Aisling Hedgecock
Anthony Faroux
Cian Donnelly
Colin Langridge
John Walter
Leslie Matthews
Lindsay Seers
Spartacus Chetwynd
Jacopo Benci
La mostra comprende opere di 8 artisti (Aisling Hedgecock, Anthony Faroux, Cian Donnelly, Colin Langridge, John Walter, Leslie Matthews, Lindsay Seers, Spartacus Chetwynd) e 2 architetti (Harriet Harriss, Prisca Thielmann). Il titolo fa riferimento a un evento che ha stimolato in loro "il senso di un proposito comune".
a cura di Jacopo Benci
Aisling Hedgecock Anthony Faroux Cian Donnelly
Colin Langridge Harriet Harriss John Walter Leslie Matthews
Lindsay Seers Prisca Thielmann Spartacus Chetwynd
.............................english below
Party at the American Academy è la prima delle tre mostre per la stagione
2007-08 del programma Fine Arts dell'Accademia Britannica, a cura di
Jacopo Benci. La mostra comprende opere di otto artisti (Aisling
Hedgecock, Anthony Faroux, Cian Donnelly, Colin Langridge, John Walter,
Leslie Matthews, Lindsay Seers, Spartacus Chetwynd) e due architetti
(Harriet Harriss, Prisca Thielmann).
Il titolo della mostra fa riferimento a un evento che ha stimolato "il
senso di un proposito comune" fra gli artisti ed architetti.
"Mi ricordo di essere entrata in un cortile interno, molto grandioso - un
Palazzo,
e di aver visto delle lattine di birra nella fontana, mi sono avvicinata
e ne ho prese 2..."
Spartacus Chetwynd
"Sette artisti e due architetti premiati con residenze all'Accademia
Britannica si ritrovano a vivere assieme a Roma dietro una grandiosa
facciata progettata da Lutyens. La città è straordinaria, lo stile di
vita comune è strano. Le ragioni per cui i nove si trovano là sono
divergenti, i loro progetti sono disparati e le loro motivazioni variabili
- ma l'essere a Roma li lega insieme.
Una sera del novembre 2007, tutti i protagonisti decidono di andare a una
festa in maschera all'Accademia Americana dall'altra parte della città.
Ventiquattr'ore prima del ballo sembra improbabile che i nove riusciranno
a preparare i costumi richiesti, ma improvvisamente, nasce il senso di un
proposito comune e la frenesia di fare.
Potrà sembrare quasi perverso, ma quella sera la cosa più liberatoria per
tutti gli artisti fu di fare qualcosa che non dovevano pensare come arte e
che non doveva nemmeno necessariamente sembrare tale. Questo punto di
svolta ha dato l'impulso a questa mostra/evento. Gli artisti si sono
accordati sul fatto che la mostra abbia la stessa spontaneità e idea di
cooperazione della sera in cui erano andati all'Accademia Americana.
Vogliono esporre in modi che siano al di fuori delle loro usuali
strategie. Hanno un'opportunità per sperimentare, correre dei rischi e
camminare su arti cresciuti ex-novo che potranno reggerli o farli cadere -
ma in un modo o nell'altro il pubblico e gli artisti si ritroveranno
assieme in una nuova situazione. Nessuno sa cosa aspettarsi, ma tutti
sperano che ciò che avverrà - sia inatteso."
......................................english
Party at the American Academy is the first of three exhibitions of the
British School at Rome Fine Arts programme for 2007-08, co-ordinated by
Jacopo Benci. The exhibition includes works by eight artists (Aisling
Hedgecock, Anthony Faroux, Cian Donnelly, Colin Langridge, John Walter,
Leslie Matthews, Lindsay Seers, Spartacus Chetwynd) and two architects
(Harriet Harriss, Prisca Thielmann). The title for the exhibition refers
to an event that triggered "a sense of collective purpose" among the
artists and architects.
"My memory starts with walking into an inner yard, very grand - a Palazzo,
and seeing beer cans in the fountain, I reached in an' took 2."
Spartacus Chetwynd
"Nine recipients of fine arts awards at the BSR find themselves living
together behind a grand Lutyens façade in Rome. The city is amazing, the
communal lifestyle strange. The reasons for the nine being there are
divergent, their projects disparate and their motivations variable - but
being in Rome binds them together.
On a night in November 2007, all the protagonists plan to go to a costume
party at the American Academy across the city. Twenty-four hours before
the ball it looks unlikely that the dress code will be met, but suddenly,
there is a sense of collective purpose and a frenzy of making begins.
It seems almost perverse, but the most liberating thing for all the
artists that night was to make something that they didn't have to think of
as art and which didn't necessarily even look like art. This watershed
moment provides the momentum for the exhibition/event. They agree that
they want the show to have that same spontaneity and idea of co-operation
that occurred the night they went to the American Academy. They want to
exhibit in ways that would be outside of their usual strategies. They
have a chance to experiment, take risks and walk out on a newly-growing
limb that may hold and may break - but either way the audience and the
artists will end up in a new situation together. No one knows what to
expect, but everyone hopes that what it will be - is unexpected."
Ufficio stampa: Rosanna Tripaldi pressoffice@bsrome.it
Opening: Friday 14 December 2007, 6.30-9.30PM
The British School at Rome
Via Gramsci 61- Roma