Opere recenti a tecnica mista di tre artiste: i dipinti ispirati dal mare di Lucia Buono, le "geografie umane" di Angela Rapio e gli ultimi acrilici ludico-informali di Myriam Risola. A cura di Maurizio Vitiello.
Opere recenti delle artiste Lucia Buono, Angela Rapio e Myriam Risola
A cura di Maurizio Vitiello
Sarà visitabile da Venerdì 12 Ottobre e sino a mercoledì 24 Ottobre 2007 negli spazi della Libreria-Galleria “Evaluna”, diretta con entusiasmo da Lia Polcari, la mostra “Tris pugliese: Lucia Buono, Angela Rapio, Myriam Risola”, con opere recenti ed a tecnica mista di tre artiste, che hanno segnato positivamente l’arte nell’area pugliese, nonché mediterranea e risultano ben conosciute a livello nazionale, grazie a partecipazioni a rassegne visive di ampio respiro e di alto livello.
Lucia Buono, bravissima artista pugliese, continua, con serio impegno e saggia discrezione, a lavorare in terra pugliese, ma, assolutamente, non disegna di frequentare movimenti artistici innovativi e mostre di riferimento agganciate all’avant-garde. L’artista ha sempre riconosciuto nel mare e nelle sue radici fonti ideali d’ispirazione. Si è tentati d’intendere i lavori di Lucia Buono come offerte di conchiglie di mare in cui si raccolgono profumi e odori, brezze e venti, sabbia e calure. Segmenti e segni, segnature e segnacoli scrivono un fondo pittorico ben articolato, quasi una filosofia visiva tutta imperniata ad intendere il fascino del mediterraneo, una solarità femminile, un abbraccio di eventi ed un respiro di epoche. Lucia Buono con le sue redazioni pittoriche riesce, in una cifra eletta, a sintetizzare prove alte di definizioni, quasi tattilmente tessili, che rimarcano un amore per i sentieri del particolare. Nell’attuale comprensione delle arti visive contemporanee sono, senz’altro, da apprezzare quelle figure che motivano la loro attività su chiari intendimenti cercati e, talvolta, attentamente incanalati sotto il respiro del tempo; e, difatti, Lucia Buono ha preferito privilegiare, con la “lente del tempo”, i possibili aggiustamenti di quei propositi per meglio intendere le proporzioni di un intimo sentire. Le odierne elaborazioni dell’ultimissima serie pittorica di Lucia Buono mettono a fuoco tessiture orlate di finezze estreme ed i tratti della sua poetica risultano posizionati con garbo felice e con tecnica giusta. Un “esprit” mediterraneo, scandito da una successione di istanti misurati, si coglie nelle sue composizioni, legate a orditi e trame, e tutto è rivisto nelle pieghe nobili e maestose dell’intimità e, difatti, l’artista rilancia in nuove combinazioni, sottili ed insistenti, porzioni di vita, armonizzate in un desiderio di modernità franca e consapevole. L'attuale pittura di Lucia Buono ci convince ancora di più, perché si presenta ben distribuita e meglio ancorata, ad essere interessante ed accattivante, in losanghe ed in forme curvilinee; comunque, il senso di una realtà trasparente, marina, riflettente centrifugati e sminuzzati arcobaleni, governa una sequenza multipla di corpi geometrici aggettanti, che riuniti apparterrebbero ad un unico corpo centrale. Questi paesaggi di forte sapore mediterraneo guadagnano lo spazio della tela o della juta e decantano germogli di una tessitura immaginaria; e, proprio, da queste tessiture affiorano espressioni particolarissime, sollevate da miraggi e da agitazioni. Cromatismi mediterranei, che segnano minimali figurazioni, quasi gore con baccelli cosmici, più che d’estrazione marina, intervallati da tagli pellicolari di luci, intendono far vibrare memorie ecologiche e l'artista, dettaglio su dettaglio e sequenza su sequenza, abilita una teoria di isole fluttuanti, fantastiche e vitalissime, quasi sotto l’impulso di un’acqua “energizzante” o di fresca vena. L'immaginazione di questa brava artista estroflette serene molteplicità d’ambientazione e le elaborate misure para-circolari, che somigliano ad impronte dissidenti, ripropongono frastagliate coste dell’intimo. Si leggono ritmi, variazioni e dinamicità, il tutto oscilla tra pittura cosmica e pittura di naturalità, mentre cromie tenui c’indicano e valorizzano eleganti leggerezze del tratto e del segno. Pulsano queste focalizzate e controllate gore, svirgolate con raziocinio, e vengono, sapientemente, trasferite, con dosaggi variegati, nel rapido e quotidiano esercizio pittorico su carta o su tela. L’artista agisce con discrezione, mantiene vivo il piano estetico con passaggi filtrati dal cuore e non ravvede nulla come termine od ostacolo. La profonda presa di coscienza di Lucia Buono è tutta indirizzata a corroborare le sue opere di tagli e segmenti, di perlustrazioni e di rifiniture, e, proprio col “fare” e colla disamina di ciò che si sedimenta, l’artista arriva al “focus” di spunti, calibrato da fonti profonde. Chiarismi mediterranei e proliferazioni liriche, che si coniugano con segni grafici strategici e con soluzioni ardite, palpitano su una rete di appoggi compositivi per aprire raccordi astratti. Nel proseguire in questo verso, Lucia Buono, sa perfettamente, che approderà a nuove simbologie astratte.
Angela Rapio sta motivando un’ultima sequenza di opere. Le multiple sensibilità femminili venivano indagate dall’artista con rispetto e rarefatte e sintetiche estroflessioni segniche venivano disposte sulla carta quali entità fisiche dinamiche, che sottintendevano fremiti inestinguibili e lanciate pulsazioni. Da questi termini è partita un’altra serie, che contiene “in nuce” le recenti sensibilità ed accoglie uno sversamento di umori ulteriori, di “mappe del mondo”, di “geografie umane” tutte indirizzate a rastrellare e a sollevare quasi un “humus glocal”. Nelle circonferenze, ritagliate ad uovo, si sommano i vecchi momenti ed i nuovi esercizi, più liberi nelle spaccature e nelle lacerazioni e nella realizzazione sciolta, fluente, dinamicamente armoniosa, che vuole intendere un mondo trattabile nel contesto di un’universalità accettata. Lo scopo di Angela Rapio è di dimensionare una teoria variegata, ma non indistinta di segnali, segnature, strofinature, nonché apparenti “imbarazzi” segnici. Queste redazioni, interpolate da variazioni monocromatiche ed innestate a svolgere il ruolo concettuale di ipotetiche conurbazioni universali, possono presentare in una “mappatura celeste”, segnatamente dinamica, estroflessioni da leggere come spie indicative dell’umano procedere, perché recanti “algoritmiche” e maculate “grafie” di partecipazioni esistenziali. Certamente, la caratterizzazione e la macchinazione cromatica di Angela Rapio si distendono ad accogliere nell’uovo una conoscenza umana, più che dell’intero universo, e centrifuga “esprit informel” ed addendi di semantiche astratte. L’attività dell’intelligente artista, che per molti anni è stata impegnata nel campo della grafica pubblicitaria d’autore, del design industriale e dell’home design, è tutta rivolta a captare il senso de mondo, con i suoi perimetri ed il suo nocciolo, ma anche per afferrare, poi, le correnti alternate, le onde medie e lunghe, i sussulti ed i fremiti che la squassano e la contorcono e le poche arie lievi che l’addolciscono. Certamente, oggi, nel “mare del mondo” è difficile il dolce naufragar; forse, accetteremmo, quasi per liberazione, di cullarci nelle incognite dell’infinito.
Myriam Risola, firma conosciuta e stimata, con i suoi ultimissimi acrilici determina dettati ludico-informali. In attagliate opere, a doppia sezione, ad esempio, corrono fratte temperature cromatiche, mentre frazionati segnacoli muovono scritture fabulistiche. L’operatività dell’artista ha sempre convinto fior di critici ed un mercato attento la segue. Nelle sue opere respirano fantasia e libertà. Fantasia di colori e di segni e libertà esecutive in una teoria di codici del novecento sfiorano isole di sogni, piattaforme di dissonanze, liturgie cristiane, geometrismi di radice araba, silenzi mussulmani ed inni alla vita. Tutto è centrifugato ed in settori o in pieghe di ventagli s’insinua il “jolly” ed orizzonti di topografie fantasmatiche si stagliano ed accettano soluzioni su soluzioni, quasi a voler generare un nuovo linguaggio, che possa abbracciare una pluralità di versioni. Composito è l’impasto, ma non c’è peccato di distribuzione, tutto è dato e tutto è reso per invadere con un’intelligente malta espressiva una filigrana di sentimenti. Agglutinando semi e segni, caratterizzazioni grafiche e vibrazioni vettoriali, linee spezzate e raffiche elettriche, che striano avveduti passaggi cromatici, vien fuori un insieme di contemporaneità; si avverte, quasi, la voglia dell’artista di respirare profondamente e di rimettere e di rimescolare addendi esistenziali ed atmosfere epocali. Nelle consegne dei lavori di Myriam Risola solca la vita. Nell’attuale pittura di Myriam Risola tutto si presenta ancor più gradevole e consistente, nonché attraente, perché il senso intimo e vero della realtà domina scenari possibili, potenziali. Panoramiche frontiere, perspicaci visioni d'insieme, scene gravide di sforzi umani guadagnano spazio e tenuta scenica e la mano di Myriam Risola conquista tessiture di panorami reali, ma anche immaginati, conditi da sogni ed emozioni. Cromatismi mediterranei e salti e scatti di plastica riescono ad intervallare luci ed ombre e fanno vibrare lungamente memorie, surrealtà ecologiche, immagini insolite. L'artista, dettaglio su dettaglio, riesce a comporre misurate sequenze fantastiche e vitali, grazie ad una fresca vena, ininterrotta da tempo, che produce illustrate composizioni di tono garbato, morbido e sottile. L'immaginazione creativa, combinata da fertilissime idee, riesce a serrare ambientazioni di particolare taglio, non prive di impressioni e suggestioni, di incanti e malie, che vibrano per sottigliezza di dettato. Le tecniche miste risucchiano prestigiose cadenze visive di un “iter” guidato da una mentalità solida, eppure aperta, di spessore, che non ripercorre mai note passate, ma utili riferimenti che possono agganciarsi sempre a dati attuali da affrontare. Emerge la voglia dell’artista di corroborare campiture con segni veloci e forti, con fabulistiche manovre e con elaborate misure ed impronte, che possono esprimere splendide rifrazioni ed argentini riflessi, regolati dal cuore e dall’hinterland dell’anima. Nelle opere di Myriam Risola si leggono ritmi giusti, variazioni delicate e dinamicità capillari di una voglia d’astrattismo, mentre in altre, palesemente, si dichiara il richiamo riverente alla natura, tutta, però, rivista nelle sue cadenze e trasparenze coloristiche, che sostanziano atmosfere volte a riafferrare varchi e respiri estremi ed uscite ed aperture significative. Il nostro vivere pulsa nelle composizioni di Myriam Risola, il “sacro” ed il “profano” s’incontrano per non unirsi, ma per specchiarsi pacifici. Tutto può essere controllato ed esaminato, basta una profonda presa di coscienza e voglia di esaminare, ma tutto ritorna divinamente in bilico sempre; il giorno si fa storia e la storia si fa attualità e Miyriam Risola intende cogliere quest’aspetto, quest’alternarsi della vita, questa sospensione, questo “fil rouge” circolare sospeso, che nessuno riesce a tagliare, né a staccare. Il “focus” delle redazioni pittoriche di Myriam Risola riprende rimbalzi di specularità, più che primi piani.
Maurizio Vitiello
Catalogo-cofanetto e “cd” in libreria
Inaugurazione Venerdì 12 Ottobre 2007, alle ore 19
Alle ore 20.00 incontro con il critico d’arte Maurizio Vitiello, che regolerà i
contributi di Pino Cotarelli, operatore culturale, e di Franco Lista, architetto e
docente universitario.
Libreria Evaluna
Piazza Bellini, 72 80138 Napoli
Orario: 10.30-14.30/19.00-22.00; domenica chiuso.