito.
Adriano Persiani (1972) vive e lavora a Bologna. Tra le sue mostre personali più recenti: At home or not at home?, acura di Sabrina Zannier – 3G Arte Contemporanea, Udine 2007; Ritorno a Fontenay, a cura di Patrizia Silingardi –Paggeria Arte di Betta Frigeri, Sassuolo (MO) 2006; Gli accidenti del giardino, a cura di Patrizia Silingardi – Galleriadulcisinfundo, Modena 2005; DoubleFace, a cura di Marinella Paderni – Studio Ercolani, Bologna 2005; Revival,Galleria Pier Giuseppe Carini, San Giovanni V.no (AR) 2005. Tra le collettive: Allarmi 3 – Nuovo contingente –Caserma De Cristoforis, Como 2007; Fatti ad arte, a cura di Paola Bortolotti – Galleria Spazio 2, Firenze 2006;Crosswork, - Dipartimento di Arti Visive Università di Bologna, Bologna 2006; Open Air – Orto Botanico dell’Università di Parma, Parma 2005.
Inaugurazione sabato 6 ottobre ore 18.30
Amste arte contemporanea
via Carotto 6/a, Lissone (Mi)
Ingresso libero