Personale itinerante
Personale itinerante
Tre importanti musei brasiliani, il MAC Museu de Goiânia, il MAM Museu de
Arte Moderna di Salvador de Bahia, il MAM Museu de Arte Moderna di Rio de
Janeiro ospitano fino al 20 marzo 2008 una mostra itinerante di Cesare
Berlingeri, ideata e organizzata dalla Vecchiato New Art Galleries. La
prima tappa dell'esposizione, conclusasi il 16 ottobre 2007, cede il passo
alla seconda che inaugura il 6 novembre 2007 al MAM di Salvador de Bahia
per approdare il 31 gennaio al MAM di Rio de Janeiro.
Questa esaustiva antologica presenta il percorso creativo dell'artista dal
1967 al 2007 e comprende un'inedita installazione realizzata appositamente
per l'evento brasiliano.
La mostra, curata da Aguinaldo Coelho (direttore della Agência Goiânia de
Cultura) e Celso Fioravante con il coordinamento artistico di Dante
Vecchiato e Roberto Agnellini, offre al pubblico una visione completa del
percorso dell'artista attraverso 182 pitture piegate, che compongono 52
opere di grandi dimensioni. Dalla selezione emerge la ricerca di Cesare
Berlingeri nei suoi 40 anni di attività, come la monocromia, la rottura
del supporto, le relazioni tra pittura e scultura, la memoria, l'erotismo,
la sacralità. "Questi temi sono costanti nella produzione italiana a
partire dagli anni Sessanta e furono sviluppati dai principali movimenti
artistici locali, come l'arte povera, l'arte concettuale e la
transavanguardia e da artisti italiani consacrati a livello mondiale" -
scrive nell'introduzione in catalogo Aguinaldo Coelho.
Tommaso Trini commenta: "cominciò oltre 30 anni fa, Cesare Berlingeri, a
piegare le tele dei suoi quadri. Dapprima, ottenendo volumi con tele
imbevute di gesso e pigmenti puri che traevano le loro forme dalle
curvature. Poi, strati avvolti su disegni graffiti come microcosmi chiusi
ma non limitati dall'azione sigillante dell'artista. Più di recente,
articolando i volumi della tela come corpi umani, i cui torsi scultorei
tendono a espandere gli spazi in cui vibrano. Le sue pieghe non producono
solo forme e volumi: sono anche biforcazioni tra pittura, scultura e
performance". A tale proposito Cesare Berlingeri sostiene: "il fatto di
piegare una tela di dieci metri quadrati, dipinta, è uno sforzo fisico
tremendo e quindi diventa una specie di danza volatile, un gesto
volatile.".
Dopo le prime "tele piegate" del 1975, negli anni Ottanta Cesare
Berlingeri inizia la serie dei "dittici e trittici", caratterizzati
dall'accostamento di tele monocrome di grandi dimensioni a lastre di
ferro; seguono i "corpi", ciclo di opere del nuovo millennio, attraverso i
quali la pittura monocroma si avvicina alla scultura avvolgendo la tela in
una materia espansa. Fino all'ultima installazione inedita degli
"avvolti", ventuno tele piegate, tutte bianche caratterizzate da segni
neri sia geometrici sia naturalistici, che fluiscono come una cascata
dalla parete su altrettanti piani inclinati. L'installazione è stata
concepita espressamente dall'artista, dopo un sopralluogo, per una sala
già adibita a chiesa presso il MAM di Salvador de Bahia e per una
lunghissima parete del MAM di Rio de Janeiro.
"Il fatto di presentare il mio lavoro - afferma Cesare Berlingeri - in una
terra così lontana, con una poetica così diversa dalla mia, è un confronto
che mi affascina".
L'esauriente catalogo edito da SHIN factory in tre lingue, italiano,
portoghese e inglese, offre un'introduzione di Aguinaldo Coelho, un ampio
testo critico di Tommaso Trini e una vivace intervista di Celso
Fioravante.
Cenni biografici
Cesare Berlingeri nasce nel 1948 a Taurianova, in provincia di Reggio
Calabria, e qui comincia a dipingere sin da giovanissimo.
Nel 1968 intraprende una serie di viaggi in Europa che lo porteranno a
confrontarsi con altri artisti e con la cultura contemporanea. Il 1970 lo
vede a Roma, dove inizia a lavorare per il teatro e la Rai come scenografo
e costumista. Il teatro, in particolare, al quale si avvicina sempre
profondamente da pittore, rappresenta una costante del suo percorso
artistico e un elemento fondamentale della sua ricerca. Negli anni Ottanta
si intensificano, infatti, le collaborazioni teatrali e dal 1989 al 1995 è
docente all'Accademia d'Arte Drammatica della Calabria.
Contestualmente, prosegue e si arricchisce la sua ricerca artistica che lo
porterà ad esporre in numerosi spazi pubblici e privati. Ricordiamo, in
particolare: la Galleria Civica di Saint Vincent, 1979; Tokio e la
Quadriennale di Roma, 1986; la New Art Gallery di Padova, 2001; il Museo
Nazionale di Arezzo, 2004; la retrospettiva al Castello Aragonese di
Reggio Calabria e l'antologica al Complesso Monumentale S. Giovanni di
Catanzaro, 2005; e MUDIMAdrie ad Anversa, 2006.
MAM Museu de Arte moderna
Salvador de Bahia