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6/12/2007

Angelo Moriconi nella pittura romana

Museo Civico di S. Francesco, Montefalco (PG)

A cura di Italo Tomassoni e Bruno Toscano

La rassegna antologica delle opere di Angelo Moriconi (Fossato di Vico, 1932 - Roma, 1977) è un omaggio al pittore folignate, attivo tra l’Umbria, Roma e gli Stati Uniti d’America dal 1952 sino al 1977, anno della sua scomparsa.

Ma l’evento non intende solo rendere omaggio all’artista: costituisce anche un interessante occasione di studio per recuperare e proporre all’attenzione e alla conoscenza del pubblico l’opera di Angelo Moriconi come quella di uno dei migliori pittori italiani degli anni Cinquanta - Settanta e di rivalutarne la figura artistica come quella di un protagonista di primo piano della cultura umbra. Infatti, la morte prematura dell’artista ha sostanzialmente cancellato la memoria della sua presenza dal panorama dell’arte contemporanea italiana.

Angelo Moriconi, è una personalità di grande valore, che merita un accurata operazione di studio e di recupero. L’artista era una delle promesse dell’arte italiana, ben inserito nell’ambiente artistico romano che in quegli anni si raccoglieva intorno ai maestri Turcato, Cagli, Guttuso e poi agli astrattisti Turcato, Perilli, D’Orazio. Autore di un’opera astratta di segno essenzialmente intimista e lirico, si inserisce con una cifra affatto personale e di costante qualità nel panorama della pittura astratta italiana del dopoguerra. La sua carriera artistica riporta successi rilevanti come la partecipazione alla Biennale di Venezia del 1966.

Scrive di lui il "Paese Sera", del 4 settembre 1977: “Nella notte tra il 30 ed il 31 agosto è morto in un ospedale romano, dove era degente da alcuni mesi, il pittore Angelo Morioni. Era nato a Fossato di Vico nel 1932 e, giunto a Roma all’inizio degli anni ‘50 aveva partecipato all’attività artistica romana, dimostrandosi pittore di finissimo gusto e di sicuri mezzi espressivi. Da una prima esperienza in cui avvertiva soprattutto la lezione di Cagli, si era andato orientando, in concomitanza con le ricerche di suoi coetanei o di poco più anziani (Novelli per esempio), verso una pittura di finissimi segni e di delicate zone cromatiche, che rivelava una indiscutibile originalità e la sincerità di una sua dimensione intima, definita da sfumature di sentimenti.

Era in definitiva, nonostante la sua partecipazione attiva alla vita culturale romana e anche alla sua bohème, un artista solitario, timido per natura, introverso e per questo trascurato ingiustamente dalla maggior parte della critica. Proprio la sua costanza di ricerca, al contrario, e la sua interiorità ne facevano un pittore di tutto rispetto. Coltissimo, e non soltanto per cultura pittorica, era stato capace di fare le necessarie meditazioni sugli aspetti che sentiva più congeniali della pittura contemporanea, non limitandosi in questo al panorama italiano, ma cercando altrove, in Klee, ma anche in certe più recenti soluzioni segniche (da Pollock ad Afro), suggerimenti per proseguire il suo personale e articolato discorso che, sia pure con discrezione, si rivelava comunque forte e sicuro e, soprattutto, carico di umana simpatia”.

Progetto di Federica Bordoni

Immagine: Angelo Moriconi

Inaugurazione 7 dicembre ore 18

Complesso museale di S.Francesco
Via Ringhiera Umbra 6, Montefalco (PG)
Orario: dal martedi al sabato 10.30 - 13, 14.30 - 17, chiuso il lunedi
Ingresso libero

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