Revell. Fotografie. Parti di cielo, case come tutte le altre, pezzi di foreste: soggetti la cui insignificanza quotidiana ci invita alla scoperta di altre prospettive.
Proust ha scritto'' La fotografia acquisisce un poco della dignità che le manca quando cessa di essere una semplice riproduzione del reale''. La sfida é quindi smettere di guardare la fotografia come una semplice tecnica di memorizzazione e immagazzinaggio del reale.
E' proprio su questa equazione reale-irreale che lavora Stéphane Accarie. A coloro che sapranno prestare attenzione, Accarie impone una sorta di emozione, a partire dalla rappresentazione di frammenti della banalità comune. Parti di cielo, case come tutte le altre, pezzi di foreste: soggetti la cui insignificanza quotidiana ci invita alla scoperta di altre prospettive, di sensazioni poetiche, oniriche e profonde.
Quello che amiamo nel lavoro di Accarie é proprio questa forma espressa e perfettamente conclusa che sa, con semplicità, parlare di immagini e sentimenti personali.
Con una certa lentezza, la soggettività, lo spostamento, l'effetto di sfocatura, il tempo del viaggio, dislocano e modulano un'architettura fatta di bellezza.
Stéphane Accarie é docente di Fotografia alla Villa Arson, a Nizza. Prendendo le distanze dalla fotografia contemporanea oggettiva, l'artista rivolge le sue ricerche verso una percezione soggettiva del reale
Galerie Sintitulo Art Contemporain
10, rue Commandeur - Mougins