Palazzo Pitti
Firenze
piazza dei Pitti, 1
055 3693407
WEB
Wine&FashionFlorence
dal 17/10/2007 al 3/11/2007
WEB
Segnalato da

Ufficio stampa Wine&FashionFlorence




 
calendario eventi  :: 




17/10/2007

Wine&FashionFlorence

Palazzo Pitti, Firenze

Ammirare opere rappresentative del territorio del Levante Fiorentino: gli affreschi di Antonio De Vito, i mosaici di Mauro Sacconi e opere in scagliola realizzate dal laboratorio Bianco Bianchi saranno visibili nella cornice del Teatro del Rondo' di Bacco.


comunicato stampa

Antonio De Vito, Mauro Sacconi, Bianco Bianchi

In occasione della settima edizione della rassegna Wine&FashionFlorence, in programma dal 18 ottobre al 4 novembre, sarà visitabile a Firenze presso Palazzo Pitti una mostra ad hoc per ammirare opere rappresentative del territorio del Levante Fiorentino: gli affreschi di Antonio De Vito, i mosaici di Mauro Sacconi e opere in scagliola realizzate dal laboratorio Bianco Bianchi saranno visibili nell’incantevole cornice del Teatro del Rondò di Bacco.

L’eccezionale importanza della mostra consiste nella presentazione di un affresco di Antonio De Vito appositamente creato per la rassegna. L’esperienza dell’artista originario della Puglia si rifà alla grande tradizione fiorentina: Giotto e Michelangelo sono alcuni dei grandi maestri ai quali si ispira “I Muri dell’arte”, una bottega nata qualche anno fa sulle colline intorno a Firenze. Sui muri antichi di una torre del 300 dove ha sede la bottega nascono delle opere uniche dipinte con la tecnica più pura dell’affresco. L’intonaco preparato con calce e sabbia viene steso sul muro e sulla sua superficie sono tracciate le linee principali del disegno. I colori usati sono a base di terre naturali. De Vito, dopo la prima mostra organizzata al Palazzo Strozzi di Firenze come collaterale a quella di Botticelli, ha esposto in varie occasioni in Italia e all’estero suscitando sempre grande interesse.

«La mostra allestita all’interno della manifestazione Wine&Fashion – dice Antonio De Vito - è un’occasione per far sapere al pubblico che l’arte dell’affresco esiste ancora ed ha ancora molto da dire. Parlando di affreschi infatti si pensa subito ad un’arte del passato, lontana dal nostro tempo, ma i miei “frammenti” sono parte del nostro presente. Ho scoperto che il fascino che gli affreschi antichi esercitano su di noi nasce non solo dalla loro indiscussa bellezza ma anche dal loro aspetto consumato dal tempo. »

L’arte del mosaico di Mauro Tacconi, figlio d’arte del noto Maestro del Mosaico Fiorentino Marco, ci riporta nella splendida Firenze del Rinascimento dove questa tecnica raggiunse grande splendore. In questa epoca la città ebbe una propria scuola del mosaico, riconosciuta ed appoggiata dai Medici, i cui risultati splendidi e affascinanti sono oggi visibili nei più importanti musei del mondo, con una parentesi su l’Opificio delle Pietre Dure.

Mauro Tacconi ha iniziato a lavorare all’arte del mosaico fin dall’infanzia. Giunto nei nostri giorni, l’entusiasmo e la passione per questo lavoro non abbandonano l’artista che crede nella grandiosità dei molteplici lavori che si possono effettuare con il Mosaico Fiorentino, un’arte che, anche attraverso lui, continua a vivere dall’epoca medicea del 500.

«Sono lusingato di poter esporre le mie opere all’interno di questa rassegna. – dichiara Mauro Tacconi – Devo ringraziare soprattutto mio padre che mi ha insegnato l’arte del mosaico. Bisogna sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che il quadro esposto è il risultato di una lunga e attenta fase di ricerca che inizia con il reperimento delle pietre naturali, provenienti soprattutto dalla Toscana. »

Ad arricchire gli affreschi ed i mosaici, ci sarà la scagliola del laboratorio Bianco Bianchi che, oltre a produrre pezzi unici come tavoli, pannelli e oggettistica, si dedica al restauro di antiche scagliole avvalendosi del prezioso bagaglio di ricette e nozioni tecniche raccolte con dedizione dalla bottega in oltre sessanta anni di attività. Col termine “scagliola” si fa riferimento sia alla particolare tecnica di intarsio che usa materiali poveri come la polvere di selenite, pigmenti colorati e colle naturali mescolati tra loro, sia ad una varietà della pietra da gesso chiamata appunto selenite o scagliola, reperibile in natura sotto forma di lamelle o scaglie. Si tratta di una lavorazione appassionante e complessa, non tanto per i materiali “semplici”, quanto per la continua applicazione e ricerca che richiede.

«La tecnica della scagliola – spiega Alessandro Bianchi che con la sorella Elisabetta porta avanti il laboratorio del padre Bianco– è una tradizione fiorentina antica che necessita di essere conosciuta in maniera approfondita per la sua unicità e per la sua storia. Fu mio padre negli anni ‘50 a riscoprire questa lavorazione che verso la metà dell’800 scomparve dall’Italia. Per 10 anni, pur svolgendo attività di impiegato statale, ha occupato il suo tempo libero nella ricerca della formula giusta per gli impasti.
Da allora, produciamo pezzi che vanno nelle case di tutto il mondo ma abbiamo anche una collezione privata che esponiamo in occasione delle mostre. »

Teatro del Rondo' di Bacco e Palazzo Pitti
Firenze

IN ARCHIVIO [38]
Il 'cucinone' di Palazzo Pitti
dal 28/5/2015 al 28/5/2015

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede