Museo di Fotografia Contemporanea
Achille Sacconi
Andrea Abati
Olivo Barbieri
Paola De Pietri
Gilbert Fastenaekens
Vittore Fossati
Jean-Louis Garnell
Jitka Hanzlova'
Alessandra Spranzi
Roberta Valtorta
Paola Sacconi
Achille Sacconi. Fotografie 1960-2004. Una mostra di 60 fotografie in bianco e nero realizzate dal 1960 ai primi anni del Duemila da Achille Sacconi. Le fotografie sono state donate dall'autore al museo. Storie immaginate in luoghi reali. Collettiva. In mostra 70 fotografie e un'installazione video di Andrea Abati, Olivo Barbieri, Paola De Pietri, Gilbert Fastenaekens, Vittore Fossati, Jean-Louis Garnell, Jitka Hanzlova', Alessandra Spranzi.
Achille Sacconi. Fotografie 1960-2004 / Collettiva. Storie immaginate in luoghi reali
Achille Sacconi. Fotografie 1960-2004
A cura di Paola Sacconi e Roberta Valtorta
La sala della collezione permanente del Museo di Fotografia Contemporanea ospita, a partire dal 27 ottobre 2007, una mostra di sessanta fotografie in bianco e nero realizzate dal 1960 ai primi anni del Duemila da Achille Sacconi. Le fotografie sono state donate dall’autore al museo, e fanno dunque parte delle collezioni con la denominazione “fondo Achille Sacconi”.
La mostra intende rendere omaggio a chi, con il suo impegno pluriennale, il suo rigore metodologico, la sua tenacia, ha collaborato per quasi trent’anni con la Provincia di Milano sul tema della rilevazione e dello studio dei beni architettonici e ambientali e ha costruito in seno a questa attività il progetto Archivio dello spazio (1987-1997), dal quale è nata l’idea stessa del Museo di Fotografia Contemporanea. Per questo è giusto considerare Sacconi un padre del museo, e importante farlo conoscere al pubblico anche nella sua veste di fotografo.
Nato a Treviso nel 1927, studia Architettura al Politecnico di Milano e si laurea a Venezia. Fin da giovane affianca al suo interesse per l’architettura intesa come disciplina al servizio dello sviluppo sociale, e all’impegno politico (negli anni Settanta è assessore all’urbanistica del Comune di Milano) un profondo interesse per la letteratura, la pittura, il cinema, la fotografia.
Inizia a fotografare alla fine degli anni Cinquanta, nel momento in cui il tema del “realismo” nell’arte è al centro dell’attenzione degli intellettuali: la fotografia rappresenta per lui, come per molti in quel periodo, uno strumento per guardare e capire la realtà. Sacconi non lascerà più la fotografia, che accompagnerà per anni il suo lavoro di architetto, oltre che molti momenti della sua vita culturale e privata.
Nella sua opera, nella quale utilizza il bianco e nero ma anche il colore, si distinguono alcuni nuclei principali, legati ad alcuni luoghi della vita: Venezia, Treviso, Milano, Sestri Levante, S. Albino di Monza, dove Sacconi da molti anni risiede. Accanto a questi temi il racconto della vita familiare oltre che dei molti viaggi nel sud e nel centro dell’Italia, e in Europa, dall’Inghilterra alla Francia, dalla Germania all’Olanda all’URSS alla Ungheria e la Cecoslovacchia. Il paesaggio, l’architettura, il rapporto fra figura umana e ambiente (in questo la sua fotografia reca traccia del Neorealismo) sono i principali oggetti di indagine.
Attento conoscitore della fotografia a lui contemporanea, Sacconi ha molto amato l’opera di Paolo Monti, nella quale un metodo rigoroso di lavoro si intreccia all’impegno civile nel rilevamento dei centri storici italiani, sapendo poi subito cogliere nei nuovi maestri della fotografia italiana contemporanea, Basilico, Jodice, Ghirri, Cresci, Guidi, chiavi attuali per la lettura della realtà complessa del nostro paesaggio.
Nelle sue scelte di fotografo e di organizzatore culturale Sacconi ha sempre creduto fortemente nella fotografia come strumento di conoscenza e di interrogazione. Su questa base ha creato il progetto Archivio dello spazio, che non solo ha dato il via al Museo di Fotografia Contemporanea, ma ha costituito un modello guardato con attenzione e imitato per molti anni in Italia in molti progetti di committenza pubblica sul territorio.
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Collettiva. Storie immaginate in luoghi reali
a cura di Roberta Valtorta
coordinamento del progetto: Massimiliano Foscati
In collaborazione con CARIPLO e Navigli Lombardi
Catalogo: video di Meris Angioletti e Angelo Boriolo, con uno scritto di Paola Capriolo
Fotografie e video di:
Andrea Abati, Olivo Barbieri, Paola De Pietri, Gilbert Fastenaekens, Vittore Fossati, Jean-Louis Garnell, Jitka Hanzlovà, Alessandra Spranzi.
Il 2007 segna i vent’anni dall’inizio e i dieci anni dalla conclusione del progetto “Archivio dello spazio” (1987-1997), serie di campagne fotografiche sul territorio della provincia di Milano svoltosi nell’ambito del Progetto Beni Architettonici e Ambientali della Provincia di Milano. Alle campagne fotografiche di “Archivio dello spazio” hanno fatto poi seguito altri progetti di committenza: “Milano senza confini” (1999-2000) e “Idea di metropoli” (2001-2002). Le fotografie derivate da questi progetti sono confluite nelle collezioni del museo, che prosegue il lavoro in questa direzione, cercando nuovi significati e nuove funzioni alla committenza, il cui senso nel volgere di questi anni è molto mutato, dalla documentazione di alto livello culturale dei luoghi, alla interpretazione, alla ricerca sempre più libera.
L’affidamento di incarichi a fotografi contemporanei per la realizzazione di ricerche su temi di attualità rimane dunque uno dei compiti storici del Museo di Fotografia Contemporanea.
In questo contesto, il museo ha affidato a otto fotografi italiani ed europei - Andrea Abati, Paola De Pietri, Olivo Barbieri, Gilbert Fastenaekens, Vittore Fossati, Jean Louis Garnell, Jitka Hanzlovà, Alessandra Spranzi - l’incarico di realizzare una serie di ricerche fotografiche in luoghi della Lombardia, in collaborazione con CARIPLO e Navigli Lombardi.
In mostra saranno presentate 70 fotografie e un’installazione video.
Si tratta di luoghi storici e naturalistici sui quali i fotografi hanno sviluppato i loro progetti in completa libertà. Il titolo, “Storie immaginate in luoghi reali” intende sottolineare un modo molto aperto di intendere la committenza oggi: gli artisti sono chiamati a lavorare a partire da alcuni luoghi indicati, ma attraverso la loro ricerca hanno la possibilità di trasformare questi luoghi in scenari che ospitano storie di qualunque natura, secondo i loro diversi progetti: la narrazione stessa del luogo, lo svolgersi di una storia personale, l’indagine sui suoi abitanti o sulla sua storia, la lettura dei segni.
In questa luce, cambia e si dilata il concetto di luogo, che si articola facendo spazio all’immaginario e assumendo significati di volta in volta diversi. La committenza diventa un ambito di promozione della ricerca.
All’interno del progetto “Storie immaginate in luoghi reali” dunque, sono state realizzate ricerche diversamente orientate: Andrea Abati (Canale artificiale “Vaso Re”, Bienno) ha ricostruito episodi della storia del luogo, fra tutti le storie della Resistenza partigiana, raccogliendo immagini e testimonianze orali; Paola De Pietri (distretto dei monti e dei laghi della Brianza) ha colto una dimensione di silenzio e di sospensione metafisica nei luoghi, nella natura e nelle persone; Olivo Barbieri (Castello di Somaglia) ha lavorato, come vuole il suo metodo degli anni più recenti, realizzando alcune riprese dall’elicottero, che danno al luogo una connotazione straniata e irreale; Gilbert Fastenaekens (Villa Litta, Milano) ha raccolto numerosissime immagini di vita, di lavoro, di festa in un video estremamente narrativo e articolato; Vittore Fossati (Villa Menafoglio Litta Panza, Biumo) ha lavorato su alcuni particolari del luogo, come uno specchio e la sua cornice o l’eleganza del rapporto interno-esterno; Jean Louis Garnell (abbazia di Morimondo) ha raccontato una particolare atmosfera spirituale, non religiosa, del luogo, attraverso luci, superfici, strutture; Jitka Hanzlovà (Palazzo Melzi d’Eril, Vaprio d’Adda) ha realizzato una serie di ritratti di giovani ispirati a ritratti di Leonardo da Vinci, che in questo palazzo visse e lavorò; Alessandra Spranzi (Casinò municipale di San Pellegrino Terme) ha indagato il senso del passare del tempo e dell’abbandono attraverso immagini di mobili e oggetti trovati nel vecchio edificio.
Un video realizzato da Meris Angioletti e Angelo Boriolo, prodotto dal Museo di Fotografia Contemporanea, racconta il lavoro dei fotografi nei diversi luoghi, i loro pensieri, le idee che li hanno guidati, e fa da catalogo visivo e sonoro alla mostra. Nel volumetto che accompagna il video, un testo della scrittrice Paola Capriolo propone una lettura delle opere e alcune riflessioni sulla possibilità della fotografia di raccontare storie immaginate.
L’inaugurazione della mostra è preceduta da un incontro che avrà inizio alle 16 durante il quale gli otto autori impegnati nel progetto descriveranno i loro lavori e risponderanno alle domande del pubblico. Durante l’incontro verrà proiettato il video realizzato da Meris Angioletti e Angelo Boriolo, che resterà visibile al museo per tutta la durata della mostra.
Inaugurazione:
sabato 27 ottobre
ore 16 incontro con gli autori
ore 17.30 proiezione del video di Meris Angioletti e Angelo Boriolo;
ore 18.30 apertura della mostra al pubblico
Museo di Fotografia Contemporanea
via Frova, 10 (Villa Ghirlanda) - Cinisello Balsamo (MI)
Orari: da martedì a domenica 10-19; giovedì 10-23. Chiuso lunedì
Chiuso 25 e 26 dicembre, 1° gennaio, 23 e 24 marzo