Procedendo per contrasti e sottili provocazioni, l'artista tratta temi legati alla vita nel continente nero: i costumi, la corruzione politica, il dramma dell'aids, la prostituzione, le leggende popolari. Le sue tele, dipinte con sgargianti colori ad acrilico, denotano un chiaro impianto scenografico. Il suo stile e' ironico, drammatico, ma anche intriso di gioia e humor.
a cura di Luca Beatrice
Artista di riferimento per la cultura africana, ormai promosso al rango
di star internazionale, Chéri Samba fa il suo debutto a Milano con la
sua prima mostra personale a Corsoveneziaotto.
Nato nel 1956 a Kinto M’Vuila (oggi nella Repubblica Democratica del
Congo), Samba Wa Mbimba N’Zingo Nuni Masi Ndo Mbasi, detto “Chéri
Samba”, appartiene a quella rara categoria di artisti capaci di
esprimere concetti universali, comprensibili in ogni angolo del pianeta,
eppure ricchi di elementi locali, di forte attaccamento alle proprie
radici.
La leggenda vuole che nella sua prima esposizione a Kinshasa presentò
le proprie opere appese ai rami di un albero situato in mezzo a un
incrocio. In occidente si fece conoscere nella grande mostra Le
magiciens de la terre, Centre Pompidou, Parigi 1989. Soprattutto in
Francia Samba è considerato artista di riferimento dell’Africa
contemporanea: tiene una grande personale alla Fondation Cartier nel
2004, lo stesso anno prende parte ad Africa Remix, mostra itinerante
nei principali musei del mondo,
fino alla sala personale dell’ultima Biennale di Venezia.
Procedendo per contrasti e sottili provocazioni, Chéri Samba tratta
temi legati alla vita nel continente nero: i costumi, la corruzione
politica, il dramma dell’aids, la prostituzione, le leggende popolari.
Le sue tele, dipinte con sgargianti colori ad acrilico, denotano un chiaro
impianto scenografico. L’artista predilige una composizione spaziale
che indirizza lo sguardo del pubblico verso le scene ritratte secondo un
ordine preciso. I personaggi stilizzati, simili a cartoni animati e fumetti,
sono raffigurati in atteggiamenti espressivi ed eloquenti. Sovente è lui
stesso il protagonista delle opere, altre volte invece sono raffigurati
personaggi pubblici, politici oppure gente comune. Lo stile è ironico, sarcastico, drammatico, ma anche intriso di gioia e humor. Il messaggio è rafforzato del testo, un commento talora giocoso,
innocente e sentenzioso, in francese o in dialetto lingala. La scrittura,
che accentua o rovescia il discorso pittorico, è un escamotage
utilizzato per catalizzare più a lungo l’attenzione di chi osserva l’opera.
“L’uomo di Kinshasa”, come ama definirsi il pittore, ha dichiarato: “Io
credo che l’artista non possa limitarsi. Io dipingo per l'umanità, dipingo
per tutti. E’ vero, non posso metterci tutte le lingue che si parlano nel
mondo ma non dipingo sempre solo per gli africani. Posso trarre
ispirazione dall’Africa per qualcosa che riguarda anche gli europei”.
Una ventina di tele recenti di vario formato ne raccontano la poetica,
l’attitudine e lo stile.
Il catalogo della mostra, a cura di Luca Beatrice, è pubblicato da Silvana Editore
Inaugurazione: martedì 4 dicembre 2007, ore 18.30
Corsoveneziaotto
C.so Venezia, 8 20121 Milano
Orari: lunedìvenerdì ore 10.0013.00/ 15.3019.30 Sabato su appuntamento