La mostra vede l'esposizione della scultura-installazione Kathryn. I protagonisti, modellati in argilla e rivestiti di un velo di resina, sono caratterizzati da una verosimiglianza anatomica e sono posizionati in una mise en scene sempre diversa, in ambienti domestici e scene di vita privata.
Personale
La Galleria Magrorocca è lieta di presentare, per la prima volta in Italia,
l’artista Kristian Burford.
Kristian Burford, nato nel 1974 in Australia, vanta già l’esposizione delle
sue opere presso il Tate Liverpool in Inghiterra, il Museum Moderner Kunst
Vienna e il PS1 MoMA di New York, dove ha riscosso un grandissimo successo
per la particolarità e la perfezione artistica delle sue creazioni.
La mostra, vedrà l’esposizione della scultura-installazione Kathryn.
I protagonisti, modellati in argilla e rivestiti di un velo di resina, sono
caratterizzati da una verosimiglianza anatomica che rivela immediatamente la
grande maturità artistica del giovane Burford. Essi vengono posizionati in
una mise-en-scène sempre diversa, raffigurante ambienti domestici e scene di
vita privata di grande intensità emotiva.
Le figure rappresentate, di dimensioni naturali, sono sempre inserite in
vere e proprie ambientazioni decorate ed arredate ispirandosi ai canoni
artistici più diversi: Burford, attingendo alla storia dell’arte, trae
ispirazione dal barocco, dal gotico, dal romanticismo fino ad arrivare al
simbolismo.
L’arredamento e i decori delle stanze ideate dall’artista svolgono una
funzione precisa nella realizzazione dell’opera: l’attenzione ad ogni
piccolo dettaglio e la profusione dei particolari aiutano infatti lo
spettatore a capire il significato della scena rappresentata.
Un ulteriore stimolo alla comprensione dell’opera è data dai titoli, sorta
di brevi racconti di lunghezza inusuale, che assumono il ruolo di introdurre
il protagonista dentro la storia e lo inducono a cogliere, attraverso le
sensazioni trasmesse dall’ambientazione, gli eventi antecedenti quel
particolare momento, coinvolgendolo emotivamente nella storia dei personaggi
ritratti, che, come in una pièce teatrale, raccontano risvolti intimi di
vita vissuta.
Creando un mélange di stili che sono parte integrante dei profondi
significati psicologici trasmessi, viene evocata una nostalgia intima ed
erotica, ma ancora innocente. Un’innocenza che viene spinta con forza dal
privato per divenire pubblica attraverso la possibilità data allo spettatore
di spiare queste scene di vita solo attraverso uno spiraglio nelle tende che
circondano queste scene.
La componente voyeristica, parte integrante dell’arte di Burford, si impone
prepotentemente nella sua opera riflettendo un atteggiamento tipico della
società contemporanea. Lo spettatore spia, guarda incuriosito quanto sta
accadendo, immagina morbosamente i retroscena delle storie raffigurate, si
fa coinvolgere psicologicamente e spesso anche eroticamente, dal momento che
i personaggi rappresentati sono sovente nudi ed in atteggiamenti ambigui,
mai comunque moralmente riprovevoli.
Kathryn, giovane ragazza adolescente, viene posizionata semivestita su un
divano dal quale sembra quasi scivolare giù. La sua innocenza, oltre che
nelle fattezze del corpo, viene rappresentata dai colori tenui della
tappezzeria e dai mobili che la circondano, realizzati nelle diverse
tonalità del rosa. L’osservatore esterno, in una sorta di esperienza
conoscitiva e di scoperta, è chiamato a cogliere per gradi quanto sta
accadendo. L’osservazione dell’ambientazione è il primo elemento che lo
introduce all’interno della storia rappresentata, ma poi, come un deus ex
machina, interviene l’artista che attraverso il titolo svela i retroscena
della raffigurazione. Appoggiandosi sull’ambiguità del gioco della ragazza
con il gatto, che la ferisce ad una mano, ed all’espressione di dolore sul
suo viso, l’artista gioca sul sottile confine tra dolore e conoscenza delle
sensazioni fisiche proprie dell’età che lei sta vivendo, l’adolescenza.
Abbandonato il controllo, Kathryn si lascia andare ai desideri che la
pervadono, trasmettendo queste sensazioni a chi si introduce nel suo mondo,
che così ne viene trascinato all’interno.
Burford crea dei veri e propri tableaux vivants, pieni di mistero, ambiguità
ed erotismo ma anche di innocenza ed invita l’osservatore, con grande
magistralità, ad immergersi nelle sue opere, a viverle, a trasformarle in
esperienza di vita rubata.
Il catalogo della mostra è presente in galleria. Testo critico a cura di Jan Tumlir
Inaugurazione: mercoledì 14 Novembre ’07 dalle ore 18.30
Magrorocca Galleria d'Arte
Largo Fra' Paolo Bellintani, 2 - Milano
Orari di visita: martedì – sabato 10.00 – 12.30 / 15.30 – 19
Ingresso libero