Personale di pittura e scultura. "La creativita' onirica dell'artista si dipana in direzione di molteplici sentieri, che coinvolgono materiali, attitudini di pensiero, spunti e tecniche diverse". (M.Accerboni)
A cura di Marianna Accerboni
S’inaugura a Trieste giovedì 6 dicembre 2007 alle ore 18.00 nella Sala Comunale d’Arte la mostra personale del pittore e scultore Giuseppe Callea, che sarà presentata dall’architetto Marianna Accerboni. La rassegna, visitabile fino al 20 dicembre, propone una serie di opere inedite - quadri realizzati a tecnica mista e sculture in ceramica e terracotta - create dall’artista nell’ultimo decennio.
La creatività onirica di Giuseppe Callea - Pino per gli amici artisti - si dipana in direzione di molteplici sentieri, che coinvolgono materiali, attitudini di pensiero, spunti e tecniche diverse, componendo un universo neobarocco dal fascino surreale e simbolico, in cui s’intrecciano varie pulsioni legate anche alla cultura familiare dell’artista. Triestino di nascita, ma rovignese per parte di madre e calabrese per parte di padre - scrive Accerboni - il pittore e scultore è legatissimo al mare, al suo fascino e ai suoi misteri, che il nonno capobarca di Rovigno, gli aveva insegnato ad amare fin da bambino.
“La vita viene dal mare e dall’acqua” afferma Callea, alludendo alle origini del nostro universo, la cui immagine simbolizzata da una sfera poliedrica di cristallo rappresenta il Leitmotiv della serie di quadri inediti ideata appositamente per questa rassegna. Appoggiata su delle opere ad olio, fotografata e incorniciata da interventi pittorici e a foglia d’oro, la sfera costituisce il modulo creativo e geometrico, che simbolizza l’universo, i cui segreti microcosmi vengono poi svelati da Pino attraverso le ceramiche colorate e grigio-bianche e le terrecotte inedite e spesso sostenute da supporti in piombo, realizzati a mano, che costituiscono essi stessi delle opere a sé.
Pensate per essere illuminate dalla fiamma, dalle fibre ottiche o da altre fonti luminose, e di quando in quando irrorate dall’acqua, le creature impossibili, le situazioni fantastiche, i castelli da favola, i templi bruciati, le case con gli occhi, i pesci barocchi, i prati e le infiorescenze marine, i relitti, i cavalli e cavallucci da sogno, le immagini femminili osservate con un pizzico d’ironia, si rincorrono nelle opere tridimensionali di Pino Callea secondo l’assenza di regole proprie di un’inesauribile linfa creativa, che sa reinterpretare - conclude il critico - come in un gioco raffinato e a volte colorato e con humour sottile, il concetto neobarocco di opulenza, eccesso e fantasia oltre il reale.
Inaugurazione giovedì 6 dicembre 2007 alle ore 18
Sala Comunale d’Arte
piazza Unità d’Italia, 4 Trieste
Ingresso libero