I 27 dipinti, eseguiti con inchiostro su carta e incorniciati secondo la tradizionale tecnica a rotolo su un fondo di carta o seta, rappresentano gli oggetti propri della cultura Zen come il cerchio, la perla fiammante e il bastone.
27 dipinti
Renzo Freschi – Oriental Art dal prossimo 24 ottobre presenta, nei locali della Galleria in via Gesù 17, la mostra “DIPINTI ZEN”. Un’antologia di dipinti stimolante non solo per gli amanti dell’arte orientale e giapponese in particolare ma anche per gli appassionati di pittura moderna e contemporanea.
Il successo e l’interesse per questo genere pittorico è provato dalle numerose mostre organizzate nelle piazze internazionali più attive e all’avanguardia, non da molto a New York si sono chiuse le porte di una straordinaria raccolta di dipinti Zen medioevali, e nel 2008 Boston ospiterà una importante collezione privata proveniente da Sideny (2006).
Le opere che compongono la mostra Sono state eseguite da famosi ma anche anonimi monaci e laici vissuti tra il 1700 e gli inizi del ‘900 che, attraverso calligrafie, essenziali ritratti dei più importanti maestri Zen e simboli astratti hanno cercato di rappresentare – rendere intelligibile – la storia del pensiero Zen, dei suoi temi e dei soggetti più caratteristici.
Originariamente la pittura Zen era utilizzata dai monaci per spiegare le argomentazioni religiose alla popolazione illetterata. Ancor oggi chi esegue questi dipinti persegue gli stessi scopi e si ispira ai medesimi concetti. Ecco perché, per lungo tempo la pittura zen non la si è considerata arte, ma solo un esercizio intellettuale.
I 27 dipinti esposti, eseguiti con inchiostro su carta e incorniciati secondo la tradizionale tecnica a rotolo su un fondo di carta o seta rappresentano gli oggetti propri della cultura Zen come il cerchio Zen (Enso), la perla fiammante (Tama) e il bastone (Tetsubo). Altri propongono, con pochi e rapidi segni, personaggi quali Daruma, il monaco indiano considerato il fondatore dello Zen, o il duo comico Kanzan e Jittoku , eccentrici personaggi che incarnano la spontaneità dello spirito zen. Soggetti, questi, di origine popolare con un gusto che non disdegna il comico e l’impertinente.
Tecnicamente, a partire dal XVII secolo la pennellata della zenga diviene forte e immediata perché la spontaneità del segno riflette la coerenza tra consapevolezza interiore e gesto formale. Talvolta gli artisti esplorano il campo dell’astratto e i dipinti diventano veri e propri koan grafici.
La mostra “DIPINTI ZEN” è essenzialmente una mostra di pittura, ma l’osservazione attenta di queste opere permetterà di apprezzarne la qualità estetica e di cogliere lo spirito sottile e quasi iniziatico dell’arte zen.
I 27 dipinti presentati da Renzo Frechi sono stati scelti uno ad uno con cura e perizia tanto che le opere vivono indistintamente per il loro valore estetico come per quello simbolico e culturale. Singolarmente o in coro, trasmettono il buon gusto e la vivacità culturale che hanno accompagnato passo dopo passo la composizione della raccolta e della mostra.
Un elegante e rigoroso - nell’estetica come nei contenuti - catalogo di 12 pagine presenta 16 opere accompagnate dall’introduzione di uno studioso svedese che ha vissuto a lungo in Giappone.
“DIPINTI ZEN” pur non avendo evidenti legami con la mostra di ritratti cinesi presentata nell’autunno scorso da Renzo Freschi ne è in qualche modo legata: come la precedente introduce e fa conoscere uno dei tanti aspetti della pittura orientale meno conosciuti in occidente.
Non è un azzardo parlare di genere pittorico riferendosi a tali opere, infatti, se per lungo tempo questi giochi d’inchiostro su carta – per altro d’una raffinatezza sublime – sono stati considerati semplicemente dei divertimenti intelligenti in Giappone, ormai da tempo, costituiscono una vero e proprio genere artistico assolutamente a se stante, una scuola stilisticamente inconfondibile: la zenga. Opinione che ha varcato i confini dell’arcipelago nipponico connotando, anche in occidente, questi calligrafici esercizi pittorici come un’importante espressione artistica e non solo una manifestazione concreta del pensiero religioso Zen.
Non a caso, ultimamente, la pittura Zen suscita nel mondo occidentale un grande interesse oltrepassando il superficiale interessamento verso le filosofie e religioni orientali, nate nel segno di una “moda” che vuole l’esotico come simbolo di superiorità intellettuale.
La pittura Zen, lineare nei suoi segni calligrafici, simboli e astrazioni, è vista come una pittura concettuale, astratta. Una pittura molto moderna.
Renzo Freschi Oriental Art
via Gesu', 17 - Milano
Ingresso libero