Biosphere MW32 air-port-city. Ogni progetto di Tomas Saraceno e' da intendersi come un'unita' organica, un subsistema che si relaziona al sistema del suo pensiero restituendoci l'idea di utopia, intesa come via di fuga, non nel sogno, ma in una alternativa concreta che non deresponsabilizza il piccolo individuo di fronte alle scelte di macropolitiche scellerate.
Biosphere MW32 air-port-city
La concezione del mondo, nei tempi, è dipesa in minima parte dalle
idee scientifiche: rifletteva maggiormente i bisogni morali e
sociali. Un vizio di tutte le epoche è stato quello di provare la
morale che il potere di turno professava forzando la scienza in
quella direzione. La fisica ellenica dell’eterno ritorno fu rigettata
a favore dell’evoluzione lineare a opera di alcuni teologi che
all’inizio dell’era cristiana non accettarono di sottomettere la
storia sacra, di stampo creazionista, alle alterne vicende di
distruzione e rinascita del mondo naturale. In breve, la natura è
sempre stata identica a se stessa, ma l’uomo ha visto in essa volti
diversi a seconda delle epoche. Adesso però, l’umanità, per la prima
volta nella storia, si trova a dover decidere le sorti, non tanto del
pianeta Terra, quanto delle condizioni che hanno reso possibile la
vita, la vita umana, su questo pianeta. Ammesso che si tratti di
politica e non di etica, tale politica ha un carattere cosmico: la
questione non è più di destra o di sinistra, ma la scienza in questo
caso chiama la politica a agire e agire in fretta. La deforestazione
e l’immissione nell’aria di carbonio, prelevato dal sottosuolo, non
sono che effetti, la cui causa è un atteggiamento di matrice
neolitica di alterità rispetto al mondo.
In questo senso,
considerando che pinksummer è una galleria di arte contemporanea, ci
piace l’idea di presentare un secondo progetto di Tomas Saraceno a
qualche giorno dall’assegnazione del Nobel per la pace a un politico
per aver promosso la pace non tra uomini e uomini, ma tra l’umanità e
la Terra, seguendo le vie indicate dalla scienza.
Tomas Saraceno è un positivista, il cui misticismo laico impone una
visione dell’arte che esula da presupposti ludici e di piacere dei
sensi in sé. Nel lavoro di Saraceno prevalgono esigenze di
operatività e di concretezza, sia in termini progettuali, sia
riguardo alla sensibilizzazione attuata attraverso la conoscenza e la
riflessione che le sue opere smuovono, sintetizzando una visione del
mondo nel contempo scientifica, morale e estetica e anche magica,
perché il mistero ha una grande influenza nell’intimità dei pensieri
più razionali. Einstein affermava che la cosa più bella è dimostrare
il lato misterioso della vita, il sentimento profondo che si trova
alla sorgente dell’arte e della vera scienza. Saraceno ha ereditato
da Buckminster Fuller la concezione del mondo come sistema, in cui
ogni singola parte, ogni singolo essere è legato all’altro e al tutto
da una trama invisibile di relazioni, un concetto olistico che
restituisce l’idea di insieme come qualcosa di sinergico,
estremamente più efficace e potenziato rispetto alla semplice somma
delle singole parti.
Ogni progetto di Tomas Saraceno è da intendersi come un’unità
organica, un subsistema che si relaziona al sistema del suo pensiero
restituendoci l’idea di utopia, intesa come via di fuga, non nel
sogno, ma in una alternativa concreta che non deresponsabilizza il
piccolo individuo di fronte alle scelte di macropolitiche scellerate.
Solo l’individuo è sufficientemente libero da non preoccuparsi di
piacere ai capi, sosteneva Fuller, la cui critica all’architettura
modernista fu durissima, arrivando ad affermare che lo stile
internazionale introdotto in America dal Bauhaus non si preoccupava
di conoscere la meccanica strutturale o la chimica, ma si limitava a
convincere gli industriali a cambiare la forma delle maniglie.
Un po’ come Henri Poincaré sosteneva in “La scienza e l’ipotesi”, per
sperimentare bisogna liberarsi da idee preconcette, condizione
difficile considerando che lo stesso linguaggio è impastato di idee
preconcette; alla stessa maniera Fuller affermava che l’architettura
universale, sintesi di spazio, tempo e sviluppo, non può esistere
se non liberandola dalla dipendenza dalla materia esistente. Solo
muovendo dalla progettazione dei materiali, l’architettura può
compiere quella rivoluzione atta a fornire delle risposte etiche ed
estetiche alla collettività che trascendano la logica del riparo e
dal monumento.
In questo senso si muove Tomas Saraceno, il cui lavoro, abbattendo
le barriere disciplinari e la concezione preistorica dell’uomo contro
la natura, promuove l’integrazione con essa e con l’energia e le
risorse che essa ci fornisce.
Dopo l’esperimento “On Air” del 2004, pinksummer è felice di
presentare un nuovo progetto di Tomas Saraceno: “Biosphere MW 32” .
L’opera installata nel Cortile Maggiore rimarrà visibile fino al 17
novembre, la mostra in galleria fino al 7 dicembre.
Inaugurazione 20 ottobre 2007
Pinksummer
piazza Matteotti, 28R - Genova
Ingresso libero