In questa personale sono esposte circa trenta opere tra oli su tela, tecniche miste e incisioni, rappresentative del percorso artistico del pittore livornese. Nei suoi lavori "Sovrana e' la luce" (Roberto Tassi)
Gianfranco Ferroni nasce a Livorno nel 1927. Nel 1944 si trasferisce a Milano dove vive anni di inquietudine ed insoddisfazione alla ricerca di uno stile proprio. Dopo una formazione autodidatta verso la metà degli anni Cinquanta, entra a far parte del gruppo del “Realismo esistenziale” con Banchieri, Ceretti, Guerreschi, Romagnoni, Vaglieri. Il loro è un realismo espressionista svincolato dalla partecipazione attiva alla politica e privo di ideologismi. Dal 1957 si dedica all'acquaforte e all'incisione, che gli frutta nel 1963 il Premio Biella. A partire dai primi anni sessanta la pittura di Ferroni si avvicina alla cultura pop evidenziando una forte dialettica tra disegno, incisione e pittura, unita al suo impegno sociale e all’attenzione per la resa dello spazio diviso in sezioni e campiture cromatiche, dove si collocano sequenze differenti di un racconto esistenziale. Questa nuova dimensione introduce lo stile degli anni a venire. Negli anni Settanta-Ottanta, infatti, nelle sue opere assistiamo alla svolta intimistica dell’autoritratto, che prenderà le spoglie di un ombra, del suo studio, del cavalletto, del suo lettino sfatto, degli strumenti o delle cose di ogni giorno sul tavolino da lavoro, delle stanze abbandonate. Fra le numerose presenze in mostre in Italia e all’estero si ricordano: le Biennali di Venezia del 1950, ‘58, ‘64, ‘68, ‘82, le Quadriennali di Roma del ‘59, del ‘72 e del ’99, dove gli è stato assegnato il premio per la pittura. Ferroni ha alternato la sua attività tra Milano e Bergamo fino alla fine dei suoi giorni, avvenuta a Bergamo nel 2001. Le due città hanno voluto ricordarlo quest’anno con due personali, una a Palazzo Reale a Milano e l’altra Palazzo della Ragione a Bergamo.
“[…] Sovrana è la luce. Questa è la grande conquista che pone Ferroni diverso, nuovo, e potente creatore, non solo entro la sua generazione, ma in tutta la seconda parte del Novecento italiano. È una luce nitida, cristallina, ma priva di fisicità; fantastica, senza fonte precisa di origine, invade lo spazio, a volte come impalpabile nebbia, a volte come irradiata a zone; crea a volte gli oggetti contornandoli e fornendo loro volume, a volte li penetra, li trapassa, li imbibisce. È luce del vero e luce dello spirito,in una stretta fusione […].”
Roberto Tassi
Inaugurazione sabato 6 ottobre ore 17.00
Galleria Stefano Forni
p.zza Cavour 2 Bologna
martedì a sabato 10/12.30 - 16/19.30